Scontro di civiltà e grande impegno professionale per chi deve vigilare sullo Stato Vaticano e sulla vita del Santo Padre
Che peso ha, nel capire quale aria tira in un paese (l’Egitto), il fatto che si venga a sapere (in modo accertato) che le donne arrestate, dopo moti di piazza, sono sottoposte a “test di verginità” giustificati dalle autorità militari in quanto donne non “come possono essere le nostre figlie” ma ragazze che avevano dormito nelle tende insieme a manifestanti maschi?
Fin dove arriva il concetto di nemico, di impuro, di “antireligioso” che andando oltre le élites politiche ed economiche “miscredenti” occidentali, considerano inquinati e corrotti dalla modernità milioni di donne e uomini dentro e fuori le proprie nazioni? I fondamentalisti che continuano a tagliare gole (non hanno mai smesso di farlo) si sentono minacciati dalla modernità e la loro straziante violenza la giustificano “paranoicamente” in quanto ritengono di essere minacciati “satanicamente” dalla secolarizzazione diffusa dall’occidente consumistico e materialistico.
Il “paranoico”, non ve lo devo dire, uccide, tra l’altro, perché “realmente” si sente minacciato nella sua stessa esistenza dall’altro: mors tua, vita mea. Mi vuoi uccidere, ti “sgozzo”.
Sarà dura senza la guida ferma di una intelligence culturalmente all’altezza di tanta complessità. Particolarmente dalle nostre parti dove la scena si complica ulteriormente per la presenza, tutt’uno con il nostro territorio (Capitale compresa), della Chiesa cristiana e dello Stato Vaticano. Dei turchi (Celik ed Agca) hanno già tentato di uccidere (era il 13 maggio 1981 ore 17:17) un Papa cattolico apostolico romano. e lo hanno fatto, non lo dimentichiamo, in accordo (logistico) con il Kgb, nella sua versione bulgara.
L’Intelligence italiana, noi di Leo Rugens, la pensiamo, da sempre, necessitante di stretti legami con lo Stato Vaticano. E quando diciamo legami, non intendiamo in chiave affaristico/lobbistico, alla Gianni Letta, alla Luigi Bisignani, alla Giancarlo Elia Valori o al cottolicissimo, Roberto Formigoni.
In queste ore non vorremmo essere nei panni di chi deve vigilare sulle folle che si radunano a San Pietro e in chi ha la responsabilità che nulla accada a Papa Francesco.
OresteGrani/Leo Rugens
PS: era il 13 maggio 1981 ore 17:17. E poi vai a dire che la numerologia non è una scienza esatta: 13 e 17
Non crederà alla Santa pista bulgara della Cia e di certi interessati nostrani?
I numeri poi, lasciamoli a chi li dà.
Comunque i tedeschi, la cui precisione è ben nota, riportano che “l’azione è cominciata alle 17.19” vedi protocollo n.000099 Ministerium für Staatsscherheit – Abt. X, Nr.235, 03/06/83
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Quindi, un solo 17 con un solo 13! Con un diciannove. Se ci affidiamo ai teutonici (e lei così suggerisce)il mio gioco/sfottò perde di significato. Se ha volontà e pazienza, cerchi, comunque, nei nostri indici, una riflessione (anche quella semi seria) dedicata al numero diciassette e Siena. Per quanto riguarda invece Via dei Monti Parioli, il fioraio e la residenza diplomatica retrostante (una bellissima villa), avendo vissuto a pochi metri di distanza, per oltre venti anni proprio dove i bulgari avevano ipotizzato di accogliere i lupi grigi, rimango della mia idea, considerando, fino a prova contraria, più affidabile la mia somma di ricordi personali ,sia pur ingenui, che la sua garbata ma, per ora, generica smentita. Se, viceversa, volesse aggiungere elementi a difesa di Antonov, avrà tutto lo spazio che riterrà opportuno occupare. Anzi, avrei vero piacere di scoprire che quanto Gennaro Egidio “(anche Lui per strane combinazioni della vita viveva a pochi metri lineari dai “bulgari cattivoni) mi affidava come spunti di riflessione sulla complessa vicenda di Oral Celik e di Ali Agca, erano tutte fandonie o deduzioni senza senso.
Difficile, però, per me, ricordare il grande investigatore (sempre elegante), conoscitore delle complessità vaticane come pochi, così lontano dalla verità. Preferisco tenermi il mio affettuoso e rispettoso ricordo di quanto appresi, de visu, in quegli anni, a via Archimede 59 Roma. Oreste Grani
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Si è pontificato molto sulla numerologia dell’attentato, il giorno di fatima, etc., ma saprà meglio di me che quando Agca fu fermato aveva in tasca un appunto dal quale si evince che la data scelta per colpire il Papa fu del tutto casuale. Nell’appunto sono riportate tre date: mercoledì 13 maggio e di seguito “informarsi sull’uscita in piazza”, domenica 17 maggio e mercoledì 20 maggio, con scritto accanto “in piazza certo per certo”. Agca si era dato come termine ultimo, preciso, il 20 maggio, poi decise di agire alla prima occasione.
Non so quali riflessioni le affidasse Gennaro Egidio, quello che risulta evidente è che personaggi come Celik e Agca si sono rivelati totalmente inaffidabili nelle loro dichiarazioni alla magistratura e non.
I mandanti dell’attentato, ad oggi, se davvero ci sono stati, non si sa chi siano. Ravviso però che la bulgarian connection, finché è durata, ha fatto molto comodo, in clima di guerra fredda, agli interessi di molti: in particolare dell’Italia, del Vaticano e degli Stati Uniti.
Un saluto
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Inaffidabilità dei Lupi Grigi è ovvia e il viceversa ci avrebbe dovuto insospettire. Dico solo che la complessità degli avvenimenti e della geopolitica dell’epoca non consentono di affermare che esistessero l’Italia, ilVaticano e gli Stati Uniti. Tenderei a leggere, questi luoghi e le loro genti, in modo più articolato. Non tutti gli italiani la pensavano (anche in sede governativa o negli apparati di sicurezza) nello stesso modo. Tutto qui.
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Ovvio che, a prescindere della complessità geopolitica, dei blocchi contrapposti, parlando di stati, nazioni, ci si riferisca, in un senso più ampio, a chi in un dato momento storico ne detiene il potere e ne determina le scelte politiche.
Inutile dire che l’Italia, da sempre, è stata nell’alveo del blocco occidentale, filo Nato, alleata degli Stati Uniti, per non parlare del legame cronico condizionante del Vaticano, in quegli anni guidato dal papa polacco Wojtyla, scontato quindi che se c’era da contribuire a screditare il blocco dell’est, il nostro paese vi si sarebbe prestato, con la conseguenza, purtroppo, di aver sprecato anni e anni e non solo di indagini, inchieste, processi, per non approdare ovviamente a niente.
Saluti
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