La Cina silente si espande approfittando della necessaria attenzione che gli occidentali devono all’ISIS che avanza a spron battuto.

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Come siamo usi fare ci avviciniamo agli argomenti che ci stanno a cuore, lentamente, “a cerchi concentrici”, come di noi e del nostro metodo (apprezzandolo), era solito dire il gen. Roberto Santini, già vice comandante dell’Arma dei Carabinieri. Anche questa volta, pubblicando il post “I CINESI, APPARENTEMENTE INDIFFERENTI A QUANDO SI AGITA NEL MONDO, CONTINUANO AD ARRIVARE, IN EUROPA E NEL MEDITERRANEO“, l’abbiamo presa alla larga per porci il problema di cosa stiano facendo le donne e gli uomini dei servizi segreti cinesi (che abbiamo definito …. nel post “Il più grande servizio segreto del XXI secolo?“), in frangenti tanto convulsi per il resto del Mondo. Silenti come non mai, le donne e gli uomini raffinati d’oriente, osservano l’Occidente ingaggiato dai califfi in uno scontro mortale. Presenti da decenni in Africa e in Europa (a Berna e Parigi dagli anni sessanta), radicati in USA molto di più e con abilità di mimetismo maggiori del vecchio KGB, vorrei che i pochi ma attenti lettori, per avvicinarsi alla questione posta di cosa stiano facendo i cinesi mentre il mondo deve pensare all’ISIS, tenessero presente che, ad esempio, al centro dell’organigramma che abbiamo più volte pubblicato per provare ad aiutarvi a capire le complessità del mondo del “dragone”, c’è il Ministero del Commercio, in strettissima e verticale catena di comando con ….su fino al Comitato Centrale del Partito Comunista. Quegli organigrammi li abbiamo postati sin dal 18 ottobre 2012, non tanto per sfoggiare la conoscenza di nomi (molti, ormai, sono obsoleti) ma proprio, ad esempio come nel caso appena segnalato (il Ministero del Commercio pari grado e in relazione stretta con i “servizi”) per svelare la cultura sotto intesa e il nesso “certo” tra ogni attività commerciale che vedete fiorire nelle vostre città o in giro per il mondo, e il Potere Politico riconducibile all’intelligence cinese.  È raro il caso contrario e cioè che una “famiglia” cinese non risponda a meccanismi di potere che, filo invisibile per filo invisibile, la tiene legata alla madre Patria. E, in Cina, la “famiglia” è tutto.

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organigramma servizi segreti cinesi

Torniamo quindi a quella centralità nel disegno dell’Organigramma che vede il Ministero del Commercio agire con pari dignità con le strutture più segrete del resto della nomenclatura e dell’apparato del Partito. Il resto sono chiacchiere: ogni acquisto di immobile da parte di un cinese, ovunque nel mondo (e quindi anche in Italia) non corrisponde solo ad un buon affare o alla soddisfazione di una esigenza abitativa di appartenenti alla loro comunità ma ha implicita la possibilità che quel luogo diventi un avamposto della lenta, progressiva, ad oggi non arrestabile, conquista demografica del mondo da parte loro. Espansione demografica e, viste le caratteristiche della loro economia, anche finanziaria. Poi potrebbe venire quella militare, solo se fosse necessaria. La Cina si arma con tutte le armi possibili: demografia; cultura della sprovincializzazione attraverso vere e proprie ondate di milioni di propri cittadini che assumono il ruolo consapevole del turista felice di andare per il mondo a conoscere gli altri da se; penetrazione del mondo grazie all’Ubiquità che solo la rete telematica può fornire e di cui ormai i cinesi sono maestri di frequentazione e di eventuali necessari sabotaggi; prostituzione a basso prezzo; droga; liquidità finanziaria a sostegno dei nostri imprenditori esausti. Il tutto in un arcipelago caledoscopico che sembra non avere sinergie ma che invece grazie al coordinamento delle decine di migliaia (avete letto bene!) di donne e di uomini che lavorano negli uffici che sono sotto intesi a quegli organigrammi ha, ormai, una sua identità capace di perseguire la missione di conquistare il Mondo.

A Natale del 2012, i nostri servizi, stimolati da episodi (di business) che si intensificavano e che venivano sempre più frequentemente segnalati dalla stampa economica, lanciarono un segnale di cui oggi vi riportiamo quanto, all’epoca, scrivemmo “Shopping cinese in Italia: rischi e opportunità“. Successivamente a quelle segnalazioni e a quegli allarmi, dopo la parentesi di un altro capolavoro (Enrico Letta, un cognome un a garanzia), a guidare il Governo viene chiamato un boy scout (Matteo Renzi) che, in politica estera, viene consigliato – pedissequamente – da un personaggio quale è Giancarlo Elia Valori notoriamente legato proprio a quegli ambienti (intelligenti, raffinati, pericolossissimi) riconducibili agli “organigrammi del potere cinese” di cui ho parlato fino ad ora. Aspettiamo, come al solito, smentite sulle frequentazioni, in quegli stessi uffici, del nostro campione nazionale di mangiamento, pro die, di teste d’aglio. Anche questa dell’aglio deve essere un saggio consiglio di farmacopea cinese!

Che speranze ha un Paese se Pinocchio è sempre costretto a fare ciò che ritengono giusto il Gatto e la Volpe? Decidete voi chi sia, tra Valori e Ledeen, il Gatto e chi la Volpe.

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La Cina, ISIS o non ISIS, si fa sempre più vicina. E con lei quei gruppi di investitori o manovratori del denaro immateriale quali la tedesca Allianz, che partecipa, in quota rilevante, ad un gruppo di azionisti “stranieri” che hanno potuto acquistare (sono stati autorizzati) partecipazioni in banche cinesi quali la Industrial and Commercial Bank of China: Allianz più American Express posseggono titoli per 37.800 milioni di dollari della banca citata. Per capire la dimensione dell’intreccio che lega i tedeschi e gli americani (Allianz più American Express) con i cinesi, basterebbe considerare che colossi quali la UBS svizzera, si sono dovuti “accontentare” di  acquisti per 500 milioni di dollari in azioni di Bank of China.

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La Bnp Paribas ha potuto comprare azioni per soli 79 milioni di dollari della Tianjing City Commercial Bank. Saliamo a 3.000 milioni intercorrenti tra la Bank  of America e la China  Construction Bank ma perché, nuovamente, si tratta di capitali USA. Almeno, formalmente. Potrei continuare a lungo ma non siamo interessati a questo elenco di legami ma ad evidenziare la sperequazione tra qualunque altro gruppo di qualunque parte del mondo e quanto è consentito/auspicato tra l’American Express e gli interessi cinesi: 37.800 milioni di dollari! Spero di sbagliarmi. Vai a capire quindi chi è padrone di chi e chi comanda in casa d’altri. Soprattutto vai a capire quanto tortuoso e immateriale (per quali mani passa e a quali acquisti serve?) diviene il percorso del denaro quando viene trattato in Cina sotto forma di interessi di gruppi tipo Allianz o American Express e poi, nel gran calcolo e nel dedalo degli impulsi elettronici relativi a bonifici e carte di credito, che strada prenda quello che non è lecito fare a Trani ma permesso a Shanghai o, viceversa?

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Sappiamo che il denaro non può essere ingabbiato e che, per sua definizione, è volatile e vuole essere libero, come un uccello. Bisognerebbe saper seguire gli impulsi elettronici che il “volatile” rilascia fino a quando non spuntano, sotto forma di soldi veri, in “contanti”, in mano ad una/o commerciante cinese del Quartiere Tuscolano. Centomila euro, ad esempio. Vai a sapere quale rapporto lega le donne e gli uomini che guidano i Servizi di Sicurezza Cinesi (quelli descritti negli organigrammi che pubblichiamo), il Ministero del Commercio Cinese, le banche cinesi, le varie American Express americane e le commercianti cinesi che si possono permettere di affittare 1300 metri quadrati (C3), limitrofi alla commercialissima via Tuscolana, a Roma mandando in malora sogni e legittime aspettative di lavoro di tanti onesti italiani.

Oreste Grani/Leo Rugens che ci mette la faccia e, quando fa affermazioni di questa natura, non solo quella.