Art.18: di cosa parlano?

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Art.18: di cosa parlano? Per anni, le grandi aziende italiane, sono andate “ai mezzi” (facevano e dividevano il bottino raccolto con saccheggio del lavoro degli onesti e turlupinati “operai”) con i sindacati e con la loro classe dirigente. Punto. Da Bruno Storti, passando per Bruno Benvenuto, tornando indietro a Italo Viglianesi, non dimenticando Mauro Moretti, avendo chiaro chi fossero i Enrico D’Antoni, gli Ottaviano Del Turco, il ricchissimo Sergio Epifani (potrebbe, cortesemente, mostrare la sua casa agli italiani pensionati al minimo e sempre a rischio fratto o distacco delle utenze?), senza fare torto ai nulla facenti (per i lavoratori), Adalberto Bonanni, Renata Polverini e Renato Angeletti, il “mestiere del sindacalista” ha piazzato un sacco di gente sul ponte di comando del “bastimento” carico di sfruttatori e parassiti dei milioni di faticatori destinati a tirare la carretta per produrre PIL che la partitocrazia e la sindacatocrazia pensava poi a spartire con gli Agnelli, i Pirelli, i Tronchetti Provera, i Colaninno, i Riva.

Il saccheggio (ormai avvenuto) del Paese, non sarebbe mai potuto avvenire senza la complicità dei vertici dei sindacati. Complicità che è divenuta assoluta, ad esempio, sul terreno del traffico dei rifiuti e del danno alla salute dei italiani/lavoratori nelle fabbriche e di tutti gli altri, ovunque ormai vivano. Ogni cosa illecita accaduta, negli ultimi quarant’anni, nelle fabbriche, era risaputa da qualche sindacalista (chi ha lavorato negli stabilimenti questa verità la conosce) che, dal suo silenzio, traeva la soluzione ai suoi di problemi esistenziali ed economici. Il sindacato, all’epoca, era un vero e proprio servizio di intelligence nei luoghi di lavoro e senza il suo tacito consenso, nulla sarebbe potuto accadere. Il balletto delle trattative, dei pochi spiccioli strappati dopo mesi di inutili scioperi, era tutta una rappresentazione teatrale e rituale messa in scena con un cinismo che spesso i padroni stessi non avevano. Solo a voler parlare di azionariato popolare si veniva massacrati dagli agenti doppi della triplice burocrazia sindacale, sempre, alla fine, alleata dei padroni, nonostante la presunta diversità di ruolo e di schieramento.

Altro che il processo all’Art. 18. Questa volta, con vero imbarazzo, sono dalla parte di Renzi. Più che di Renzi, in realtà come spesso mi è accaduto, sto dalla parte del vero. E che, i vertici sindacali, abbiano rovinato l’Italia, è vero. Anzi, verissimo!

Oreste Grani/Leo Rugens