Ma quanto piace il Paese dei limoni agli oligarchi russi?
ROMA – Nella «black list» compilata dalle autorità degli Stati Uniti sui soggetti da sanzionare è al quinto posto. Perché Arkadij Romanovich Rotenberg, 63 anni, è il compagno di judo di Vladimir Putin, ma soprattutto è l’imprenditore che si è aggiudicato numerosi appalti per le Olimpiadi invernali di Sochi dello scorso febbraio. E dunque nei suoi confronti è scattato il «congelamento dei beni», misura prevista dall’Unione Europea contro i «fedelissimi» del presidente russo dopo la guerra scatenata in Ucraina.
In Italia è la prima volta che accade. Sigilli sono stati messi a ville e appartamenti in Sardegna, altri immobili nel Lazio, quote societarie, conti correnti bancari e un lussuoso albergo a Roma, a due passi da via Veneto. L’operazione del Nucleo valutario della Guardia di Finanza è scattata ieri mattina. Gli specialisti guidati dal generale Giuseppe Bottillo hanno eseguito il provvedimento – così come stabilito dalla procedura prevista in caso di «misure previste per prevenire, contrastare e reprimere il finanziamento del terrorismo e l’attività dei Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale» – notificandolo allo stesso Rotenberg anche per quanto riguarda le sue società: la «Olpon Investment Limited» che ha sede a Cipro e la «Aurora 31» che possiede l’hotel “Berg Luxury” nella capitale.
L’elenco degli immobili «sigillati» comprende un appartamento a Cagliari, una villa a Villasimius, una villa a Tarquinia, due ville ad Arzachena, l’albergo in pieno centro di Roma. In tutto fanno 30 milioni di euro di beni che l’imprenditore russo risulta aver acquistato attraverso le aziende che possiede all’estero.
Ai russi ricchi piace l’Italia, piace così tanto da frequentarne le stazioni balneari dalla fine dell’Ottocento: San Remo e Forte dei Marmi, per esempio. Oggi va più di moda la Sardegna, complice forse quel simpatico puttaniere di Silvio e delle amabili zoccole con le quali allietava il riposo dei suoi ospiti a Villa Certosa. Anche il presidente kazako Nazarbayev frequenta la Sardegna e, dire il vero, anche la signora Shalabayeva vi ha trascorso una vacanza, per non parlare di un’altra celebre kazaka, Goga, vera e propria agente internazionale.
Purtroppo il conflitto ucraino sta avendo come ricaduta il congelamento dei beni di molti oligarchi russi, oltre alle protesste dei produttori di frutta veneti, i quali, per aggirare le sanzioni, vendono pesche e peperoni ai Serbi che li girano ai russi; olè.
Siamo speranzosi, tuttavia, che la crisi si risolva in fretta, e alcune notizie di fine settembre, lasciano intendere questo, ma, non è detta l’ultima parola.
Per tornare al nostro Rotenberg, ci vorrebbe la penna di un Le Carrè o gli studi di un Varese per descriverlo; a prima vista pensiamo di non sbagliare nel definirlo uno dei più stretti sodali di Putin, uno dei meno esposti nel mondo dei media, almeno al di fuori della Russia – essendo presidente di un fortissimo club di hockey immaginiamo che in patria sia quasi un eroe –, quindi uno dei più “seri” o “pericolosi” e per questo, ovviamente, libero di scorrazzare nel Bel Paese.
Alla fin fine, pecunia non olet e fa niente se così si svende anche la sicurezza nazionale, in fondo ci penserà qualcun altro, se non il buon dio.
Dionisia
P.S. Che fine avranno fatto i 28 accordi e trattati firmati da Putin e Letta a Trieste il 26 novembre 2013? Cosa, riguardo gas e circolazione delle merci? Cosa riguardo Libia e Ucraina?
Putin ha puntualizzato che “l’Italia è il quarto partner commerciale della Russia” e che “l’aumento degli scambi commerciali fra i due paesi, di cui ha parlato Letta, saranno per l’anno prossimo di 50 miliardi di dollari”. “A Trieste – ha poi concluso – si è discusso, fra le varie cose, di idrocarburi, di alta tecnologia come nel caso del superjet 100, di pneumatici per auto, come nel caso della Fiat, o per i macchinari agricoli, poi ancora di cantieristica navale, di spazio, di scienza, di ricerca, di termonucleare, di agricoltura e di turismo, cose per cui si è messo in campo il fondo di un miliardo di euro”.