Senza gli Stati dietro, e un “mare” di soldi, è improprio parlare di terrorismo. Gli arresti di Milano confermano quanto già detto in questo blog
Finalmente una operazione investigativa all’altezza della complessità che connota la geopolitica mondiale in questa fase. La storia che sembra essere sottintesa alle catture in corso, potrebbe rivelarsi un vero contributo alla comprensione dei misteri della “giungla nera” che fuorviano continuamente la comprensione di chi ci sia dietro agli avvenimenti terroristici. Perché, dietro al terrorismo, come abbiamo già scritto il 21 agosto nel post “IL TERRORISMO (CHE CONTINUERÀ AD AVERE UN RUOLO) STA PER LASCIARE IL POSTO ALL’INSORGENZA, ALLA GUERRA CIVILE, ALLA RIVOLUZIONE” ci possono essere solo gli Stati. Senza gli Stati dietro, quello che viene chiamato terrorismo è, in realtà, criminalità politica, con bassissimo pericolo strategico implicito. In poche parole, la criminalità politica è relativamente facile da sconfiggere; il terrorismo, se non puoi colpire gli Stati che lo alimentano e lo proteggono, è un bestia molto difficile da domare. Leggete la dimensione del denaro (forse mille milioni di euro!) e ponetevi i giusti dubbi sull’espressioni di sintesi (associazione criminale anglo-pakistana e franco-israeliana) che più mi fanno pensare. Per ora, senza entrare nel merito, degli Stati sotto intesi. Chi c’è dietro? E che ne sappiamo, fino a quando non si trovano con le mani nel sacco. E che sacco!
Oreste Grani/Leo Rugens