La strada verso EBOLA è … lastricata di buoni propositi
Obama: “EBOLA ha la potenzialità per colpire ogni paese”. È quanto ci siamo permessi di dire, senza avere l’autorevolezza del presidente degli Stati Uniti, alcuni mesi addietro. Viceversa la signora Beatrice Lorenzin improvvisatasi esperta di complessità e facente funzione di Ministra della Salute italiana si capiva che non conosceva, all’epoca dei suoi primi interventi rassicuranti, la differenza tra una epidemia e una pandemia. Ora, come la mettiamo, dal momento che, come dice quell’allarmista di Barack Obama, l’Africa è ormai (!) sopraffatta?
Come sapete posseggo una Macchina del Tempo di cui, violando tutte le procedure di sicurezza, ho pubblicato una fotografia. Debolezze da vanesio internetnauta. Oggi, sul display della mia macchina/palla tecnologica e un po’ magica (è, come si vede, un veicolo fatto a sfera), indico la data del Primo Aprile 2001 e, nonostante l’ovvio timore di poter apparire io stesso uno scherzo, me ne vado nel passato e mi leggo un articolo su come l’agro alimentare, nel suo fare business, opera, particolarmente in Africa, contro la salute dei più. Da qualche giorno, come sempre puntualmente succede, EBOLA tira di meno sui media ma, come noi che abbiamo fatto il militare a Cuneo sappiamo, non si è minimamente fermata, nella sua “razionalissima” e “spietata” corsa all’attacco degli esseri umani. Per questo motivo torniamo, non tanto su EBOLA (virulenta e pericolosa come non mai!) ma sulle modalità dell’agire di chi ritiene “tutto suo” l’intero pianeta (cose e persone, ovviamente, comprese) e gli effetti domino che questo agire crudele e sconsiderato continua a generare.
L’articolo è ripreso dalla bella e intelligente rivista bimestrale che vi ho altre volte citato, Solidarietà Internazionale.
Oreste Grani/Leo Rugens