I “migliori” potevano arrivare secondi: il Mossad lancia un sito di reclutamento online

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Spero che questa notizia sia letta, capita e valutata, da tutte le donne e uomini, collaboratori e collaboratrici, di oggi e degli anni passati che mi hanno sentito, passo dopo passo, elaborare la teoria della fine del mondo dell’intelligence, nazionale ed internazionale, come era stato, fino a quel momento, inteso. Prima del caso Assange; prima di Snowden e delle loro rivelazioni. Spero che sia chiaro a tutti, anche ai miei più feroci detrattori (in buona o in mala fede che siano stati), a cosa lavoravo e cosa volevo raggiungere, prima di altri, per il nostro Paese. Quella che sta per iniziare, in Israele, è una fase talmente nuova per l’intelligence che potrebbe portarsi dietro, passato il tempo opportuno, lo scoppio della Pace. Sento il bisogno, il desiderio e il dovere, oggi stesso, di sottolineare che, se potessimo, come Paese mediterraneo, rispondere subito con pari (se non maggiore) qualità intellettuale (e saremmo in grado di farlo), l’Italia potrebbe ritrovare, inaspettatamente, un suo ruolo geopolitico e con essa la necessaria vitale sovranità nazionale. In accordo con Emanuela Bambara (vedi che adesso si può fare il nome per esteso?), grande personalità intellettuale, filosofa, studiosa della complessità e della transdisciplinarietà di cui mi sono potuto avvalere, misi a punto, nel lontano 2003, il ragionamento base dell’indispensabile cambiamento culturale nel settore della sicurezza e lo chiamammo, di comune accordo, “Ubiquità ovvero la dimensione necessaria di un Intelligence culturale“. Dopo quei primi spunti di riflessione sullo stato intelligente, passo dopo passo, tra mille difficoltà e qualche pericolo, pervenimmo passando per la cruna dell’ago (l’incontro con gli israeliani) che di seguito trovate accennata, al 23 marzo 2012, dando vita al convegno “Lo Stato intelligente i finanziamenti europei per l’innovazione e per la sicurezza” che avete spesso sentito citare in questo blog/zattera. In quel momento, con largo anticipo (anni) sull’annuncio, in queste ore, da parte del Mossad, stava iniziando il disvelamento del progetto nella sua interezza (quello era il primo di tre convegni) che ci doveva portare a far nascere, primi nel mondo (ora l’ho detta, la cazzata) una Scuola capace di formare, dopo averle anche reclutate per via telematica, le intelligenze pronte a difendere la Repubblica e, di fatto, a guidarne i comportamenti nelle complessità che sempre più, sin da quelle ore, si delineavano. Qualcuno pensò di fermarci in questa corsa a chi arrivava primo, il 14 febbraio 2012 (vero perfido Amalek?) e, a fare cose “ultra intelligenti”, sono arrivati prima altri da noi.

Schermata 2014-09-28 a 20.08.09

Ma, non è detta l’ultima parola dal momento che, culturalmente, come italiani e “rinascimentali”, siamo ancora cinquecento anni avanti ai troppo stanchi e stressati specialisti israeliani che con il loro aver dovuto essere, per sessant’anni, sempre “in campana” nella “guerra tra la gente”, non è detto che come sosteneva, impropriamente omissis (se lo ricorda, dottore?) siano più pronti a questo grande cambiamento culturale, da noi ipotizzato, prima e meglio di loro. Noi, infatti, abbiamo Umberto Eco che ha saputo ancora scrivere “Numero Zero” testo che tra poco andrà in stampa per la Bombiani e a loro invece sono rimasti degli stanchi Netanyahu. Come abbiamo altre volte ricordato in questo blog, per arrivare ad essere certi che non ci stessimo sbagliando sul percorso culturale “rivoluzionario” intrapreso, invitammo, anni addietro, presso gli uffici di Ipazia, a palazzo Cenci, esperti israeliani considerati tra i più attendibili che in quel momento ci fossero sulla piazza e, grazie dottor omissis della Camera di Commercio italo-israeliana di omissis, fu possibile raggiungere ed invitare, a questa verifica concettuale, omissis, grande esperto e figlio, a sua volta, di una vera leggenda nel mondo dei servizi, cioè riuscimmo ad invitare l’erede di uno dei fondatori del Mossad stesso.

Schermata 2014-09-28 a 20.09.24

In altro post ho raccontato il confronto teorico che si svolse su tre giornate e le modalità con cui presentammo le nostre teorie e gli apprezzamenti che ricevemmo. La sola sottolineatura negativa degli israeliani al nostro progetto di reclutamento e scuola fu che “il nostro modello era troppo avanzato per i giovani italiani” considerati inadeguati a tanta complessità addestrativa. Su questo punto e su questo “giudizio” antropologico, le nostre posizioni si allontanarono. Non ho mai capito se avevano artatamente costruito questa velata offesa e sulla base di questa provocazione preparato una rottura. Rottura che ci fu, perché il dottor Omissis, dopo avermi frequentato per mesi, sempre accolto con la massima gentilezza presso i miei uffici (ci vedevamo solitamente il mercoledì, verso le 17:00, quando arrivava a Roma da omissis), in totale cordialità e intelligenti scambi di opinioni, con nulla che facesse presagire un tale voltafaccia, attraverso il faccendiere Gianfranco Prati, fece pervenire, a dei miei collaboratori, l’informazione (avuta, a detta del Prati, da funzionari del Mossad!) che io appartenevo a non si sa quale servizio segreto italiano deviato e, quindi, da considerare persona pericolosa da frequentare. Sparirono e basta.

Schermata 2014-09-21 a 09.16.05

Stavamo dimenticando di dire che la delegazione, alla fine dell’incontro, portò via tutti i materiali teorici e didattici (anzi, glieli facemmo pervenire, su loro richiesta, anche elettronicamente oltre che in forma cartacea) e non si fecero più sentire ne, risposero alle nostre sollecitazioni. Tenete conto che, tranne un biglietto aereo, le spese (Hotel Forum, pranzi, cene, traduzione simultanea in ebraico che non vollero però usare, spostamenti città aeroporto, sicurezza personale), furono tutte a nostro carico. Lo dico non per svelarmi tirchio ma, quella della loro maleducazione, dei loro silenzi e dell’appropriarsi del nostro lavoro teorico, è uno dei ricordi relazionali e professionali più spiacevoli della mia vita. Potevano farci fessi lo stesso ma, con più eleganza. Rimane il fatto che, con nostra grande soddisfazione, il cambiamento che oggi verifichiamo, scelto e fatto nascere all’interno del Mossad, coglie, sostanzialmente (il nostro, comunque è ancora di gran lunga più sofisticato e “complesso” intellettualmente), lo spirito della riforma culturale che da anni preparavamo per il nostro Paese: ridefinizione del concetto di segreto, fonti aperte e transdisciplinarietà. Noi, però, banalmente, questo processo teorico, per il reclutamento e l’addestramento nell’info sfera, l’abbiamo elaborato oltre dieci anni addietro e l’abbiamo illustrato, nelle sue linee strategiche, oltre cinque anni fa proprio a degli israeliani. Siamo certi che, non appena metteremo a terra il nostro “prodotto”, se ne vedranno la sua straordinaria unicità e qualità e, soprattutto, le “incursioni nel futuro” che ancora, oggi, dopo molti anni dalla sua “invenzione”, lo connotano.

Ora si possono cogliere i confini (e il valore) di quanto, sapendo collaborare/dialogare con l’amica rete e con i motori di ricerca (Google,Yahoo, Bing) e i loro algoritmi, abbiamo saputo fare, nonostante i complici di Amalek ci avessero messo, di fatto, con il nostro laboratorio, in mezzo ad una strada. Abbiamo scalato le classifiche di posizionamento (siamo ovunque primi sui motori di ricerca con i nostri post sull’argomento “servizi segreti” e come ci si arruola negli stessi) e siamo in grado, in automatico, di suggerire a chi si volesse candidare ad entrare nei servizi italiani, quali parametri valoriali e culturali devono esserci alla base dei criteri di reclutamento, selezione, valutazione del personale. Soprattutto, siamo in grado di argomentare sui necessari prossimi cambiamenti all’interno delle nostre Agenzie di analisi. Altro che chiedere, esclusivamente, “Quanto si guadagna nei Servizi Segreti? “A quanto ammonta l’indennità di cravatta?”. Chi è rimasto con me, dopo l’attacco proditorio, oggi, non solo sa che non ha sbagliato a non abbandonarmi ma, si gode la prima e la più grande delle soddisfazioni: quella di chi aveva avuto ragione ed ora i fatti gli renderanno omaggio. “Onori” all’intelligenza e alla lealtà. Grazie a tutti.

Oreste Grani/Leo Rugens

Schermata 2014-09-28 a 20.03.20

Schermata 2014-09-28 a 20.03.44