Matteo Renzi, finalmente, dice una cosa vera quando afferma di non essere massone
Certamente quando Matteo Renzi afferma di non essere massone, dice il vero. Non credo che nessuno, seriamente , possa mai averlo sospettato “fratello” in qualcosa o di qualcuno. Massone è stato Gherardo Gnoli, iranista di fama mondiale, socio dell’Accademia dei Lincei, membro dell’Istitut de France e membro d’onore della Société Asiatique ma non certo, Matteo Renzi l’ignorantone. È come se uno dicesse che era massone (mi scuso, dovevo dire … “è”, perché è ancora vivo) Licio Gelli. Massone era Ruggero Firrao, ex direttore generale delle valute (quando le valute erano tutto!) del Ministero del Commercio Estero, ex componente del comitato esecutivo della Banca d’Italia (quando era la Banca d’Italia) e consigliere dell’Ufficio italiano cambi, ex direttore della Sace. Firrao era massone e, non a caso, ha sempre taciuto, mantenendo il segreto, sulla lista dei 500 conti esteri gestiti da Michele Sindona (con l’aiuto “professionale” del commercialista Marchese Carmelo Genoese Zerbi, anche lui, certamente massone) e a lui affidati. Non certo Matteo Renzi. Massone è stato, fino all’ultimo giorno della sua vita, Enrico Manca che per il PSI fece più volte il Ministro e il Presidente della RAI. Fondò anche, a tempo determinato, era il 1994, un partitino socialista con il confuso Fabrizio Cicchitto. Anche questi, per un periodo, fu spacciato per un massone. Ma non lo fu mai perché, come lui stesso confessò, era (ed è) solo un cretino psicolabile. Così come non era un massone, Maurizio Costanzo ma solo un furbo, opportunista, triplogiochista, carrierista. Massone era Ever Haggiag, il grande produttore cinematografico (Signori e Signori e La caduta degli Dei) ma non certamente un tipo come Matteo Renzi. Massone fu il suicida Alighiero Noschese, portatore nella tomba di segreti relativi all’uso illecito delle sue “corde vocali”. Massone era il Principe degli attori, Antonio de Curtis, noto a tutta l’Umanità col nome di Totò. Se proprio devo pensare a Renzi affiliato alla Massoneria lo penso “usato” come lo era Giancarlo Lorenzini, meno noto al Mondo ma ugualmente utile, Capo del Ricevimento dell’Hotel Excelsior, Via Veneto Roma, quartier generale dove si mettevano a punto le “sole” riconducibili alla P2, guidata dal materassaio Licio Gelli. No, certamente, Renzi non può essere stato affiliato neanche con questa funzione tipo “portiere d’albergo”.
Il problema, inveve, è che (non si trova nessuno che faccia la domanda diretta al Capo del Governo e responsabile dell’Aise/Aisi) massone, risulta essere Giancarlo Elia Valori, persona da sempre classificata, da chi di dovere quando era legittimamente incaricato di farlo, come persona estremamente pericolosa in quanto ritenuto agente doppio/triplo legato a paesi terzi e non devoto agli interessi della Repubblica italiana. Le carte da desecretare (oltre a quelle fatte circolare in queste ore relative ai comportamenti di Mario Mori) sono quelle basate sulle investigazioni fatte all’epoca dal SID e, successivamente, dal SISDE e dal SISMI. Resi pubblici i carteggi “riservato” relativi a Giancarlo Elia Valori e a Michael Ledeen, proveremo a fidarci di Matteo Renzi se cessa di frequentarli e ad ascoltarli quali consiglieri in politica estera. Poche ore addietro, al matrimonio di Carrai, Renzi tra una tartina e un bicchiere di vino, era ancora con Michael Ledeen a riferirgli il senso del suo viaggio negli USA. Già che ci siamo, al Capo del Governo, potremmo chiedere di aprire il fascicolo (se esiste!) relativo a Goffredo Bettini soddisfacendo così, una volta per tutte, la curiosità morbosa degli internettiani malpensanti. Questa è la miscela esplosiva (Renzi/Valori/Bettini), unita agli ambienti che ruotano, da sempre, in Italia e negli USA, intorno a Michael Ledeen a rendere anti nazionale l’azione del boy scout, a suo tempo, concorrente della Ruota della Fortuna di Mike Buongiorno. Sono quaranta (40) anni che Giancarlo Elia Valori e Michael Ledeen non compiono una sola azione riconducibile ad abbassare i livelli di aggressività nel Mondo e tra le comunità in conflitto. Risultano essere, dalle carte, di ieri e di oggi, entrambi speculatori delle debolezze umane e dei limiti che i popoli si portano dietro. Vivono entrambi, Ledeen e Valori, (sono stanco di elencare le loro azioni scellerate e se volete, cortesemente, cercatevele da soli) parassitariamente, sulle difficoltà in cui versa l’Umanità e sui traffici che queste difficoltà generano.
Cosa di buono ne può venire da ascoltare i consigli suggeriti da personalità, da sempre, votate al male? O, come nel caso di Elia Valori, favorire la vendita di armi (Argentina docet) non è essere “votati al male”? Quale entrature si possono ormai millantare in Vaticano, guidato dall’argentino Papa Bergoglio, se si è cercato di vendere armi proprio all’Argentina per legittimare il massacro ordinato, contro la gioventù argentina, dalla Lady di Ferro? Renzi, non è certamente un massone ma, è filodiretto da pseudo-massoni e mestatori. Non credo che faccia molta differenza. Anzi, sarebbe stato meglio che fosse stato lui stesso un fratello, colto e consapevole, alla Ernesto Nathan, per intendersi. Morale, laico, colto e massone. Ma questo, certamente, non è. Il toscanello ci sembra più un travicello (ignorante, vanesio e superbone) nelle mani “del nuovo che avanza” cioè ciò che, da sempre, dopo la fine degli sforzi unitari e dello spirito mazziniano repubblicano, gli pseudomassoni, annidati nelle varie Propaganda 1,2,3,4,5, invaghitisi dei Savoia prima, del Vaticano e del Fascismo dopo, degli americani e dei francesi ininterrottamente dal 1944 in poi, hanno messo in moto o, peggio, favorito in modo complice. Tutte scelte che sono avvenute, comunque, a discapito dell’Italia e degli Italiani. Se fosse esistita o esistesse una massoneria “italiana”, degna erede del pensiero mazziniano, potremmo mai essere ridotti come siamo?
Oreste Grani/Leo Rugens