A Kobane si combatte, casa per casa, quella che Leo Rugens chiama “la guerra tra la gente”

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I Turchi, come previsto, non muovono un dito. I duemila sganciamenti di bombe (1800 sono incursioni effettuate da macchine volanti USA), hanno fatto “un baffo a tortiglione” alle truppe jiadiste del Califfo che, ormai, come previsto, dilagano nelle strade di Kobane.
Oltretutto, come abbiamo detto altre volte, quando sono in corso questi “corpo a corpo”, nelle città trasformate in campi di battaglia, si devono sospendere i bombardamenti aerei. È questa la complessa guerra tra la gente di cui, da tempo, vi parliamo. Guerra che si combatte con criteri militari riscritti alla luce delle nuove atroci esperienze fatte, negli ultimi anni, in questi paesi martoriati. Certamente, per gli occidentali, è più facile bombardare che affrontare questo tipo di combattente, fortemente motivato, pronto a morire per un’ideale, da stanare o fermare, casa per casa, strada per strada.
Sarà ancora più dura se qualcuno, raccogliendo l’indicazione degli accoliti/alleati/seguaci/fratelli del Califfo, decide di trasferire nelle capitali europee l’attacco e di scatenare il vero terrore “tra la gente” per destabilizzare ulteriormente la quotidianità degli odiati miscredenti cristiani o materialisti/edonisti che siano.
Oreste Grani/Leo Rugens