Caro Stefano Bisi, come vedi è difficile essere, alla lunga, nemici di Ipazia alessandrina. Oltre tutto, oggi, è venerdi 17.
Dice bene Dionisia, dice benissimo la Redazione e, aggiungo io, assumendone le responsabilità: gli pseudo massoni (per anni, il Gran Maestro del GOI, l’avvocato ravennate Gustavo Raffi, ha raccolto incarichi professionali lautamente pagati dal MPS e, se ben ricordo, qualcuno, anche per lui, vuol vedere meglio in quei movimenti bancari) devono essere chiamati a rispondere di questo saccheggio cosciente del denaro della collettività che è stato lo sport prevalente a Siena. Stefano Bisi, che si paragonava, nelle ore successive all’elevazione a Gran Maestro di non si sa cosa, a Papa Francesco, in presenza della povera Lilly Gruber, a “otto e mezzo”, forse dovrebbe cominciare a cantare le prime strofe della “Ballata del groviglio bituminoso” trascinando, nello sterco dei cavalli delle Contrade senesi, tutti quei ladri che, con la boria dei nobili decaduti si aggiravano per Siena, aggredendo e calunniando Ipazia, le sue oneste donne, i suoi leali uomini, patrioti disperatamente impegnati a tentare di salvare la nostra (non la loro) bellissima città. Brutta persona quel Bisi, ora chiamato a smentire i bonifici che da anni riceveva per raccontare, da “onesto” servo della falsità, un cumulo di cazzate su Siena, la pallacanestro vincente della Mens Sana, il calcio alla pelota bianconera, gli aeroporti utilissimi, le università senza debiti, gli ospedali ben amministrati, il denaro della Fondazione MPS distribuito con trasparenza e lealtà statutaria e non per coltivare consenso elettorale. Bruttissima persona quando si sperticava a dichiarare (brutto ipocrita, ti ricordi la conferenza stampa, al Hotel Continental, in piena campagna elettorale?) che il problema di Siena erano le Liste Civiche, un Claudio Martelli redivivo, e chi lo aveva “portato” a Siena. Cioè, il sottoscritto.
Che non fossimo Ipazia ed io il problema di Siena (Ipazia deve ancora qualche euro a qualcuno, a Siena, dopo averne spesi decine di migliaia e vedremo in quali circostanze questi debiti sono maturati) avrebbe dovuto essere chiaro a tutti i cittadini sin dalla primavera del 2011 ma il target era far eleggere quello zero spaccato di Franco Ceccuzzi del PD, (vero Niki Vendola? Vero Denis Verdini? Vero Alessandro Nannini?) consentendo così, alle termiti onnivore, di completare il divoramento di una meravigliosa, ineguagliabile città. Tornerò, quanto prima, su Stefano Bisi e la necessità che la Massoneria (per la sua Storia, prima di tutto), non debba mai più essere rappresentata da mezze calzette avide. Quale sembra, sempre di più, essere l’uomo che altri ritenevano destinato a “vette superiori”. “Ma mi faccia il piacere”, direbbe il fratello massone (lui sì) Antonio De Curtis, in arte Totò.
Caro Alessandro Majoli, lettore gentile che il 5 marzo del 2014, alle ore 10,20 mi scrivevi amareggiato per l’oscena elezione del Bisi, come vedi, il Tempo è stato galantuomo e “il Bisi” (che non è Bisi-gnani!) non ha girato la boa del primo anno. A seguire verrà tutto quando intuiamo (o sappiamo?) verrà. Avrei piacere di leggerti, in questo frangente, per complimentarci reciprocamente. Mi fermo qui non senza però ricordare alla rete che è ora di sapere tutto delle prestazioni obbligatorie (i tabulati telefonici) relativi alle utenze che, in qualche modo, facevano capo al suicida Davide Rossi. Soprattutto è doveroso che si sappia con chi ha parlato, nelle ultime ore, prima di, platealmente, buttarsi di sotto.
Il grande e inascoltato (come fu per Ipazia alessandrina) Mario Luzi, quando profetizzava “macerie”, si riferiva a tutto questo schifo. Tra l’altro, “Il numero 17 è tutto a Siena” scrivevo, tempo addietro: oggi, caro Stefano Bisi, è venerdi 17. Non serve essere contradaioli per sapere che, ormai, la giustizia giusta ti ha ghermito. A te e ai tuoi complici.
Come ho sempre sostenuto, difficile essere nemici di Ipazia Alessandrina.
Oreste Grani/Leo Rugens
Caro Oreste Grani, Ti devo confessare che non sono per nulla felice di avere ragione! Anzi, il sentimento che provo è di profonda tristezza.
Ti dirò che, da illuso idealista, quale mi ritengo, ho sperato che “l’omino elevato agli altari”, in un sussulto di coerenza, si riscattasse e mi sorprendesse, dimettendosi e dando – almeno in questo da massone – l’esempio di come una persona per bene si deve comportare quando, coprendo un’alta carica, è raggiunta da accuse infamanti, anche se queste sono ritenute ingiuste ed infondate.
Ma, appunto, mi illudevo!
E oggi mi domando e vi domando: cosa potevamo aspettarci dal vice capo redattore del Corriere di Siena?
Davvero potevamo aspettarci che rinunciasse agli onori ed all’appannaggio che la carica di Gran Maestro gli garantisce?
Quindi, io non so se Bisi sia o meno responsabile delle accuse che gli vengono mosse, si difenderà e dimostrerà la sua innocenza. Se è innocente. Me lo auguro, in primo luogo per lui (nei confronti del quale, come persona, non nutro avversione preconcetta) e, in secondo luogo per la Comunità massonica.
Quello che so, per certo, invece, è che il suo comportamento non è quello che dovrebbe contraddistinguere un massone (i massoni lavorano, per “scavare oscure e profonde prigioni al vizio, per il bene ed il progresso dell’umanità”).
Purtroppo, il suo comportamento è banale e tristemente comune, quasi convenzionale oggigiorno.
Ma in questo frangente la cosa che mi imbarazza di più è che la Comunità massonica si mostri così disorientata e, abbandonando i principi cui si dice votata, non riesca a cogliere, nemmeno ora, la profonda inadeguatezza dell’omino che hanno scelto quale loro Gran rappresentante!!
Le loro coscienze sono distratte o colluse?
Fratelli svegliatevi!
Cacciatelo o abbandonatelo al suo triste e mediocre destino!
Vedrete che se gli farete mancare la linfa vitale (il denaro e l’apparenza) fuggirà, perché la sua appartenenza ha fondamento solo nell’interesse e non nell’ideale.
Sul piano personale ritengo di aver fatto l’unica scelta possibile, in coerenza con le ragioni profonde che mi indussero, a suo tempo, ad entrare in Massoneria.
Iniziazione, che sia ben chiaro, non rinnego affatto!
Alessandro Majoli
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Caro Majoli, oggi per mancanza di tempo, mi limito a pubblicare le sue opportune e costumate amare riflessioni. Costumate e pacate come si addice a chi ha assunto responsabilmente l’onere del pensiero complesso a cui lei fa riferimento. Quanto prima mi permetterò di aggiungere spunti di riflessione sul silenzio complice di troppi. fratelli o altro che siano. Buona giornata e grazie per l’attenzione.Oreste Grani
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L’ha ribloggato su Leo Rugense ha commentato:
E ora aspettiamo a piede fermo, diciamo noi che abbiamo fatto il militare a Cuneo.
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