Mentre il GOI è alle prese con i problemi di sempre (lo Stefano Bisi di turno, è sospettato di ricettazione), dico la mia sul “Patto del Nazareno”.

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OGGI E’ NATALE 2015. PAPA BERGOGLIO INVITA ALLA SOBRIETA’ E TUONA CONTRO L’OPULENZA. IO, ALTRE VOLTE D’ACCORDO CON IL PONTEFICE, OGGI, CON ILLIMITATA GENEROSA OSTENTAZIONE, FACCIO UN REGALONE A DAVID PARENZO (APPARTENENTE ALLA RELIGIONE EBRAICA  COME I GENITORI DI GESU’)  SEGNALANDOGLI IL POST CHE OGGI RIBLOGGO PERCHE’ LA PROSSIMA VOLTA CHE DOVESSE/VOLESSE INVITARE AD UNA TRASMISSIONE TELEVISIVA O RADIOFONICA IL GRAN MAESTRO DEL GRAND’ORIENTE D’ITALIA, IL SOMMO STEFANO BISI, PROVI A FARGLI QUALCHE DOMANDA CHE ABBIA UNA QUALCHE EFFICACIA INFORMATIVA.

BISI NON E’ SOLO QUEL BAMBOCCIONE CON IL CRANIO PELATO CHE HA SCALDATO LA SEDIA DURANTE LA TRASMISSIONE DELLA LA7 ALCUNE SERE ADDIETRO. NON E’ CERTAMENTE UN GENIO, COME LEO RUGENS DA SEMPRE AFFERMA, MA VEDIAMO, SE LO SI INVITA, DI CHIAMARLO A RISPONDERE DI QUELLO CHE HA FATTO E NON DI GENERICHE ATTIVITA’ FILANTROPICHE. DIETRO A TUTTO QUELLO CHE ACCADE IN TOSCANA, SOPRATTUTTO QUANDO GIRANO SOLDI (VEDI MPS E  BANCA  ETRURIA), CI TROVATE I BURATTINAI DI STEFANO BISI E DI MATTEO RENZI.

NON  GROVIGLI BITUMINOSI DA POCO, QUINDI.

COSE MOLTO SIMILI A QUANTO, PER DECENNI, VIVO GELLI, SI SONO SEMPRE FATTE.

PROVATE AD UTILIZZARE I POST (TUTTI) CHE ABBIAMO DEDICATO ALLA CONSORTERIA CHE STA’DIETRO A MATTEO RENZI E VEDRETE CHE LE QUESTIONI TOSCO-MASSONICHE VI SARANNO PIU’ CHIARE.

COMPRESO CHI LO HA SCELTO, DOVE E QUANDO E TRADENDO CHI.

IL PUGNALATORE NON E’ SOLO RENZI.

LA CONSORTERIA CHE LO HA SCELTO QUELLA SERA AL RISTORANTE “LA  LOGGIA”DI FIRENZE USA IL TRADIMENTO E IL DOPPIO LIVELLO COME SISTEMATICA STRATEGIA PER GESTIRE LA COSA PUBBLICA.

CERTAMENTE VI SARA’ CHIARO CHE NON SI PUO’ CONSENTIRE A BISI DI SEMBRARE ANCHE LUI UN BOY SCOUT OLTRE ALLO SCONTATO MATTEO RENZI. IL TROPPO STROPPIA.

BUON NATALE A CHI CI CREDE E A DAVID PARENZO CHE NON DOVREBBE CREDERCI.

ORESTE GRANI/LEO RUGENS




Il post originale è del 18 ottobre 2014 e ora siamo al 25 dicembre  2015!


Non ci eravamo sbagliati : a sorpresa (per altri) , oggi 20 ottobre,  alla Direzione del PD, Matteo Renzi, in accordo con le quinte colonne che lo sostengono dentro Forza Italia, ha cambiato i patti del “Patto del Nazareno” e secondo le logiche che sono illustrate nel pezzo pubblicato poche ore addietro, si prepara a fare per conto suo. O, meglio, come gli dicono di fare i burattinai che da anni lo favoriscono nella resistibile ascesa.

Complimenti Leo.

Come spesso succede, una vittoria viene favorita, se non determinata, da un tradimento. In Toscana, questo avviene quasi sempre. A Siena, durante il Palio, sempre. In molti hanno cercato in questi mesi di trovare la relazione tra Matteo Renzi e la Massoneria. Io, sono tra quelli che sostiene che Renzi non è stato iniziato da nessuno a niente. Intendo dire in ambiente massonico. Dopo, se ha giocato al dottore o se ci gioca ancora, non sono fatti miei. La pseudo massoneria toscana, però con Renzi c’entra e come se c’entra. Solo che la storia è per differenza: è una storia di tradimenti, di doppi giochi, come ormai sempre succede in queste consorterie di affaristi camuffati da fratelli massoni. Gente che sa poco di giuramenti (se non per fare coreografia e cazzeggio) e di comportamenti, in Loggia e nella società profana, con finalità patriottiche.

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Come tutti ricorderete, Matteo Renzi esce vincitore, alcuni anni fa, a sorpresa, da un concorso a premi che viene denominato “primarie” per chi si deve candidare nel PD a fare il Sindaco di Firenze. Vanno a votare 37.468 fiorentini e Renzi, inaspettatamente, becca il 40%! Il solito 40%, direte voi. Come accade? In molti hanno scritto (tutti meglio informati di me) di volontà di cambiamento dei cittadini e della base del PD che aveva scelto il giovane politico pulito. Immaginate se invece, grazie alle tecnologie oggi a disposizione di un qualunque paranoico/cittadino prudente e democratico, noi disponessimo delle registrazioni (solo audio) di una “bicchierata” tenutasi in un ristorante (la Loggia!) a Firenze il 10 novembre 2009, a cui parteciparono gli pseudomassoni più importanti della città e le potessimo rendere pubbliche? A quella cena, li aveva convocati (potendoselo permettere per autorità e legami d’affari) tale Enzo Viani, ex alto dirigente MPS e in quel momento ai vertici dell’organo amministrativo che guidava l’aeroporto di Ampugnano, consigliere di una società del Gruppo Bassilichi, azienda tutt’uno (da sempre) con l’informatica necessaria per far funzionare il MPS. Viani, ovviamente, era iscritto, da anni, al Circolo ricreativo denominato GOI. Viceversa, non sarebbe mai potuto divenire niente, nella vita professionale, per propri meriti. Viceversa, passo dopo passo, ascesa dopo ascesa, il Viani che indice la riunione al ristorante “La Loggia” di Firenze, è lo stesso che amministra Urbs. Sarebbe a dire la Società che gestisce il patrimonio immobiliare di quell’obbedienza massonica che fa capo al Grande Oriente d’Italia. Stiamo parlando di beni che vanno da Villa il Vascello, al Gianicolo a Roma (un vero capolavoro), fino all’ultima delle logge. Tutte  proprietà che nei secoli si sono accumulate per lasciti o altro tipo di operazioni finanziari. Un vero patrimonio.

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Dicevamo di immaginare di poter oggi disporre di quelle registrazioni e venire a scoprire che tutta quella gente “potente”, secondo i canoni tradizionali, riteneva di aver deciso che dalla pantomima delle preferenziali il candidato che doveva poi divenire sindaco di Firenze non dovevano essere Daniela Lastri, assessora comunale uscente; ne Lapo Pistelli, deputato della Margherita; ne tantomeno Eros Cruccolini presidente del Consiglio Comunale; non il boy scout trentaquattrenne Matteo Renzi, rampante Presidente della Provincia ma, Graziano Cioni. Tutti quei potenti cazzoni furono in realtà riuniti per essere loro il diversivo rispetto alla manovra che “il circolo ristretto degli affaristi”, aveva già deciso: facciamo credere che i massoni hanno scelto Cioni invece quando chi di dovere lo chiamerà a rispondere di quanto illecitamente aveva fatto tempo addietro noi faremo vincere il giovanotto Renzi. Così, la nostra vera consorteria non potrà mai essere associata al cattolico apostolico romano Matteo e noi, a tempo debito, sapremo cosa fare con lui e per lui perché siamo noi che abbiamo pensato e ordito ciò che sta avvenendo. Doppio livello all’interno di una struttura segreta usata a paravento. Questa ricostruzione (fantasiosa) piacerebbe a Stefania Limiti e a Paolo Cucchiarelli. Chi è l’esecutore di tanto abile doppio gioco? Denis Verdini (e quindi Silvio Berlusconi) che ci hanno giocato a palla nel lontano 2009/2010 con quei quattro fessacchiotti riuniti al Ristorante La Loggia. Come si poteva chiamare se non così il luogo dove alzare il gomito e recitare la parte dei cospiratori e burattinai? Mentre erano tutti (tranne pochi complici di Verdini) delle marionette. Delizioso il marchingegno: i massoni fatti burattini. Dopo quella mossa (vincente in quanto, ad orologeria, Graziano Cioni fu tolto di mezzo per comportamenti pregressi illeciti), si cominciò a delineare l’embrione dell’accordo del Nazareno. Ecco il segreto sotto inteso che tutti ritengono di conoscere e che noi, in esclusiva, vi riveliamo: Matteo Renzi non è massone (ci mancherebbe pure) ma è semplicemente stato quello che si è prestato a raccogliere il frutto del tradimento massonico del povero Graziano Cioni, furbo ma figlio di un onesto cenciaiolo comunista.

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Renzi, come è oggi evidente a tutti, è figlio di ben altro (distribuzione di giornali!) e, soprattutto, i comportamenti, a suo tempo tenuti in accordo con la famiglia di abili imprenditori, lo candidavano ad essere, facilmente, filo dirigibile. Con Cioni, più di quello che i “compagni” ci avevano già fatto, non poteva essere fatto: a Roma, a Palazzo Chigi, un tipo come Cioni non ce lo potevi mettere. Renzi, sì. Al momento opportuno, gli si sarebbe stata data (se fosse stato necessario) una tirata d’orecchie e, via, si aggiustava tutto. Un giovanilista rottamatore, sembrerà, fin che serve, spontaneo e affidabile a molti italiani gonzi. Utile perfino a Maurizio Crozza. Poi, come mille altri, sarà spento. Da gente alla Denis Verdini che, a loro volta, svolto il compito (importantissimo, ad esempio, quanto fatto per proteggere, in quel momento, il MPS, a Siena, nella primavera del 2011, costruendo  – in accordo con chi vedremo – le inutili ed ingannevoli candidature di Corradi, per le Liste Civiche e di Alessandro Nannini per il PDL/Forza Italia), verranno buttati alle ortiche dopo aver spianato la strada alla transizione renzista. Oggi, questi gaglioffi, non vengono arrestati o chiamati a rispondere delle mille azioni illecite che hanno commesso solo perché non è tempo ed è utile che guardino ancora le spalle all’esagitato ex concorrente della Ruota della fortuna. Che, come tutte le ruote, è destinata a girare. Verdini quindi, in attesa che la Pascale liquidi definitivamente il cavaliere, è al servizio non del Patto del Nazareno o del Cavaliere (come in molti credono) ma del killeraggio da effettuare, al momento opportuno, di Matteo Renzi. Il dopo caduta  Renzi, se non prendiamo in mano, con forza e coraggio, la sorte della Nazione, è a disposizione dei veri padroni di Denis Verdini. Che, ormai, lo ripeto, non sono più Silvio Berlusconi e i suoi ultimi accoliti. Questo è il segreto sotto inteso al Patto del Nazareno. Chi lo ha stilato e sottoscritto non conosce (a sua volta turlupinato), quale ordigno e di che virulenza distruttiva esploderà. Come fu a Piazza Fontana, a Capaci, a via D’Amelio e ogni volta che è stato necessario costruire un “doppio livello” per destabilizzare l’Italia. Questa volta non è simtex ma, come si vedrà, devasterà ugualmente la possibilità che si arrivi ad una qualche forma di sovranità nazionale e alla necessaria convivenza pacifica.

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Oreste Grani/Leo Rugens

 P.S.

La voce di Enzo Viani è inconfondibilmente registrata (a cura dei tecnici incaricati dalla magistratura competente) mentre parla con Stefano Bisi, a quella data ancora non “gran maestro”, ma solo esperto di pallacanestro. Si dice che parlassero di aeroporti e di strategie che definire di potere appare un eufemismo. Vediamo se dopo il reato di ricettazione, chi di dovere, chiamerà Bisi Stefano, a rispondere di altro.

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Comunque, il povero Bisi, avrebbe fatto meglio ad ascoltare le donne e gli uomini di Ipazia giunti a Siena con le migliori intenzioni. Invece ha scelto di  vendere l’anima agli amici di Franco Ceccuzzi. Forse mi sbaglio, ma l’anima , nella primavera del 2011, l’ha venduta anche agli amici di Alessandro Nannini cioè a Denis Verdini/Berlusconi. Oppure, era semplicemente legato a Franco Bassanini, Giuliano Amato, Giovanni Berlinguer. Oppure, solo a Giuseppe Mussari e al Monte, al tempo delle vacche grasse. Oppure, l’anima la venduta, per sempre e da sempre, ai fratelli calabresi che alla fine gli hanno dato i voti determinati” per assurgere alle vette superiori” come mi scriveva, insultandomi, tale Pernicotti Carmelo. Io penso che Bisi l’anima l’abbia venduta, da sempre, a tutti. Bisi è l’arrogante scribacchino che si è saputo paragonare a Papa Francesco durante una trasmissione di Lilly Gruber in onda su La7 a cui era stato, inopportunamente, invitato. Bisi che si paragona a Bergoglio! Non se ne può proprio più! Siete diventati una tale feccia che un repubblicano storico (quale sono) deve arrivare a scrivere che il Papa, Lui sì, è un esempio di etica e di moralità. Vergognatevi per come avete prima utilizzato e poi sputtanato il pensiero mazziniano. Il Papa Bergoglio ha personalità e coraggio sufficiente perché “nessuno sia lasciato indietro”. Come un massone sempre, per tutta la vita, dovrebbe saper fare. Altro che la Mens Sana e i suoi “canestri” ormai vuoti, descritti come pieni per trenta (cinquemila!) denari. Al mese.

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