L’Italia potrebbe entrare in un incubo se democraticamente scegliesse di tenersi Matteo Renzi.

libro Senato

Il 7 ottobre 1994, veniva licenziato e comunicato alla Presidenza del Senato, dalla Prima Commissione (Affari Costituzionali), il documento conclusivo dal comitato di studio sulla questione del conflitto di interessi (D.P.C.M. 12 maggio 1994). A pagina 4, si può leggere:”…dopo quella elettorale, si prospettano riforme di più largo respiro.” Andate in rete, entrate negli archivi di Stato, e chiedete alla vostra amica se mi sono inventato questo passaggio saliente.

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Come sapete, stiamo ancora aspettando! Sono passati venti anni e Benito Mussolini, ormai è evidente, rispetto a questi (oltretutto non rischiano neanche un Piazzale Loreto!), era un vero dilettante della demagogia e dei governi forti. La frase riportata è, dopo un ventennio (cazzoni, ve lo ripeto!), ancora l’asse portante di tutto l’inganno renziano. Le querule ministre che circondano il toscanello, non sanno di recitare/ripetere il copione di venti anni addietro. Cortesemente, smentite che la frase non sia la stessa che usate nelle vostre imbarazzanti interviste e le promesse che fate agli italiani “grulli”, le medesime. Dopo la “rimozione” di quanto il documento (vi ho risparmiato la sua pubblicazione integrale) conteneva, l’Italia si è beccata (grazie alla spregiudicata azione dei troppi Violante), vent’anni di berlusconismo ed ora, se non reagisce, ne rischia altri venti sotto la denominazione mimetica di renzismo. A noi sembra che l’approccio culturale al potere politico di Matteo Renzi e del suo gruppo ristretto di consulenti sia, in modo inequivocabile, continuazione del malaffare berlusconiano e della assoluta assenza di una qualunque sovranità nazionale. Cannibalizzati (cosa c’è ancora da spolpare?) e senza politica estera.

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Nessun paese si potrebbe risollevare dopo un quarantennio di saccheggio e di diseducazione alla democrazia quale ci stanno apparecchiando i nemici della Repubblica. Gli USA e la Nuova Germania (ogg da 25 anni unificata), con un Italia così ridotta ci giocano a “sottomuro”, alla “lippa”, “alle tre carte”, usandoci, tra l’altro, per regolare la loro continua necessità di mediazione. Con la Francia e la Spagna (più tutti gli altri paesi minori) siamo ridotti come siamo ridotti, perché non vogliamo/riusciamo a sottrarci a questo ruolo di “pedine di scambio”. A questa nostra condizione di ostaggi (figlia di una nuova Yalta, USA-Germania), si stanno aggiungendo le varie Ukraina e i vari Kazakstan. La politica estera è tutto (come sosteniamo da sempre) e quella brava persona che è Paolo Gentiloni (appassionato di telecomunicazioni e di poco altro) a giorni se ne accorgerà. Essere legatissimo a Renzi non sarà sufficiente per riuscire a trovare un modo di dare sostanza alla figura (il Ministro degli Esteri) più importante del Governo. Più delicata del ruolo del premier. Dopo un numero impressionante di cazzate lombarde ci prepariamo ad altrettante (se non di più) cazzate, biascicate e aspirate, in toscano. Se non è zuppa sarà pan bagnato. Con i renziani, girano solo promesse e nessun atto rendicontabile e verificabile. I “numeri/annuncio” sono solamente dati per manipolare il popolo degli elettori. Renzi è stato spinto, dai burattinai esperti che lo circondano, in una spregiudicata campagna elettorale, un minuto dopo che il M5S aveva vinto le elezioni (febbraio 2013), raccogliendo il 25,4%. In numeri assoluti, poco più poco meno, di quanto sbandierano i renziani  quando mettono avanti il loro 40,8%. Renzi è stato testato, successivamente, nell’elezioni europee sapendo, chi di dovere, che non più del 50% degli aventi diritto al voto sarebbe andato a votare e che, in tale situazione anomala, il voto “d’opinione” dei grillini si sarebbe letteralmente dimezzato. Il mondo verdinian/berlusconiano, come sa fare (vedi Siena, Firenze e primarie nel PD), ha fatto il resto e la leggenda del 40% (in realtà solo il 20% degli aventi diritto) si sta consolidando nelle menti pirlo/grullesche di un numero più che robusto di italiani in età da voto. In previsione di tale iattura, la speranza è che irrompa la vera maggioranza (50% + 1) e, risvegliatasi dal torpore dell’astensionismo, faccia piazza pulita di questi usurpatori.

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Torniamo al 1993/94. Inutilmente uscirono libri che svelavano, dettagliatamente e in modo documentato, ciò che Berlusconi aveva fatto fino a quel momento e i pericoli che si addensavano per la Repubblica se nessuno avesse fermato, con le buone o le cattive, la “resistibile ascesa del gangster, Arturo Ui alias Berlusconi Silvio”. Un mare di pirloni (il furbo di turno era milanese), nonostante le prove, fecero spallucce e si beccarono, entusiasticamente, il tram “da dietro”. Ora, altrettanti grulli (Renzi è toscano), si preparano a godere, ancora una volta, della devastante “penetrazione” che gli viene proposta. Come si dice: chi si accontenta, gode. In libreria, da ieri, c’è un volume (“L’Intoccabile. Matteo Renzi” di Davide Vecchi, edito da Chiarelettere) che prova a mettervi in guardia, cari compatrioti, sulla eticità di Matteo Renzi e dell’ambiente che lo sostiene. Vediamo di non far fare, a questo libro, la stessa fine di quelli – inutilmente scritti ed editati – nel 1993/4. Cari compatrioti ma cosa vi serve per aprire gli occhi e non portarci, “democraticamente”, dentro ad altri vent’anni di dittatura? A queste difficoltà date dalla pochezza del gruppo dirigente renziano, si aggiungono non poche problematiche che irrompono, in queste ore, sotto varia forma. Una di queste è quella che vede alcuni candidati (nelle loro menti è così) al Quirinale, rischiare di farsi vecchi se Napolitano e suo figlio, non si fanno da parte quanto prima. Romano Prodi e Giuliano Amato, ad esempio, sono due cariatidi della Prima Repubblica e il loro dio potrebbe decidere di chiamarseli prima che riescano a fottere gli italiani dal 2015 al 2022. O uno o l’altro. Romano Prodi nel 2022, avrà 83 anni! Giuliano Amato solo 84. La presa per il culo del “giovanilismo renziano e delle generazioni a confronto”, avrebbe il suo giusto suggello.

Adinolfi

Con buona pace di quello sfegatato renziano che risponde al nome di Mario Adinolfi e che, ancora una volta, ho visto in televisione (Omnibus) ringhiare contro tutti (in particolare ce l’aveva con Giulio Sapelli che ne sa centomila volte più di lui in tutto) a favore di Matteo Renzi “perché è giovane” e “perché è stato stravotato dagli italiani”. Sull’età niente da dire se non che non pochi grandi mascalzoni di cui la storia conserva ferite (che ancora sanguinano), erano giovani quando cominciarono a fare danni. Per quanto riguarda lo “stravoto”, la brutta copia di Giuliano Ferrara (non solo per i chili che prova a spostare ma anche e soprattutto per il vizio del poker che li unisce), evidentemente, si riferisce al solito 40%, farlocco! Il compulsivo mangiatore di tutto, giocatore di poker e sostenitore di Renzi (cortesemente, non lo dimenticate), così come propaganda essere salutare il gioco d’azzardo (soprattutto se entra elettronicamente nelle case e negli uffici degli italiani), sostiene che non c’è uno meglio di Renzi per guidare l’Italia nei prossimi anni. Che i lobbisti che difendono gli interessi dei killer dell’industria del gioco d’azzardo sappiano cosa farsene del tricheco che ho menzionato, mi è chiaro. Viceversa, mi è oscuro (per ora) perché, ad Omnibus, venga così spesso invitato. Vuoi vedere che un giorno (come è stato per il già citato Giuliano Ferrara), si viene a sapere che il violento, sproloquiante, ammiccante, minacciante, opinionista Adinolfi, in realtà, oltre a prendere denaro dalla Repubblica Italiana (il tipo è stato eletto – ah la democrazia! – al Parlamento Repubblicano e ha ricevuto prebende e liquidazione per il reinserimento dopo l’esperienza parlamentare) anche lui era/è/potrebbe essere in organico ad un “paese terzo”. Anche ben pagato come “agente d’influenza” se, inconsapevoli complici, quelli di Omnibus, continuano ad invitarlo. L’attenuante c’è per l’eventuale tradimento del Paese: perdere a poker, costa. Se vuoi onorare i debiti.

Oreste Grani/Leo Rugens

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