Santiago Calatrava: guardiano dello spazio o “pacco” dell’Universo?
“Non posso credere che sto prendendo ordini da un criceto”
Santiago Calatrava si palesa al mondo con l’inaugurazione delle Olimpiadi di Barcellona del 1992. La sua Torre de telecomunicaciones de Montjuïc, infatti, compare sugli schermi televisivi di tutto il globo svettando imperiosamente dalla orizzontalità della città olimpica. La sua forma slanciata e obliqua, il bianco abbacinante che riveste il metallo di cui è fatta, la punta inquietante non hanno alcuna attinenza alle architetture degli stadi e degli edifici circostanti realizzati da Gregotti, Isozaki, Bofill, Fernandez e altri campioni del “postmodernismo”; ma oltre ad essere aliena al linguaggio architettonico del complesso, pare incastrata a forza, anzi lo è. In un certo senso, più che prefigurare il futuro dell’architettura, sembra una pugnalata al cuore di una tendenza – il postmoderno – che si stava esaurendo. Detto in altre parole: “che minchia centra la Torre delle telecomunicazioni con la Città olimpica”, se non manifestare la volontà di spianare la strada a una archistar, anzi di volerla costruire e di imporla come tendenza. Complimenti ha chi l’ha pensata, dal momento che le architetture di Calatrava costituiscono ormai un bel pezzo dell’immaginario, non fosse altro perché i suoi “spazi” sono tra i più ricercati per reclamizzare autovetture e altro. Oltretutto, a me risulta che la Torre non abbia mai trasmesso nulla, è solo un monumento alla gloria del suo finanziatore: Telefónica.

La Torre delle telecomunicazioni, detto tra parentesi, non serve proprio a nulla, è solo un monumento alla società spagnola di telefonia Telefónica
Dopo Barcellona, la carriera dell’architetto ingegnere – aprì il suo primo studio a Zurigo dove prese la seconda laurea in ingegneria – non ha conosciuto soste, lasciando dietro di sé polemiche a non finire, ma non corriamo.
La Torre di Montjuïc era in realtà il trampolino di lancio che lo ha portato a costruire lo stadio olimpico di Atene, via via fino allo sciagurato e incompiuto progetto della Città dello Sport di Roma, passando per la Città delle arti e delle scienze di Valencia o per l’amatissimo ponte della Costituzione a Venezia e decine di altri edifici.
Se Calatrava si meriti un posto nella storia dell’architettura non sta a me dirlo – personalmente non mi piace – ma che le sue opere si accompagnino a polemiche e “biscotti” lo si può affermare tranquillamente, da qui il sospetto che oltre a cimentarsi nell’arte dello spazio il signore abbia fiuto nel far spendere un mucchio di denaro pubblico:
I progetti di Calatrava sono stati spesso oggetto di critica per ritardi nella realizzazione e per eccessivi costi rispetto ai budget previsti. A Valencia la realizzazione della Ciutat de les Arts i les Ciències (la Città delle Arti e delle Scienze) commissionata nel 1996, è durata 21 anni ed ha superato i costi iniziali di 587 milioni di euro con un incremento di oltre il 188% del budget iniziale di 311 milioni di euro, che è così quasi triplicato lasciando un buco nelle finanze della città di 700 mila euro. All’architetto è stata notificata una citazione con la richiesta di 3.8 milioni di euro per danni erariali per le pecche di progettazione del Ponte della Costituzione che collega piazzale Roma alla stazione Santa Lucia a Venezia. Il proprietario di una cantina nei Paesi Baschi, La Bodega Ysios, ha chiesto 2 milioni di euro di risarcimento per la ricostruzione del tetto dal quale entrava acqua. Ad Oviedo, in Spagna, una sala conferenza, il Palacio de Congresos da lui progettata ha subito un crollo. Ad Haarlemmermeer, vicino ad Amsterdam, i costi per la costruzione di tre ponti sono quasi raddoppiati e milioni di manutenzione sono stati spesi dal 2004. A Bilbao dall’inaugurazione di un ponte di vetro 50 persone hanno già chiesto il risarcimento per danni causati dal fondo scivolso. Sempre a Bilbao nel progetto di un aeroporto, La Paloma, non è stata prevista la sala di attesa. A Chicago il progetto di un ambizioso grattacielo, il Chicago Spire, è stato sospeso per problemi finanziari conseguenti la crisi economica del 2008-2013. A Roma, la realizzazione della città dello sport di Torvergata prevista per i mondiali di nuoto del 2009 è rimasta incompiuta (fonte Wikipedia).
Non mi stupirei che un giorno qualcuno mi spiegasse che a che razza di gioco abbiamo assistito.
Vorrei concludere con una piccola nota dedicata al contributo iconografico dato da Calatrava alle scenografie e alle astronavi de “I Guardiani della Galassia”, divertentissimo film della Marvel Production.
Poiché sono di quelli che si leggono i titoli di coda, verso la fine m’è balzato all’occhio il nome di Calatrava, il che mi ha permesso di comprendere da dove proveniva una certa famigliarità delle forme che connotano il film, in particolare la somiglianza tra l’astronave del cattivo e la stazione ferroviaria di Reggio Emilia (modestamente ritengo di essere una dei pochi al mondo ad essermene accorta).
Spulciando un po’ il web ho trovato un articolo (vedi) nel quale si confrontano anche altre architetture di Calatrava con le scenografie del film, oltre all’astronave del protagonista, che, chissà perché, si chiama “Milano”
Alla fine rimane l’impressione che le opere dello spagnolo, così simili a scheletri o esoscheletri nella forma, lo siano anche nel significato, mentre la polpa sia rimasta nelle tasche di architetto, costruttori e amministratori o nella mente di Dio.
Dionisia
Manca dalla lunga lista delle catastrofi anche umane dell ingegnere suizoespano la vicenda impressionante dell operazione turning torso….
"Mi piace"Piace a 1 persona
Carlo, se ne ha piacere, ce ne parli lei.
O.G.
"Mi piace""Mi piace"