In Liguria piove e si diffonde la povertà ma non per la criminalità che anzi è pronta a “usurare” i commercianti e gli imprenditori disperati.
Non si possono guardare le immagini che arrivano dalle terre che si affacciano sul Golfo del Tigullio. Per chiunque, ritengo, vedere tanta devastazione sia straziante. Per me, che ho imparato da quelle parti ad amare il mare, i gelati, la farinata, il pesto, i profumi del pescato, le voci dei dialetti cantilenanti, la tenacia operosa e parsimoniosa della gente, quei filmati sono ormai insopportabili. Così come sentire il nome del Governatore della Liguria, Burlando. Genova e le terre liguri sono travolte e sommerse da pioggia che non si può più definire tale e dalla superficialità complice con cui la politica si è preparata ad affrontare gli eventi atmosferici e le loro ormai prevedibili conseguenze. Capisco che la frase riassuntiva e di sintesi sia, “ormai è tardi”. Ormai, i più, rassegnati dicono: “non c’è più niente da fare”. Quando ripioverà succederà di nuovo perché quando c’era tempo e denaro non si è ragionato e agito con scientificità: adesso consultano i geologi? A me risulta che da anni tutto questo era prevedibile ma che, viceversa, oltre a relegare i “conoscitori della Terra” (i geologi) a non fare niente (disoccupati o pagati in modo infimo) e a non elaborare strategie utilizzando le loro conoscenze, le autorità (Burlando prima di tutti), non hanno saputo fare altro. Mi dicono che in Liguria tutta la politica era presa a dirimere questioni relative a licenze da attribuire ad amici, a speculatori e ad abili corruttori. Il polistirolo non “inchiavardato” (o altri trucchi simili) non è stato usato solo a Massa Carrara perché ci si potesse arricchire smoderatamente e illegalmente. I trucchi hanno creato le condizioni dei disastri Sempre in rigoroso accordo con le mafie che controllano tutta la Liguria. Politica e mafie (oltre a Giove Pluvio) sono gli artefici di tanto strazio e impoverimento. I commercianti, gli imprenditori, a migliaia, rimarranno in attesa di sostegno finanziario che non potrà più venire dalla Carige (la banca che spadroneggiava da queste parti) ormai ridotta, come è anche lei, dalla partitocrazia e dal malaffare uniti in un abbraccio mortifero per l’economia sana. Negli ultimi 40 anni, l’unica funzione che doveva essere salvaguardata in Liguria era quella, con i suoi porti, di scalo delle merci care alla criminalità internazionale: la droga e i rifiuti tossici. Quando possibile, anche le armi. Quando possibile, schiavi stipati nei containers. Quando possibile, merci contraffatte incluse le griffe d’alta moda. A questo servono le coste della Liguria! Che cosa c’entra la prevenzione, la salvaguardia dei luoghi ameni per un turismo unico al mondo?
Il business, in Liguria, si fa in altro modo. Se non volete credere al saccente Leo, leggete, con pazienza, le pagine che seguono riprodotte dal libro dedicate alla Liguria dove ci sono davastazioni di ogni tipo non solo per colpa del Padre Eterno.
Oreste Grani/Leo Rugens