Mi sono sbagliato: a Renzi e ai suoi complici gli è andata ancora peggio di quanto presumessi. Proviamo a non buttare via anche questa occasione
Poche ore prima degli scrutini scrivevo:
IN ATTESA DEI RISULTATI DELLE ELEZIONI REGIONALI IN CALABRIA E IN EMILIA-ROMAGNA: OCCHIO AL PARTITO DEL 50% PIÙ 1!
Mi raccomando, pochi ma attenti lettori, sappiate leggere i risultati delle regionali in Calabria e in Emilia-Romagna. A prescindere da chi sembrerà in testa e da chi vi diranno che ha vinto. Tenete sempre conto dei voti assoluti espressi: certamente, in entrambe le regioni, il 1° partito sarà quello degli astenuti, delle schede bianche e degli insulti affidati alle schede. Chi vi sembrerà aver vinto, rappresenterà – al massimo – il 20% per cento degli aventi diritto al voto. Sempre pochi per il giorno della resa dei conti, “veri”. Non credo di sbagliarmi. Punto
Buona serata a tutti.
Orestino Granetto
Alle ore 19.00 in Emilia-Romagna l’affluenza al voto era del 30,94%, in linea con quanto abbiamo scritto. Dopo il flop delle primarie chiunque dovesse vincere (il PD) in realtà avrebbe perso.
Tira brutta aria per il premier “mezzotoscano”. Anche se lui ci dirà che è tutta colpa di Landini!
Mi sono sbagliato: chi è risultato vincitore, sia in Calabria che in Emilia-Romagna, a mala pena, rappresenterà il 15/16% degli aventi diritto al voto. Un po’ poco per qualunque tirannide! Un po’ poco per voler perpetuare la dittatura partitocratica. Difficile tenera la “piazza” dopo questi numeri dove, tolte le percentuali residue dello zoccolo duro del M5S, a votare per il “mezzotoscano” Renzi e per il suo complice dichiarato, il manigoldo Berlusconi (tenuti oltretutto insieme dal catturando Denis Verdini), ci sono andati solo i “clientes” e di loro, solo quelli vicini-vicini alla greppia. L’8% conferito dai nostalgici delle serate ad Arcore a Forza Italia è, in realtà, il 3,04% degli aventi diritto al voto. Il mio vecchio PRI in Romagna (Forlì, Ravenna, Rimini) prendeva di più. A Renzi e a Berlusconi, sono rimasti gli ascari e qualche vecchio mercenario “belga” (modello anni ’60), per difendere il fortino del privilegio, dell’ignoranza, del pressappochismo, della cannibalizzazione della cosa pubblica, delle donnette pronte a tutto. Dove, una volta il “tutto” si sostanzia nel dare il culo (non metaforicamente!) al vecchio presidente, un’altra volta facendo utilizzare la propria faccia di donna per bene, per parare il culo (metaforicamente) del giovane presidente. Non so chi delle due categorie di donne ha di meno la faccia come il culo, direbbe il sommo maestro Tinto Brass. Cito volutamente uno che di culi se ne intende e, soprattutto, di facce da culo.
L’acquisto di vibratori (per rimanere in tema) con il denaro pubblico non ha certamente portato bene alla donne e agli uomini di Renzi. Tantomeno lo scandalo Hera (la bomba ecologico/affaristica sarà devastante quanto prima e in tutti i sensi!) che si delinea proprio nella Bologna prodiana.
Gli xenofobi della Lega festeggiano il loro …7,22% (degli aventi diritto al voto), in Emilia-Romagna, terra che, nel contempo, ha ritirato ogni consenso a Forza Italia e ai partiti minori della Destra. Contenti loro. Si è trattato di un travaso di voti da destra, a destra estrema. I voti sono passati da uno che non c’è l’ha più duro a quelli che dichiarano ancora di avercelo funzionante. Comunque gente pericolosa questi squadristi leghisti in quanto senza cervello e solo alla ricerca del negro/ebreo/rom/comunista/omosessuale da perseguitare per raccogliere voti. Cosa ti ricorda tutto questo, caro Riccardo Pacifici, a suo tempo nemico giurato del M5S, ora che si delinea un vero fronte antisemita mimetizzato all’ombra dei “cacciatori” di rom e di extracomunitari? I leghisti (e te ne accorgerai) danno la caccia agli ebrei negli stati e fuori dai luoghi dove si fa il tifo. Il nemico era Grillo e le sue denunce del malaffare? Ormai il M5S è un’occasione perduta anche per colpa dei tipi innamorati del saggio e costumato Alemanno quale, ad esempio, eri tu!
Il nostro tormentone interpretativo è che il M5S, continua a pagare (così sarà in futuro e senza altra possibilità) il non arrivo di Beppe Grillo a Roma quella sera quando la maggior parte degli italiani avrebbero appoggiato un atto di coraggio e di fermezza in difesa della scelta di Stefano Rodotà quale Presidente della Repubblica. Quel puImino che perse – inaspettatamente – la strada è costato all’Italia il bis di Giorgio Napolitano e tutto ciò che la replica teatrale si è portato dietro. Il M5S, come pseudo partito, è, ormai, fuori gioco. Non così, per fortuna, i nove milioni di cittadini/grillini che, il 28 febbraio 2013, avevano creduto nella virilità di Grillo e che ora sono, solo loro, la metà del popolo degli astenuti.
Torniamo alla rivolta e all’ordine pubblico: lo sciopero nelle fabbriche – forse – è un’arma spuntata ma, certamente, lo sciopero del voto non lo è stato con la macroscopica, inequivocabile astensione attuata nelle urne elettorali. Neanche il vecchio e stanco Presidente potrà ormai considerare legittimi questo Parlamento e questo Premier. Gente che, se ben ricordo, già all’epoca a norma di legge non erano legittimi. Ad esempio, sarà difficile per il non votato più da nessuno, Ministro dell’Interno, dare l’ordine di reprimere questo tipo di rivolta democratica, consapevole, non violenta. Soprattutto se, improvvisamente, la protesta civile assumesse altre forme per esprimere il disprezzo e il suo odio per la tirannide. Nel Paese e nella Rete, ormai, si sente alta la voce di Sandro Pertini mentre pronuncia la sua invettiva contro i prepotenti e i saccheggiatori dei beni della collettività. Difficile male interpretare l’indicazione contenuta nella frase del grande patriota socialista: “Quando un governo non fa ciò che vuole il Popolo, va cacciato via anche con mazze e pietre”. Forse è il caso di chiedersi se Matteo Renzi sappia chi fosse Sandro Pertini e cosa fossero, per lui, le mazze e le pietre. Certamente il Presidente più amato e stimato dagli Italiani, non intendeva parlare metaforicamente. Forse è ora di chiedersi se il toscanello Renzi sappia fare di conto prendendo atto che “il 40% del 38%” e solo il… 15,2%. Come ci siamo permessi di sostenere dal giorno dopo quel taroccato 40%, Attanasio Cavallo Vanesio Matteo Renzi è sostenuto da uno sparuto “manipolo di fedelissimi”, certamente insufficienti a difenderlo dai calci in culo che l’aspettano se non la smette di cercare la rissa con i lavoratori sopravvissuti, con i precari disperati, con gli italiani onesti sempre più determinati a far valere il dettame costituzionale. Michael Ledeen, o meno, schierato a sua difesa. A proposito di Ledeen e dei suoi amici d’oltre oceano: vuoi vedere che è arrivata la volta buona per fare i conti anche con quelli che non ci hanno mai permesso di scegliere liberamente una strada degna di un popolo sovrano? Quel popolo virile a cui alludeva, con la sua esortazione, l’indimenticato Sandro Pertini.
Oreste Grani/Leo Rugens