Ma il Vattani Mario che ne capisce di Giappone e chi rappresenta oltre il proprio cognome?

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Credo che si percepisca chiaramente. Che mi muovo male. Che mi muovo troppo. Che occupo troppo spazio invisibile intorno a me”. Mario Vattani

Apprendo che Mario Vattani (“figlio di” ve lo scoprite da soli) oltre a cantare canzoni da niente si diletta a ragionare di Mishima sul Foglio di Giuliano Ferrara.

Premesso che, fosse vivo lo scrittore e pazzerello nipponico Mishima, uno come il Vattani lo prenderebbe a pedate nel sedere, ci chiediamo cosa comprenda della cultura giapponese – una pallida eco di quella cinese come sentenziava un mio caro e colto amico che trent’anni fa mi iniziò alla figura di Mishima – il nostro cantante di “rock identitario (Bandiera nera, Squadristi, W l’Itaglia…)“. Sappiano i nostri quattro lettori, che, per esempio, i tatuaggi di cui si fregia il “figlio di” sono per il cittadino giapponese sinonimo di delinquenza, tale da impedire al suddetto di frequentare, per esempio, le piscine pubbliche del paese del Sol Levante.

Sappiano i nostri lettori che “giurare alla Repubblica” non rende automaticamente intelligenti o sapienti e che non rispettare il merito e le capacità è per me un tradimento della collettività e del suddetto giuramento.

Eppure il Vattani ha vissuto (vive ancora?) da anni e anche in Giappone a spese del contribuente italiano, ma a fare che?

Così, ammirando lo splendido corpo del colto e angosciato Mishima – uno che il corpo maschile lo adorava sinceramente sia nella sua fisica purezza sia nella raffinata rappresentazione dei pittori occidentali (famoso il suo desiderio di coricarsi con il ritratto di San Sebastiano del Reni) –, nessun fregio colorato vi appare, quanto la sofferenza di un popolo che ha subito l’ignominia di una sconfitta meritata nonché l’onta della violenza che ha perpetrato sul corpo di migliaia e migliaia di donne cinesi e coreane. Non sarà certo il fuoco nucleare e la morte di decine di migliaia di innocenti a purificare un mondo chiuso e autoreferenziale, e non sarà certo un “figlio di” a svelarne i segreti.

Infine dichiariamo che quali interpreti del Giappone contemporaneo preferiamo di gran lunga Kurosawa, Imamura, Kitano  o Miazaki, intelligenti e colti e raffinati intellettuali capaci di riflettere sul senso e sull’arte della guerra assai più di tanti loro disperati connazionali, così come, agli improvvisati esegeti della cultura isolana, preferiamo i Maraini o i Marazzi.

Per concludere vi infliggerò l’autodescrizione del “figlio di” e vi chiedo se sia mai possibile che sia stato instradato alla carriera diplomatica uno che fa il tifo per “una modernità possibile al di fuori dei canoni sinora imposti dalle potenze coloniali europee“. Quale modernità, di grazia, quella incarnata dai voracissimi Alemanno e Storace che bazzicava? Ma vaffanculo va!

Dionisia

P.S. Personalmente l’acciaio giapponese lo tengo riposto in un cassetto, in attesa di impratichirmi nell’arte della cucina.

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Note biografiche

Nato a Parigi il 7 luglio 1966, fino all’adolescenza Mario Andrea VATTANI vive con la sua famiglia in Francia in Gran Bretagna: il padre, diplomatico, presta infatti servizio per oltre 10 anni a Parigi e a Londra.

Vattani entra nel sistema scolastico inglese e francese, ma trascorre lunghi periodi in collegio in Gran Bretagna e in Germania, sin dall’età di otto anni. Impara quindi correntemente da giovanissimo l’inglese, il francese e il tedesco. Dopo alcuni anni, la passione per l’arte e la cultura del Giappone lo porterà ad apprendere correntemente anche la lingua giapponese.

Nello stesso periodo cresce il suo interesse per le arti figurative, per il teatro, e per la musica.

L’ingresso in diplomazia.

Nel 1989 si laurea con il massimo dei voti in Scienze Politiche.

In seguito all’esame di Concorso per la Carriera Diplomatica nel 1990, in cui risulta primo classificato su 42 nelle prove scritte ed in quelle orali, il 4 marzo 1991 viene nominato Volontario nella Carriera diplomatica.

Da quel momento, alterna incarichi legati ai temi che più lo appassionano: da una parte la promozione economico-commerciale e il sostegno alle imprese italiane, dall’altra il servizio dedicato agli italiani all’estero.

USA: promozione commerciale e difesa degli interessi delle imprese italiane.

Viene trasferito all’Ambasciata a Washington nel 1995, e subito si trova a difendere con successo le imprese italiane produttrici di pasta, nella causa “antidumping” promossa dai produttori americani, che rischiava di chiudere il mercato americano alle nostre aziende.

Cura poi i rapporti con il FMI – dove in diverse occasioni accompagna l’allora Ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi – e con la Banca Mondiale. D’intesa con l’allora Presidente Ismail Serageldin, svolge un ruolo decisivo per la partecipazione della Banca Mondiale alla “Conferenza Mondiale sul Patrimonio Culturale” che si terrà a Firenze nel 1999.

Sempre a Washington, avvia contatti tra aeroporti americani e italiani, e conduce il negoziato che porterà all’attesissima apertura del collegamento diretto Roma – Washington.

Egitto: l’impegno per gli italiani, per i minori sottratti, per i detenuti italiani all’estero.

Nel 1999 viene trasferito in Egitto, dove è nominato Console al Cairo, e avvia un’azione innovativa per migliorare i servizi consolari a favore dei cittadini italiani e egiziani, e per reprimere le frodi (in particolare per prevenire la falsificazione di permessi di soggiorno), guadagnandosi a più riprese l’apprezzamento delle Autorità egiziane.

Nel 2000, il Console Vattani è il primo in tutta la rete diplomatica italiana ad ideare e sviluppare il moderno sistema di “appuntamenti telefonici” per i richiedenti un Visto (successivamente esteso a tutta la rete del Ministero), eliminando così le indecorose e umilianti code del pubblico di fronte all’ingresso del Consolato.

Crea un gruppo consultivo sul turismo italiano, per migliorare l’efficienza dei servizi resi ai connazionali che visitano l’Egitto, allora quasi 800.000 l’anno.

Nei locali del Consolato realizza uno spazio espositivo dedicato all’emigrazione storica italiana in Egitto, per rafforzare l’immagine culturale e sociale della nostra comunità.

Risolve numerosi delicati casi di sottrazione di minori e allo stesso tempo segue le difficili vicende dei detenuti italiani.

Al Ministero dell’Agricoltura con Gianni Alemanno

Nel 2001, promosso Consigliere di Legazione, viene chiamato da Gianni Alemanno e nominato Consigliere Diplomatico presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

Organizza la prima visita del Ministro in Egitto, paese di cui conosce bene le opportunità del settore agricolo, e avvia così il negoziato per il “corridoio verde” Italia-Egitto.

Un altro negoziato che Vattani conduce nel 2001, e concluderà poi con successo quando verrà assegnato all’Ambasciata d’Italia in Giappone, riguarda l’accesso al mercato giapponese delle arance rosse di Sicilia, che si trascinava da 15 anni.

La sfida di aprire il Giappone alle imprese italiane.

L’interesse per il Giappone e la conoscenza della cultura di quel Paese gli vale l’assegnazione di una Borsa di Studio della Commissione Europea (ETP) per un soggiorno di studio in Giappone nel 2003.

A Tokyo, Vattani supera con successo gli esami di proficiency in lingua e cultura giapponese, e l’anno successivo viene assegnato all’Ambasciata d’Italia, con funzioni di Capo dell’Ufficio Commerciale.

L’Amb. Mario Bova, lo qualifica nelle note sul suo servizio “un funzionario di eccezionale caratura professionale”. Gli affida la conduzione delle fasi cruciali del dossier “Consiglio di Sicurezza – Giappone”. Ma l’incarico più impegnativo che Vattani è chiamato a svolgere e’ quello della promozione dell’immagine dell’Italia in Giappone, attraverso una grande rassegna “Primavera Italiana”. Vattani ne cura ogni aspetto, idea e realizza il catalogo degli eventi in programma, i principali dei quali vengono inaugurati nel 2007 dal Presidente del Consiglio Prodi, dal Ministro degli Esteri D’Alema e dal Vice Presidente Rutelli.

Anche grazie alla sua conoscenza corrente della lingua giapponese, riesce a mobilitare la rete di comunicazione, sia della stampa sia della televisione.

Nel 2007 Vattani viene nominato Cavaliere Ufficiale dell’Ordine al Merito dal Presidente della Repubblica Napolitano.

A Roma come responsabile delle relazioni internazionali della Capitale.

L’anno successivo Vattani rientra a Roma con l’incarico di Consigliere Diplomatico del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

A Vattani viene affidata la gestione dell’intero quadro delle relazioni internazionali della Città di Roma, in stretto collegamento con la Farnesina. Riorganizza la Direzione Affari Internazionali presso il Gabinetto del Sindaco, rafforzando il coordinamento con la Farnesina e con il Corpo diplomatico. Intrattiene quotidianamente rapporti con le tre reti di Rappresentanze diplomatiche presso il Quirinale, la Santa Sede e presso la FAO.

Il suo incarico prevede tra l’altro la pianificazione e l’organizzazione delle visite e degli incontri istituzionali, la promozione internazionale della Città di Roma e della sua realtà produttiva, le iniziative di solidarietà internazionale e le attività a favore dell’educazione allo sviluppo e ai diritti umani, la cooperazione allo sviluppo (cd. cooperazione decentrata). Nel 2009, durante la Presidenza italiana del G8, Vattani cura l’organizzazione del cd “Civil G8″, una sessione speciale degli Sherpa G8 con i rappresentanti della società civile, rimasta una tappa significativa nel percorso fino al Vertice. E’ stato questo un momento importante per sottolineare l’attenzione che la Presidenza italiana ha dedicato ai temi dello sviluppo e al coinvolgimento della società civile.

Tra gli incarichi assegnatigli vi è anche quello di assicurare maggiore visibilità al ruolo di Roma quale sede del “Polo Agroalimentare Mondiale FAO-IFAD-PAM”. Vattani organizza, con la convinta collaborazione del Direttore Generale della FAO Jacques Diouf, il “Forum Mondiale della Società Civile – Food Sovereignty Now”, in parallelo con il Vertice della FAO del novembre 2010. Viene successivamente firmato un Protocollo tra il Comune di Roma e il PAM che avvia una stretta collaborazione per le varie campagne di sensibilizzazione e per l’educazione allo sviluppo.

Su richiesta del Sindaco, Vattani segue anche il delicatissimo tema della convivenza delle numerose comunità migranti presenti nella Capitale: tiene costanti contatti con le Ambasciate e con i rappresentanti di queste comunità, organizza visite di importanti delegazioni, guidate da Capi di Stato e di Governo, venute in Italia provenienti da Romania, Albania, Bulgaria.

Per allargare l’area del consenso, il Consigliere Vattani punta su un rafforzamento del programma di cooperazione decentrata del Comune, un efficace strumento d’azione non solo nei confronti del mondo dell’associazionismo e del volontariato, ma anche delle comunità migranti.

Non è facile ottenere fondi, ma Vattani, intervenendo personalmente presso i membri del Consiglio Comunale, riesce a triplicare i fondi in bilancio destinati agli interventi di cooperazione decentrata. Allo stesso tempo, esercita un efficace monitoraggio e controllo di questi programmi dando il via a un più stretto collegamento con la Direzione Generale per la Cooperazione del MAE, e con la FAO.

Il trasferimento a Osaka e il rientro a Roma.

Il 23 marzo 2011 Mario Vattani viene nominato Ministro Plenipotenziario, e trasferito a Osaka con l’incarico di Console Generale. Forte dei suoi contatti, della sua conoscenza del territorio e della cultura giapponese, in pochi mesi rilancia l’attività del Consolato, che – a seguito del tragico terremoto del marzo 2010 – era rimasto privo di funzionari diplomatici, e senza candidati per ben due liste di trasferimento.

Dai suoi incarichi a Roma Vattani ha tratto non solo un importante bagaglio di esperienza, e una rete di contatti istituzionali che ha potuto poi mettere a frutto nelle sedi all’estero a vantaggio dell’Italia e delle nostre imprese, ma anche un’esposizione mediatica che in alcune occasioni gli è costata attacchi politici.

Da ultimo, il richiamo a Roma da Osaka, da parte del Ministro degli Esteri Giulio Terzi nel maggio 2012, per un’esibizione musicale estemporanea in una festa di Casapound Italia, avvenuta quasi un anno prima della sua nomina a Osaka.

Nel maggio 2012, più di 70 parlamentari firmavano ben quattro interrogazioni in suo favore, offesi dal fatto che nel testo del provvedimento con cui il ministero insisteva per il richiamo di Vattani, addirittura la militanza del diplomatico nel Fronte della Gioventù negli anni ’80 veniva considerata “incompatibile con la rappresentanza dell’Italia all’Estero”.

Il richiamo fu infine giudicato illegittimo in una sentenza del TAR del Lazio emessa il 28 novembre 2012, ma al momento della sentenza Vattani era ormai stato fatto rientrare in Italia da diversi mesi.

La partecipazione alle elezioni del 24-25 febbraio 2013

Il 22 dicembre 2012, accetta la candidatura per La Destra al Senato per la Campania, proposta dal segretario nazionale Francesco Storace.

Vattani conduce una intensa campagna elettorale a Napoli e in Campania, con un fitto calendario di incontri e di attività sul territorio ed un’ampia copertura mediatica, mirando a ricompattare il fronte dell’area di destra, notevolmente frammentato, e concentrandosi sulle tematiche dell’internazionalizzazione delle numerose imprese campane con vocazione per l’export.

Durante la campagna elettorale, non mancano dei forti segnali di sostegno dal Giappone, dove Vattani conta su una solida rete di contatti nel mondo economico e politico. In particolare, messaggi di incoraggiamento arrivano dal Sindaco di Kyoto, Daisaku Kadokawa, e da parte di importanti esponenti del Partito del Primo Ministro Shinzo Abe, l’LDP (Partito Liberal-Democratico): il Ministro per la Ricostruzione, Akira Amari, e Katsuyuki Kawai, Presidente della Commissione Esteri del Parlamento giapponese.

Nel contesto generale di un’elezione fortemente influenzata dall’anti-politica, le liste de La Destra in Campania ottengono un risultato che, se da una parte conferma la presenza sul territorio e la fiducia dell’elettorato, d’altra parte con circa 20.000 voti ottenuti, non raggiunge la percentuale necessaria per l’ingresso in Parlamento.

Incarichi in Giappone tra cultura e promozione

Nell’aprile del 2013 Vattani riceve dall’Università di Tokyo Takushoku un prestigioso incarico di ricerca nel campo delle relazioni internazionali, su Italia e Giappone dalla restaurazione Meiji al 1945, nel contesto del vasto movimento  mondiale iniziato dopo il conflitto russo-giapponese del 1905, che di fatto ha preceduto la decolonizzazione. In quel periodo prende forma per la prima volta nel mondo non-occidentale, la visione di una modernità possibile al di fuori dei canoni sinora imposti dalle potenze coloniali europee. Si tratta di una tematica attualissima, nel momento in cui le sfide globali vedono i grandi paesi emergenti svolgere un ruolo da protagonisti nel futuro del nostro pianeta.

Dal 2012 Vattani è Presidente onorario della “Japan Italian Food Association”, con sede a Tokyo.

Parla correntemente inglese, francese, giapponese e tedesco. Appassionato di arte e di musica, sin dai primi anni ottanta ha dato vita a diversi gruppi rock e blues. Inoltre ha composto musiche per cortometraggi, e ha partecipato a mostre fotografiche e di pittura.

Per molti anni ha praticato il tiro con l’arco e il Kendo – la scherma giapponese – di cui è secondo dan.

Vive attualmente tra Roma e Tokyo, con la moglie e due figli.