Amici e nemici “giurati”, musulmani ed ebrei, tutti insieme, appassionatamente, nella Ur-Lodge “Amun”? Difficile da credere ma, forse, cosa possibile
“Il-logica di un conflitto. La logica fuzzy applicata alla crisi tra Israele e Libano”.
Questo libro (che altre volte vi ho citato), scritto con grande attenzione scientifica da parte di ben cinque studiosi “transdisciplinari” (Facchinetti, Franci, Mastroleo, Pagliaro, Ricci), parla del conflitto tra Israele, Libano, Popolo palestinese e milioni di ebrei, cristiani, musulmani. Ne parla usando anche la matematica e la quantistica. Con fatica e con passione, gli studiosi si inoltrano nella illogicità di quel conflitto. Tutto faticosamente vano! Oggi, i cinque possono apprendere come sono andate le cose, nelle guerre – ininterrottamente – combattute, dal 1948 in poi, comprando il libro di Magaldi…
Su questo tema geopolitico, infatti, il Gran Maestro Gioele Magaldi, fondatore in dissenso con il “Grande Oriente d’Italia” (GOI) del “Grande Oriente Democratico” (GOD), ascrive tutto quanto accade, da settant’anni, in quelle terre martoriate dagli odii, dalle paure reciproche, e dalla cecità delle guerre (una volta iniziate), all’esistenza e alle attività “complottistiche” della UR-LODGE “Amun”.
Quelle che riproduco sono le pagine 356/357 del volume:
che contengono, senza possibilità di equivoci, l’elenco dei supposti membri della suddetta super loggia. La tesi audace (ma, come sapete, da queste parti, “audace ci piace”) è che tutti quei massoni (quindi persone fra loro “fratelli e sorelle”) mentre i rispettivi popoli si “scannavano” in guerre interminabili ed “il-logiche”, in realtà erano tutti complici in un solo disegno. Quale sia questo disegno fatico a comprendere sia che ci si trovi di fronte alla solita avidità umana e contorta che a semplice passione morbosa per l’occulto. Ipotesi terribili entrambe e, al tempo stesso, semplici.
Dedico questa soluzione suggestiva (è esistita una tale Loggia e al suo interno si è giocato il destino dei popoli palestinese ed ebreo)s all’uomo che più di altri mi avvicinò alla complessità dei saperi, grande critico letterario (oggi passato a miglior vita), cabalista, conoscitore della Divina Commedia come pochi, Paolo Milano. Spero che esista un aldilà e che Paolo m i mandi a dire cosa pensa di un tale groviglio bituminoso prospettato dal Gran Maestro del GOD. Giro, inoltre, questa pagina inquietante, a tutti gli ebrei che ho conosciuto, a tutti i musulmani, a tutti i cristiani e ai seguaci di qualunque altro credo o religione abbia incontrato nella mia vita. Agnostici ed atei, compresi. In particolare modo, dedico questo spunto di riflessione al Rabbino Scialom (detto Mino) Bahbout, oggi non più a Napoli ma, mi dicono, Rabbino Capo della Comunità ebraica di Venezia. A lui, i miei rallegramenti e auguri di cuore per il prestigioso nuovo incarico. Dedico le affermazioni “impegnative” di Gioele Magaldi, all’amico dei bei tempi andati, Ammon Barzel, conoscitore di arte moderna e contemporanea come nessuno. Lo saluto – telematicamente – perché, ormai, si è ritirato a vivere, da tempo, in Israele. Inoltre, questo apparentemente contraddittorio e imbarazzante elenco, lo suggerisco a Itzhak Pakin, ovunque si trovi, perché rifletta sul male che, con superficialità, ritenne di potermi fare. Così segnalo, affettuosamente, questa pagina “paradossale” a Giuseppe Roma, Paolo Mieli, Rivka Rinn, Dan Segre, Roger Abravanel, tutti personaggi di grande valore culturale che, negli anni e per diversi motivi, ho semplicemente conosciuto o, in alcuni casi, frequentato. Senza dimenticare, infine, l’intelligentissima storica dell’arte, oggi esperta di “canalizzazione” di fondi europei, Laura Caserta che, per una “misura attiva” di due righe, postata in “rete” da una anonima “manina” (in guanti bianchi?) utile a diffamarmi e “togliermi di mezzo” (era il 14 febbraio 2012), volle rimuovere, in un istante, il senso e il valore di un lavoro (Lo Stato Intelligente. I finanziamenti europei per l’innovazione e per la sicurezza), con tanta dedizione e rispetto reciproco, ideato, avviato e realizzato nel migliore dei modi.
A meno che, essere “troppo patriottico” (espressione che Laura Caserta ritenne opportuno usare per descrivermi a terzi) non significasse, per lei “sorella” di qualcuno, che, ad esempio, sarei rimasto, tutta la vita, perplesso di fronte ad un guazzabuglio come quello descritto a pag. 356 del volume citato.
Sì, rimango perplesso e, soprattutto, determinato a chiedere, nel recondito della rete, a chi ne sa più di me sul tema del Medio Oriente, lumi sull’ammucchiata descritta a pag. 356 del libro in oggetto.
Rimango in attesa che qualche “illuminato” faccia luce su quanto, a me, rimane oscuro.
Oreste Grani/Leo Rugens