Valentina Nappi ovvero come la diminuzione della governabilità derivi dalla perdita di legittimità e di autorità delle istituzioni
Gentile signorina Nappi, abbiamo provveduto, come le sarà facile verificare, a chiarire nella rete, contestualmente scusandoci con i nostri 4 lettori, il gioco provocatorio che avevamo costruito facendo riferimento al suo nome e alla sua intellettualità. Gioco che, come lei perentoriamente ci ha richiesto, abbiamo fatto cessare immediatamente. Rimane la simpatia per lei e per la sua evidente vivacità intellettuale. A prescindere dalla permalosità che non volevamo urtare.
Buon lavoro e buon divertimento a lei che, giovane e bella, se lo può permettere.
Nel richiedere ai nostri pochi (ma mai distratti) lettori, un segnale di attenzione alla notizia che, in esclusiva, abbiamo dato del ritrovamento della tesi di laurea della bella e “boccacciata” Valentina Nappi, ci aspettavamo (lo diciamo senza ipocrisie) un risposta affermativa ma mai potevamo immaginare un’ovazione come abbiamo ricevuto. Evidentemente, le fattezze della signora, fanno “alzare in piedi”, per approvazione, anche i morti. E, comunque, voi pochi ma intelligenti lettori, non sembrate, maschi o femmine che siate, certamente, “dei morti dormienti”. Non a caso, spesso, i nostri post finiscono con l’esortazione canora e politica,”nessun dorma”. Doverosamente e coerentemente, ci inoltriamo, quindi, sul terreno che amiamo di più (del vero, del falso e dell’autentico), lasciando, ancora una volta a voi, la soluzione dell’enigma se ci si trovi di fronte ad una disinformazione (voluta da Leo Rugens) o meno.
Il primo dei brani promessi relativi al tema “dell’apatia e della democrazia” che la Nappi ha inserito (sapientemente e seduttivamente), nella tesi di laurea sostenuta (la nostra fonte così ci informa), il 21 dicembre 2011, alle ore 9:00, presso l’Università La Sapienza di Roma, Facoltà di Scienze Politiche, è quello che segue, da leggere, con la dovuta attenzione e il nostro richiamo, ad alcune espressioni del tipo “…In pratica, la questione centrale é quella della governabilità”, “La diminuzione della governabilità deriva dalla perdita di legittimità e di autorità delle istituzioni”.
Samuel Huntington inizia la sua relazione sulla crisi della democrazia negli Usa evidenziando come tra gli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta si sia raggiunta una situazione contraddittoria: il massimo di partecipazione politica e il minimo di partecipazione al voto. […] L’aumento della partecipazione fu la reazione alla concentrazione del potere nelle mani del potere esecutivo, in particolare del governo federale, a favore della riaffermazione del potere del parlamento e si sostanziò in una rinnovata spinta verso l’ideale di uguaglianza e nella nascita di movimenti rivendicativi delle minoranze e delle donne. Un’altra contraddizione stava nel cosiddetto «squilibrio democratico», cioè nel fatto che il governo nello stesso tempo aumentava la sua attività, ma diminuiva la sua autorità. Due furono i fattori che, secondo il sociologo Usa, determinarono l’aumento dell’attività di governo: la corsa alla spesa militare e soprattutto la «svolta assistenzialistica», che rappresenta la risposta alle domande collettive sorte sull’onda della spinta democratica degli anni Sessanta. L’aumento dell’attività governativa produce a sua volta l’aumento del deficit e del debito pubblici, l’inflazione, l’aumento della pressione fiscale e la crisi finanziaria. In sostanza, per Huntington, «la vitalità della democrazia negli anni Sessanta sollevò interrogativi sulla governabilità della democrazia negli anni Settanta. […] L’impulso della democrazia è di rendere il governo meno potente e più attivo, di accrescerne le funzioni e ridurne l’autorità». Del resto, la partecipazione produsse una maggiore ideologizzazione e soprattutto una perdita di fiducia non solo verso le istituzioni statali ma anche verso quelle non statali, come le grandi corporation, che perdono più consenso di tutte le altre istituzioni. Anzi, a differenza di altre epoche storiche, sono proprio i più attivi e partecipanti a nutrire maggiore sfiducia verso il governo. […] Dunque, rispetto a questa situazione, per Huntington la domanda da porsi non è più «chi governa?», ma «qualcuno governa?». In pratica la questione centrale è quella della governabilità, che Huntington definisce come dipendente «dal rapporto tra l’autorità delle sue istituzioni di governo e la forza delle sue istituzioni di opposizione». La diminuzione della governabilità deriva dalla perdita di legittimità e di autorità delle istituzioni. […] Huntington attribuisce parte della responsabilità ai mass media e soprattutto al rafforzamento del potere del parlamento. Di conseguenza, ritiene che vada potenziato il potere dell’esecutivo: «Se si vuole ripristinare l’equilibrio tra governo e opposizione, va rovesciata la tendenza al declino del potere presidenziale e va pure potenziata la capacità del governo di governare».
Non male, per una semplice “gola profonda”. La corvina (per le chiome e il pube autenticamente neri!) Nappi, come vedete, ha fatto scelte culturali nette che non lasciano dubbi sulla sua intelligenza e comprensione di cosa oggi affligga la democrazia, in giro per il Mondo, in Usa, in Europa, e, massimamente, in Italia. Altro che culo, tette e bocca “pronta a tutto”! Comunque, buona lettura, senza porvi troppo il problema se la Valentina Nappi, laureanda o laureata, di cui scrive questo blog, sia proprio quella intervistata da Maria Latella e messa, da qualche mese, al centro del sofisticato dibattito voluto da MicroMega e dalla sua intelligente redazione.
Leo Rugens/Oreste Grani e la redazione tutta
Ehm, già….peccato che però il saggio di Huntington (scritto insieme a M.Crozier e J.Watanuki) fosse un manifesto anti-democratico. Come riporta Gioele Magaldi nel suo “Massoni. Società a responsabilità illimitata”, il testo dice: “In svariate istanze chi sia più esperto, o più anziano nella gerarchia, o più bravo, deve poter mettere da parte la legittimazione democratica nel reclamare per sé l’autorità. […] Curare la democrazia con un tasso ancora più elevato di democrazia è come mettere benzina sul fuoco”.
Quindi, semmai, la democrazia è in crisi grazie a elitisti di questo stampo…
"Mi piace""Mi piace"
Questo Paese malandato, ogni volta mi sorprende: ci sono sempre più persone che sanno bene come stanno le cose (ed emmanuelstorage è evidentemente una di queste) eppure gli anti-democratici continuano a fare come più gli aggrada. Grazie per la vigile attenzione e… per aver colto il senso del gioco. Che ho intenzione di proseguire.
"Mi piace""Mi piace"
Caro emmanuelstorage, come vedi continuo il gioco e le citazioni che troppo facilmente hai saputo individuare. Comunque la situazione è veramente tragicomica e sembra andare oltre le mie ingenue provocazioni. Se condividi, ti sono grato anticipatamente
"Mi piace""Mi piace"