Romano Prodi e la “Carica dei 101”

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Noi, tutta la vita, staremo con i piccoli dalmata dell’indimenticabile film d’animazione “La Carica dei 101”. Con i 101 contro Crudelia/Prodi. Viva, quindi, i “cento e uno” (chiunque essi fossero), che non votarono Romano Prodi, spinti dal sentimento (condivisibile) di non vederlo seduto al posto che fu di Sandro Pertini. O se non lo votarono, per motivi meno nobili, oggi è indifferente. A noi, comunque, ci sembrò uno scampato pericolo.

Come sapete, in questi giorni, si avvicina, nuovamente, per la Repubblica (già tanto provata), il pericolo di essere guidata da Romano Prodi.

In troppi, tranquillizzati dall’aspetto e dall’eloquio soporifero del signore di una certa età, bolognese e sano ciclista, stanno per abbassare le difese, vedendo in lui il male minore. E, invece, questa scelta sarebbe la definitiva svendita della residua sovranità nazionale. Prodi non solo è l’uomo dell’euro ma è, anche e soprattutto, quello che, assumendocene i rischi, vi descriviamo, da tempo, in questo blog:  è un mercenario che opera soprattutto sulle “piazze estere” ma che non disdegna (vedi Bologna scandalo Hera dove è ben rappresentato tramite il fratello) di attivarsi anche in patria.

Se Prodi dovesse divenire il Capo dello Stato, ne trarremo le conseguenze, emigrando nel più accogliente e seduttivo Marocco. A prescindere dalle alluvioni (rarissime in quella terra e qui, invece, ormai frequentissime), il regno macrebino sarebbe mille volte più affascinante, rassicurante, ospitale, ambientalmente sana di un’Italia guidata Romano Prodi.

Oreste Grani e la redazione tutta.


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