Riceviamo e pubblichiamo. Valentina Nappi: “Sentite a me, l’alta velocità, nella vita e a letto, non funziona”
Riblogghiamo questo post che tanta fortuna ebbe alcuni mesi addietro riflettendo sul particolare che a Roma il sindaco Marino, ha deciso che i trasporti pubblici debbano essere “velocizzati” dall’esperienza (in TAV) del senatore Stefano Esposito. Tra il serio e il faceto pensiamo di aver detto a quella data cosa pensiamo di alcune scelte logistiche legate ai trasporti. Saltate a piè pari lo scherzo legato alla Nappi colta (comunque non è certo una stupida) e godetevi le riflessioni sulla classificazione dell’atto terroristico che hanno ancora un qualche valore attuale.
Con l’augurio che non si debba mai riscriverne per fatti di cronaca romana.
Oreste Grani sempre più perplesso rispetto alla situazione legata a come si ritiene di affrontare la complessità di un imminente afflusso straordinario (Giubileo) di visitatori a Roma. 5 settembre 2015.
Gentile signorina Nappi, abbiamo provveduto, come le sarà facile verificare, a chiarire nella rete, contestualmente scusandoci con i nostri 4 lettori, il gioco provocatorio che avevamo costruito facendo riferimento al suo nome e alla sua intellettualità. Gioco che, come lei perentoriamente ci ha richiesto, abbiamo fatto cessare immediatamente. Rimane la simpatia per lei e per la sua evidente vivacità intellettuale. A prescindere dalla permalosità che non volevamo urtare.
Buon lavoro e buon divertimento a lei che, giovane e bella, se lo può permettere.
Doverosa premessa, a scanso di “fastidiosi” equivoci:
sono stato e sono un estimatore del settimanale “Il Male” (anni’70) e considero la stagione del “vero e del falso” che quella testata ha saputo magistralmente rappresentare, strumento prezioso per interpretare, con saggezza, non pochi avvenimenti contemporanei.
Valentina Nappi (riteniamo che sia realmente lei l’autrice delle considerazioni che ci pervengono) dice la sua (con preghiera di pubblicazione) a proposito di sabotaggio, terrorismo, insurrezione armata contro i poteri dello Stato. La bella ragazza corvina, dice di essere rimasta colpita, negativamente, dai ragionamenti sul tema terrorismo/sabotaggio/No-Tav di Angelino Alfano, Maurizio Lupi e ha sentito, per questo, suo dovere intervenire soprattutto dopo essere stata “sdoganata culturalmente” grazie alla famosa intervista rilasciata a Maria Latella e pubblicata, audacemente, sulla prestigiosa rivista MicroMega. Intorno alle attività eversive degli anarco/insurrezionalisti, Valentina Nappi, lei sì grande esperta di destabilizzazione di equilibri ormonale e familiari, interviene nella rete, tramite il nostro blog, e precisa cosa siano, per lei, sabotaggio, terrorismo, insurrezione armata. Il materiale ci è pervenuto elettronicamente e quindi non siamo in grado di garantirne l’autenticità. Potrebbe essere un documento/intervento, sia vero che falso. Difficilmente potrà risultare “autentico”, secondo la nostra classificazione. Comunque, ce ne assumiamo la responsabilità e pubblichiamo il testo pervenuto. Lo facciamo, per prima cosa, per stima della nostra eventuale futura presidentessa della “Repubblica delle banane” (con i nomi che circolano tipo Vittorio Feltri, Anna Finocchiaro, Giuliano Amato, tutto è possibile) e poi perché alcune considerazioni contenute nel testo le condividiamo. Chi vivrà, vedrà.
La Redazione
“Sono, a modo mio (e che modo! ndr), un personaggio del mondo dello spettacolo. Di rappresentazione quindi voglio parlare a proposito di quanto sento dire, a sproposito, di terrorismo e sabotaggio. Mi dedicherò a dire quattro concetti sul sabotaggio perché il terrorismo non mi può riguardare neanche lessicalmente e lo lascio evocare ai sessuofobi e agli ipocriti. Voglio parlare di sabotaggio che sia quello di una linea ferroviaria o, più semplicemente, del non luogo che, per semplicità, chiamerò “rete” o, come mi dicono che i nostri antenati chiamavano questo “continente”, cyberspazio. Che bel nome romantico e accogliente! Torniamo alle banalità che sento pronunciare anche dagli uomini di governo. Il sabotaggio, che sia virtuale (sulla rete internet) o tangibile (sulla rete ferroviaria), vuole essere una performance, un atto teatrale, un gesto compiuto per un pubblico con cui si tende a divenire complici e da cui, spesso/sempre, si vuole essere apprezzati. Cosa pensate che io faccia quando mi mostro, mi slinguo (fino all’inverosimile), mi propongo con tutte le mie “entrate in galleria”, se non un sabotaggio del ciò che è previsto (nella sessualità) con la regolarità e la puntualità che solo i treni sanno avere. Sono anch’io una sabotatrice e penso di sapere come ragionano i sabotatori dell’ovvio. Chi ha sabotato la “rete ferroviaria” voleva compiere un performance mettendo nomadicamente in connessione il teatro della vita quotidiana, il teatro tradizionale e, tramite i media e i nuovi custodi/sentinelle vigili e sempre capaci di ricevere e di amplificare le informazioni ovunque nascano nella rete, il teatro virtuale.
Chi ha compiuto il sabotaggio (non voglio sentir parlare, quindi, in accordo con il mio mito Renzi, di terrorismo perché questo termine riguarda e rappresenta il mondo della censura, dei divieti, della morte) chiede lentezza e rifiuta l’alta velocità. Ma non solo quella dei treni! Chi ha sabotato ritiene suo diritto/dovere contestare e respingere un potere tanto autoritario da voler imporre il proprio metro di “tempo” (ad “alta velocità”, appunto) perché, dopo il territorio reale, i dittatori, desiderano/vogliono ora tentare di invadere anche lo spazio/tempo privato ed intimo dei cittadini. Segnare quei territori che si attraversano ad alta velocità, non è solo, quindi, conquistarli ma piegarli ad una disciplina che vuole essere una sola cosa con lo spreco sacrificale vetero-capitalistico. L’alta velocità, come poi vedremo, è un buttare via le opportunità date dalla lentezza. Se la maggioranza degli esseri viventi (persone, vegetali e animali fino agli spiriti che abitano le pietre) non sapesse cosa farne di tanta velocità e fosse attratta, viceversa, da scelte che elogiano la lentezza, cosa dovrebbe fare, povera lei maggioranza, se non, “civilmente e culturalmente”, sabotare le attività violente decise dalla minoranza adoratrice dell’ipotesi che si possa raggiungere, con un treno lanciato a trecento chilometri all’ora, il futuro? Quale futuro?, è la domanda che non si può più eludere.
L’orologio a pendolo (chi lo vuole veloce e chi lo vuole lento) sta per mettere la collettività italiana a dura prova. L’assenza di un ragionamento pacato e di un confronto sul modello di spazio/tempo, capace di farci trovare il gesto atletico per risalire l’asta del pendolo, spinge alcuni cittadini/paganti a rappresentarsi, in modi sguaiati, sabotaggi compresi. Gli altri attori, non conoscendo bene la parte (dei “governanti”) per cui sono stati ingaggiati e ogni fine replica pagati, in scena ragliano battute di altre rappresentazioni. Quelle che, confusamente, ricordano. Battute di tragedie andate in scena trent’anni addietro. Con tutto un altro pubblico e su un altro palcoscenico. Come è successo ieri al signor ministro, Maurizio Lupi.
Sentite a me che di velocità e di lentezza ne capisco come “nessuna/o”: vivere prevede di saper elogiare la lentezza e, dalla “lentezza”, saper trarre godimento. Altrimenti, si chiama, “eiaculazione precoce”.
Vedete voi cosa è meglio: l’alta velocità o la lentezza consapevole, prolungata e – reciprocamente – rispettosa e soddisfacente? Anche e soprattutto, nell’orgasmo. Sentite a me che me ne intendo: a letto, così come nella vita, l’alta velocità non funziona.
Valentina Nappi.”
Fin qui la nostra pulzella.
P.S.
Se qualche affettuoso lettore mi ha voluto fare uno scherzo, sappia che l’ho gradito moltissimo. La prova è data dalla pubblicazione integrale del testo che ho ricevuto. E che pubblico, senza censura, e ad “alta velocità”.
Oreste Grani
Mi sembra un’ottima metafora. Brava!
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Con vivo e vibrante compiacimento, colgo che cominciate ,in molti, ad apprezzare la sagacia e la preparazione della bella Valentina. Diciamo la verità senza ipocrisie: è anche una bella donna!
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Beh, io l’ho scoperta proprio come “intellettuale”: definiva il pensiero di Vittorio Sgarbi “disarappante”, e considerava Benigni l’altra faccia della medaglia, in quanto entrambi poco scomodi.
http://www.today.it/gossip/valentina-nappi-vittorio-sgarbi.html
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Sono certo che alcuni di voi sappiano tutto (dico proprio tutto) della bella e intelligente Nappi. Il divertente sarà scoprire che anche lei si tiene informata dei vostri pensieri e del vostro appassionarvi alle sue attività intellettuali. E sentire cosa ne pensa.
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Mh.
E sentiamo, vah!
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Mi sembri un navigatore intraprendente: potresti essere il tipo della nostra impavida eroina. Provar non nuoce.
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Sicuramente avrebbe molto da dire sull’illustrazione del mio blog.
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Molto bene.
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Avrebbe sicuramente qualcosa da dire sull’illustrazione del mio blog.
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Oooops…”disarrapante”, con due “r”. Con una sola, manca di forza.
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Con la nostra bella pensatrice strategica, con una o due erre, il risultato non credo che possa cambiare. O no?
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L’ha ribloggato su Leo Rugens.
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