“Chi scommette sul terrorismo vuole farci dimenticare chi siamo.” Renzi. Che il Presidente del Consiglio (a tempo determinato) parlasse per se

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In momenti tanto complessi dove vengono uccisi francesi – 20 tra vittime e carnefici – e, una bambina kamikaze di 10 anni, che non posso quindi in nessun modo definire “carnefice”, in Nigeria, per conto di Boko Haram, porta all’inferno, specularmente con Parigi, altrettante (20) persone, non sarebbe sano fermarsi a parlare di Matteo Renzi. Ma il problema che è lui che non tace e se ne esce, in attesa di andare a rappresentare l’Italia alla manifestazione che è tenuta ieri a Parigi, con una frase che, detta da uno come lui, diventa finanche “oscura”. All’ora, anche se il ragionamento che segue sembra entrarci come “i cavoli a merenda”, noi rispondiamo che chi scommette sul terrorismo (anzi, chi ha sempre scommesso sul terrorismo) si illude di farci dimenticare chi, in realtà, esso sia. Difficile con dei sanniti teste dure quali siamo (dure le nostre teste e pericolosissimi i nostri trascorsi storici, avendo piegato, a 90° gradi, persino i consoli romani facendoli passare, mostrandoci le terga, sotto le famose “forche caudine, oltrettutto dopo averli sconfitti in campo aperto) provare a farci dimenticare chi è amico di chi e chi è stato (lo è ancora?), oggettivamente, amico di terroristi e di mestatori, a loro volta, nemici della convivenza civile e della libertà dei popoli. E così, in ore dove non è strategico (e quindi “sicuro”) fare sconti a nessuno, vi proponiamo, a futura memoria, il brano che segue e vi consigliamo di farne un bel quadretto da appendere nella vostra dimora o, semplicemente, nella vostra memoria, a seconda di come gradite. Basta anche la memoria elettronica del vostro computer. Comunque, fate qualcosa e non rimuovete l’informazione contenuta.

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PRESIDENTE. Ammiraglio Martini, perché aveva dato questo parere sulla inopportunità che Ledeen venisse in Italia?

MARTINI. Intanto quando Ledeen veniva in Italia andava direttamente dal Presidente della Repubblica, che aveva conosciuto quando era Ministro dell’interno. E la cosa non mi piaceva. Secondo, perché Ledeen aveva avuto da uno dei miei predecessori 100.000 dollari per fare delle conferenze sul terrorismo, che erano assolutamente rubati. E poi perché era un individuo che lavorava a margine della CIA, e la cosa non mi piaceva. Era un professore dell’Università di Georgetown negli Stati Unti.

http://www.parlamento.it/parlam/bicam/terror/stenografici/steno54.htm

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Martini era una persona straordinariamente intelligente e, come spesso accadeva – a quei tempi – con gli ufficiali di Marina, anche culturalmente preparato. Inoltre era un uomo di visione e di senso dello Stato.

Dopo decine di post, da parte nostra e di altri ben più autorevoli blogger dedicati al vecchio cattivo, Michael Ledeen (anche lui – però – maledettamente intelligente, colto e preparato e, quindi, molto pericoloso vedi nostro post Avanti così, perché nulla rimanga nell’ombra – Leo Rugens), vi dobbiamo ancora dire che chi ne è amico o usufruisce dei suoi consigli è, senza possibilità di errore, legato e subalterno a chi ha alimentato, in alcuni casi dopo averlo addirittura artificiosamente costruito, proprio il terrorismo internazionale?

Gli ambienti di riferimento politico/culturali di Ledeen (Kissinger/Haig/Bush) organizzano da decenni, appunto, quei maxi happening terroristici che si chiamano guerre e, per farlo, non lasciano nulla di intentato. Sono le guerre (oltretutto mai vinte) tipo Afghanistan, Iraq, Somalia, ora Siria che, lasciando solo ferite aperte, coltivano rancori e addestrano abilità che, successivamente alle stragi effettuate nei vari scenari con i più diversi mezzi (aerei, elicotteri, carri armati, proiettili di artiglieria, massacri a distanza ravvicinata) diventano il vero retroterra e l’alibi motivazionale e culturale del terrorismo diffuso tra la gente moltissimo in quegli stessi luoghi e molto meno – per ora – dalle nostre parti, indirizzato come elemento di ritorsione verso quei paesi che hanno partecipato (chi più chi meno) alle carneficine. Questa è la sola logica ricorsiva e coattiva che questi adoratori del dio Marte sanno usare. Altro sangue e altre gocce di petrolio. Altri campi di papavero e altro sangue. Altre terre rare per i propri gadget elettronici, ed altro sangue. Altre armi e altre gocce di petrolio. Comunque, per fare i conti in modo onesto, Torri Gemelle comprese (quasi 3000 morti), stiamo parlando di non più di 3200 vittime civili cadute, in “occidente”, negli ultimi 13 anni, a fronte di un numero macroscopicamente più grande di decessi provocati, nei territori contesi, a discapito di persone non arruolate negli eserciti o nelle varie polizie. Solo in Iraq si dice esistano un milione di vedove. E non intese nel senso metaforico del linguaggio massonico.

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Tenete conto che, in Francia, non c’erano attentati di questa gravità e numero di vittime, dai tempi della guerra in Algeria (anni ’50/’60) e che, viceversa, per questioni politiche e religiose “tra algerini”, i civili (moltissime erano donne giovanissime) caduti (molti sgozzati) sono stati più di 200.000 mila negli ultimi venti anni. Immaginate (lo dico per una forma di rispetto alla sofferenza che provoca negli esseri umani che vengono colpiti), che “di macete”, nelle stesse ore in cui cadevano i francesi (20 compresi gli assassini), in Nigeria, Boko Haram, faceva 2.000 vittime. In questo caso, il “doppio zero” fa la differenza. Eccome! Nigeria e petrolio (lo sa molto bene l’ENI di Scaroni/Descalzi) sono una sola cosa e si vedrà drammaticamente durante la campagna elettorale per le presidenziali, da poco incominciata. Ogni goccia di sangue, una goccia di petrolio.

Ogni tanto provate a ricordare che, sia pur in linea teorica (non è possibile usarle con questi standard altrimenti si fonderebbero per il surriscaldamento e per mancanza di munizionamento) le armi automatiche sparano con cadenze misurabili in decine di migliaia di colpi all’ora. Quanti teste di cazzo vedete nei filmati che i media trasmettono, sparare verso il cielo raffiche nel nome della grandezza di Allah? Vi siete mai posti la domanda di quanti proiettili si usano solo in quelle messe in scena? Le armi automatiche “pisciano proiettili” ad una velocità fantasmagorica, soprattutto per le aziende che li producono.

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Anche la brillante laureata Valentina Nappi conosce queste problematiche e, non a caso, nella sua tesi “La diminuzione della governabilità deriva dalla perdita di legittimità e di autorità delle istituzioni” ha introdotto la frase che riportiamo (Ogni arma fabbricata, ogni nave da guerra inaugurata, ogni missile lanciato comporta, a ben vedere, una specie di furto ai danni di coloro che sono affamati e non hanno nutrimento, di coloro che hanno freddo e non sono vestiti. Questo mondo in armi non sta solamente spendendo denaro. Sta spendendo il sudore dei suoi operai, l’intelletto dei suoi scienziati, le speranze dei suoi giovani. Questo non è affatto un modo di vivere legittimo e sensato. Dietro alle nubi di guerra c’è l’umanità appesa ad una croce di ferro.) relativamente all’industria militare statunitense. Industria militare che (sia pur in modo non esclusivo) ruota intorno a Wall Street e agli ambienti conservatori neo aristocratici latomistici di cui, sempre di più, si sentirete parlare. A questi ambienti ben predisposti alla “tirannide” e poco libertari, appartiene, come anche in questo post affermiamo, Michael Ledeen.

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I tanti “Ledeen” sono pericolosi, per la Pace tra gli uomini, come degli “imam/califfi cattivoni”, elevati all’ennesima potenza. Rimuovere che gente come lui “sa (anche) scommettere sul terrorismo”, è da deficienti o da opportunisti mascalzoni. Pensare, prima di dare fiato alla bocca, caro Renzi! Terza ipotesi non è contemplata. Per quanto riguarda, quindi, il legame tra il massone americano ur-lodgista antidemocratico Ledeen e il boy scout Renzi, decidete voi perché, a giorni, in Italia, ci sarà l’elezione del Presidente della Repubblica e, dopo, se gli riesce il colpo, il mezzo toscano potrebbe svelarvi la sua vera natura di tiranno messo lì a decidere per voi tutti, dagli ambienti ultraconservatori internazionali di cui sopra. Gente che, briffata proprio da Ledeen, dal primo giorno, “scommette” sul giovane, ambizioso, ciarliero toscano.

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Ambienti delusi (in parte), dagli esiti dell’opzione “terrorismo destabilizzante” che pure avevano – abbondantemente – utilizzato, in Italia, dal 1969 in poi. Gente che non si è mai sentita (fino in fondo) di affidare i propri interessi a un “indisciplinato megalomane” come il Cavaliere Silvio Berlusconi. Gente che, come testimoniò agli organi competenti del PSI, Claudio Martelli al ritorno da un suo viaggio negli USA (si insediava in quella occasione Ronald Reagan e, Martelli, guidava la delegazione socialista italiana invitata alla cerimonia), di uno come Craxi si sarebbe certamente fidata tanto che fu proprio Michael Ledeen (che rappresentava, sin da allora, alcune Ur-Lodges antidemocratiche e, in particolare, parlava a Martelli a nome di Alexander Haig) ad avvicinare il giovane, colto, intelligente, di bell’aspetto esponente craxista e a confermarglielo. Del messaggio politico “prospettico” riferito da Claudio Martelli agli organi del suo partito, vera svolta della storia contemporanea del nostro Paese, ho certezza, per motivi “personali”. Inoltre, esiste una relazione scritta (così si usava fare all’epoca nei partiti) dove Claudio Martelli afferma: “Ho visto parecchia gente della nuova amministrazione (Reagan ndr) ma ritengo di non poter fare nomi eccetto uno, quello di un collaboratore del Segretario di Stato Alexander Haig, il professor Michael Ledeen. Mi ha confermato quella che mi sembra l’opinione più diffusa: nei rapporti tra gli USA e l’Italia gli interlocutori del futuro siamo noi socialisti e la DC, ma a condizione che si rinnovi”. Questa affermazione, che non lascia spazio ad equivoci, è riportata anche a p. 273 del volume “Il pistarolo“, Marco Nozza, Il Saggiatore, Milano 2006. Una nota in calce, presente nello stesso volume, dice, tra l’altro: “Ledeen era lo stesso che avrebbe fatto da tramite nella famosa telefonata tra Craxi e Reagan nella notte di Sigonella; lo stesso agente d’ambiente che aveva avviato l’affare Iran-Contras e che, ultimo ma non ultimo, sarebbe stato il protagonista intellettuale dei falsi dossier sull’Iraq, artificioso pretesto di Bush (UR-Lodge Hathor Pentalpha) per scatenare la guerra contro Saddam Hussein.” Guerra (mai vinta) tenutasi in Iraq, quindi, territorio dove, ci risulta, è insediata l’ISIS a cui, riteniamo, si ispirino molte di quelle teste di cazzo di terroristi che poi uccidono i francesi e gli ebrei. Altro che Sigonella. Il mondo socialista (Craxi/Martelli/Spinello/Nisticò/Labriola) che usufruiva del piduismo e del binomio spregiudicato Berlusconi/Dell’Utri era il prescelto dai vari “Ledeen” statunitensi. Il craxismo e Bettino sapete che fine hanno fatto. Il cavaliere piduista Silvio Berlusconi era il meno peggio e per un po’ alcuni pseudo massoni, sperarono che andasse bene. Ma, come sapete, l’efficiente imprenditore lombardo, si rivelò troppo inaffidabile. Minorenni comprese.

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Successivamente, i maggiorenti delle Ur-Lodges antidemocratiche (di cui sentite e sentirete sempre più parlare), in tempi più recenti, sono rimasti esterrefatti, alla prova dei fatti, dalla pochezza di Mario Monti e di Enrico Letta. Per questa serie di delusioni, ma determinato a sottrarci definitivamente qualunque barlume residuo di sovranità nazionale, a nome dei “guerrafondai” di cui sopra, Michael Ledeen sostiene e consiglia “Carrai” e il  “bussante” (in senso latomistico del termine) “pronto a tutto”, Matteo Renzi. Perché dovremmo fidarci di un tale trito e ritrito groviglio putrescente e maleodorante? Non è lo stesso Ledeen? E’ un omonimo? Bene, che il Capo del Governo  lo dicesse che è un omonimo innocuo, invece di parlare di “terrorismo” ispirato dall’ISIS. Di chi era “figlio” Bin Laden se non  dei riccastri sauditi e di un ramo della sua famiglia stessa, gente miliardaria  in dollari, in stretti rapporti d’affari  proprio con altri esponenti delle UR-Lodge di cui sentirete, in modo ossessivo, sempre di più parlare? Gente tutta riconducibile alle frequentazioni quarantennali di Ledeen. A quale volontà di sopraffazione dell’uomo sull’uomo, si deve il groviglio in Afghanistan? A chi dobbiamo accollare i carabinieri morti (inutilmente) a Nassyria nella mai vinta guerra irakena? Chi ci restituirà tutti i miliardi di euro che ci stanno costando queste subalternità? Mentre in Italietta si gioca la carta/scartino “Renzi”, comunque per mettere “paura” (ulteriormente) alla gente e definitivamente spingerli vesto l’apatia (senza pathos), lasciandoli, di fatto, senza emozioni e capacità reattive, non è detto che non ritorni l’uso del “terrorismo tattico” (questa volta, oltretutto, c’è l’ISIS, caldo-caldo) da parte degli stessi ambienti che hanno generato, negli anni ’70, il groviglio bituminoso (terrorismi di tutti i colori e di tutte le collocazioni politiche) con cui hanno messo a “piombo e fuoco” il nostro amato e bellissimo Paese. Oltretutto ambienti che non disdegnerebbero di togliere di mezzo il troppo autorevole e votato alla Pace, Papa Bergoglio/Francesco.

Forse è ora di chiedere a Michael Ledeen, da parte – ad esempio – dei sempre attivi cittadini deputati del M5S, in che data precisa ha messo per la prima volta piede in Italia e cosa volesse dire l’amm. Fulvio Martini quando affermava, sotto giuramento e sul suo onore di ufficiale, che dal Servizio erano usciti 100.000 dollari (a quell’epoca erano una maxi cifra) per pagare una paccottiglia di disinformazioni costruite dallo stesso Ledeen per accecare/deviare/turlupinare/rincoglionire i nostri già problematici ambienti istituzionalmente dedicati, si fa per dire, alla sicurezza nazionale. Cornuti e mazziati.

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In nessun paese al mondo l’opinione pubblica tollererebbe un tale affronto e offesa alla propria intelligenza e sicurezza. Fuori gli imam predicatori di odii ma fuori anche, come richiedeva saggiamente Fulvio Martini, i troppi “Michael Ledeen”. Anzi, cominciamo proprio dal lui, se vogliamo parlare di pace, di equità e di Strategia di sicurezza nazionale ed europea. Invece, da noi, complice la stampa, accade che, impunemente, Matteo Renzi parli di “terrorismo” e di “memoria”. È proprio vero che alla spudoratezza non c’è mai limite.

E poi, i ben pensanti, se la prendono con la costumata, intelligente, filosofa Valentina Nappi. Che, almeno lei, sa di cosa si parla quando cita Samuel Huntington, il discorso di Ike Eisenhower e i comitati d’affari guerrafondai pseudo-massonici che ambiscono di dominare il Mondo. Tutti ambienti, questi ultimi, che non disdegnano di usufruire, anche, dei contraccolpi del “terrorismo”. Quest’ultima cosa, almeno qualcuno, gliela doveva mandare a dire a Matteo Renzi.

Nappi tricolore

Nappi bianca, rossa e verde

Oreste Grani/Leo Rugens che, imperterrito, continua metterci la faccia e non solo quella.