Emma Bonino sta male. Per stima e affetto, da oggi, da laico quale sono, prego per la sua guarigione
Cara Emma, anni addietro, prima dal mio studio a piazza S. Lorenzo in Lucina e poi in un appartamento sito a Lungotevere dei Mellini, presenti Antonio de Martini e Giovanni Negri, molti mesi prima che il Partito radicale lanciasse la sua campagna elettorale caratterizzata dallo slogan di Emma for President, ti pensai, con gli amici citati, quale prima Presidentessa della Repubblica, eletta direttamente dal Popolo sovrano. Come è andata a finire, lo sai meglio tu di me. Il tuo nome fu usato, sostanzialmente, per prendere qualche voto in più. Mi sembra che si raggiunse l’8%. Avrei preferito una capacità strategica maggiore da parte di Marco Pannella. Ti meritavi ben ben altro e certamente saresti stata un’integerrimo Capo dello Stato, difensore ad oltranza del dettame costituzionale e degli interessi sostanziali degli Italiani tutti. Avvicinandosi l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica ritengo abbia sentito il dovere etico morale di rendere pubblico l’attacco che stai subendo dalla malattia. Anch’io sono stato malato di cancro e, come ho sentito il bisogno di parlarti del mio sogno politico etico e culturale, ho ritenuto parimenti ti condividere con te, anche per un solo istante di intimità, questa informazione ben augurante: sono guarito. Certo, piccola, forte, onesta donna politica, io non avevo mai fumato. Comunque, da laico, comincio a pregare per te perché tu possa superare la grande prova e sfuggire al “Granchio d’acciaio” che vuole ghermirti. Sappi che penserò a te e alla tua guarigione, ogni giorno.
Oreste Grani