Tra il “ratto norvegese” Amato e la bella “topa corvina” Nappi non c’è partita: annullata per manifesta inferiorità dell’avversario

ratto norvegese

Gentile signorina Nappi, abbiamo provveduto, come le sarà facile verificare, a chiarire nella rete, contestualmente scusandoci con i nostri 4 lettori, il gioco provocatorio che avevamo costruito facendo riferimento al suo nome e alla sua intellettualità. Gioco che, come lei perentoriamente ci ha richiesto, abbiamo fatto cessare immediatamente. Rimane la simpatia per lei e per la sua evidente vivacità intellettuale. A prescindere dalla permalosità che non volevamo urtare.

Buon lavoro e buon divertimento a lei che, giovane e bella, se lo può permettere.


Finalmente, in vista della prima votazione per l’elezione del Presidente della Repubblica, si accende, nella rete, l’attenzione sulla relazione possibile esistente tra Giuliano Amato e una delle tante Ur-Lodge massoniche che si spartiscono il potere sul globo terraqueo. Così, ieri, è stata formulata, da qualcuno giustamente desideroso di sapere, la “digitazione delle cento pistole” che è giunta, telematicamente, fino a noi, nonostante marginali e ininfluenti quali siamo: giulianoamato urlodge

Chi sia, secondo noi, Giuliano Amato e perché non sia opportuno che si insedi al Quirinale (temiamo di non essere accontentati visto l’articolo del “Il Fatto Quotidiano” che vi riproduciamo in calce al post), lo si può leggere esplicitamente nei brani che gli abbiamo dedicato, in tempi non sospetti.

Non facciamo scherzi! Mai Giuliano Amato al posto che fu di Sandro Pertini

Nella selva oscura dei segreti da svelare: Bassanini e Amato i Dioscuri di Siena

Bugiardi ed extra-terrestri – Indovinello, 1994 Bettino Craxi

Se avete interesse all’argomento, siete serviti. E noi, se viene scelto quel brutto e cattivo “ratto norvegese“, siamo fritti.

Su cosa siano le Ur-Lodges, quindi, abbiamo deciso di dilungarci, in questo post odierno, perché è ora che anche i 4 gatti (più quello di Zlabya) che ci seguono affettuosamente, sappiano di cosa si tratta e perché da qualche tempo torniamo sull’argomento. Per provare a spiegarci saccheggiamo, liberamente ma rispettosamente, due fonti, entrambe attendibili: la tesi si laurea della nostra Valentina Nappi di cui vi ricordiamo l’impegnativo titolo “La diminuzione della governabilità deriva dalla perdita di legittimità e di autorità delle istituzioni” e, il recente 1° volume della trilogia “Massoni – Società a responsabilità illimitata” scritto da Giole Magaldi con la collaborazione di Laura Maragnani, libro di grande successo ormai alla sua terza ristampa in poche settimane.

Gli approfondimenti che seguono, come dicevamo, sono un product mix di elaborazioni/citazioni dei due testi.  A volte leggendo la tesi di laurea della Nappi, ho la sensazione che qualche “ritaglia e incolla”, lo abbia fatto proprio “appropriandosi” di brani estrapolati dal volume editato, coraggiosamente e con lungimiranza, da Chiarelettere. Comunque, per simpatia, intelligenza e bellezza, a Valentina si perdona tutto. Anche un eventuale plagio. Veniamo alle delucidazioni sul delicato argomento “UR-Lodges” tenendo sempre conto che il tema sotto inteso è …Amato sì, Amato no!

Le così dette Ur-Lodges sono super officine libero-muratorie sganciate e sopraelevate rispetto alle tradizionali comunioni latomistiche su base nazionale (come sono ad esempio la Gran Loggia unita d’Inghilterra, il Grande Oriente di Francia, il Grande Oriente d’Italia, una qualsiasi delle obbedienze statunitensi legate ai singoli Stati dell’Unione eccetera), formatesi proprio a partire dalla seconda metà dell’Ottocento e consolidatesi nel corso di tutto il XX secolo.

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Le Ur-Lodges, sin dalla loro origine, appaiono molto più avanzate e moderne, anche sul piano dei rapporti tra i sessi, delle contemporanee (otto-novecentesche) officine inquadrate all’obbedienza delle comunioni tradizionali del circuito massonico maggioritario ufficiale anglo-americano. Sin dall’inizio, infatti, fedeli ad una impostazione coerentemente “planetaria e universalistica”, le Ur-Lodges affiliano, in termini di assoluta parità, sia uomini che donne (è questo approccio, alla super moderna/contemporanea Valentina Nappi – saggia ipaziana a sua insaputa – è piaciuto moltissimo), superando con disinvoltura qualsiasi pregiudizio maschilista e paternalista.

All’interno di tali consessi, comunque molto selettivi e riservati, vengono ammessi sia fratelli massoni già iniziati in officine dei circuiti nazionali ufficiali, sia libere muratrici gravitanti, ad esempio, nell’area della Grande Loge symbolique écossaise mixte internazional “Le droit humain”, e di altre realtà massoniche femminili e miste. Le UR-Lodge ci risulta, inoltre, accolgano soggetti di entrambi i sessi ancora estranei ad ambienti esoterici massonici e non, ma comunque individuati come “iniziabili” in virtù del loro specifico peso sociale, economico, culturale e politico-istituzionale, oltre ad una certa attitudine alle ricerche filosofico-sapinziali.

Insomma, le Ur-Lodges nascono elitarie e molto selettive ma non necessariamente orientate in senso conservatore, reazionario e neo aristocratico. Anzi, molte di esse si sono formate e si sviluppano con finalità dichiaratamente progressiste e radicalmente democratiche.

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Dice la Nappi sentita da un nostro redattore suo appassionato fans:” Se me lo chiedete, vi confesso che sento la necessità di condividere quella che per me – durante le ricerche bibliografiche propedeutiche alla stesura della tesi di laurea – furono vere sorprese rispetto al mondo”misterioso” (passatemi l’espressione) a cui mi stavo avvicinando, sia pur attraverso la semplice lettura di testi. Aver scoperto, ad esempio, che alcuni dei miei miti (intellettualmente parlando) non solo erano massoni ma erano stati iniziati in quel tipo di Ur-Lodges progressiste di cui  avete appena fatto cenno, mi riempiva di sorpresa e di felicità. Oggi so, grazie alle letture fatte per prepararmi alla Laurea, che Eric Arthur Blair in arte George Orwell (l’autore di “1984” e “La fattoria degli animali“) e il più grande degli economisti di tutti i tempi, John Maynard Keynes, erano entrambi affiliati alla Massoneria e in particolare a Ur-lodges a chiara impostazione democratica e progressiste. Grazie alla lettura degli scritti di questi due giganti della storia sapienziale, ho potuto mettere a punto quella  teoria politica, economica sociale che ho provato a sintetizzare nella mia tesi di laurea. Studi comunque senza i quali, ambienti come Micro Mega, Wired o la sia pur gentile signora Latella, si sarebbero presi gioco di me.

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Con voi, di Leo Rugens, mi sono sentita libera di dire la mia sulla TAV e la velocità intesa come valore o meno … anche a letto luogo dove sento di essere sufficientemente autorevole (vedi post Riceviamo e pubblichiamo. Valentina Nappi: “Sentite a me, l’alta velocità, nella vita e a letto, non funziona”). Oggi, mi spingo oltre e provo ad argomentare su i nomi che girano quali possibili Presidenti della Repubblica Italiana e quindi, se avessi avuto l’età di legge, come dite voi, miei concorrenti “per il posto”.

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Se fossimo a Disneyland, uno che (sia pur vecchissimo) è così tanto assomigliante a Topolino (Giuliano Amato) ci potrebbe pure stare come Capo di tutti noi che, ormai, quale popolo, siamo un po’ ridotti a dei “Pippo“, “Pluto“, “Paperino e “Paperina“. Ma, viceversa, siccome siamo in Italia (paese sì sgarrupato ma non di cartapesta come vorrebbero farci credere), ho deciso di oppormi con tutte le mie forze, intellettuali e “relazionali” (conosco – anche biblicamente – un sacco di gente!) perché l’ipotesi “del pensionato più volte pensionato d’Italia” (ma è vero che ha già 4 pensioni?), non prevalga, facendo in modo che ad insediarsi al Quirinale sia Amato a beccarsi l’appannaggio implicito. Il tutto, alla faccia di mia zia Mafalda che, a mala pena, prende di pensione 500 euro per tredici ratei, cifra sufficiente (forse!) per non morire di fame. Mia zia, per vostra informazione, ha 92 anni e dice di ricordarsi, perfettamente, Amato da ragazzo. Zia, ad onore del vero, potrebbe sbagliarsi perché – ogni tanto – ha degli sbalzi di pressione. Ora chiederò a qualcuno di più attendibile tra i signori informati che frequento se è vero che questo Giuliano Amato e lo stesso che è stato, nel secolo trascorso, il migliore/peggiore consigliere di Bettino Craxi. Così dice di ricordarsi, zia Mafalda. Se fosse vero, che cosa ci andrebbe a fare al Quirinale, 25 anni dopo quei tempi tormentati, uno che, già all’epoca di zia Mafalda, “storceva” il cinghialone Bettino Craxi?

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Oltretutto, Bettino, consigliato da Giuliano Amato, nonostante si accoppiasse con una super gnocca quale Moana (figura di donna esempio illuminante per tutte noi ragazze un po’ disponibili), è finito molto, molto, molto male. Evidentemente, penso io, deve essere stato pessimamente consigliato proprio dal “ratto” di cui mi permetto di scrivere. Dobbiamo “beccarci” Giuliano Amato, solo perché, sul Colle, ce lo vogliono piazzare i “grembiulini” affiliati a quelle Ur-Lodges – elitarie e antidemocratiche – di cui accenno nella mia tesi di laurea e considerate, oltretutto, dai non profani della materia, tra le “peggiori e violente” del Mondo”?

Quando dicevo che ci sono UR-Lodges buone e UR-Lodges cattive, tenete conto che mia zia Mafalda, prima che la deportassero nella estrema periferia, era vicina di casa (zia abitava a via Frangipane, a due passi dal Colosseo), di Enrico Manca (ex presidente della RAI, ormai deceduto), Walter Veltroni (dopo aver fatto il sindaco prese casa da quelle parti) e Giorgio Napolitano (quando non era ancora Presidente della Repubblica). Mia zia è una donna che, pur non essendo sorda, ha, per motivi professionali, appreso la lettura delle parole sulle labbra. Grazie a questa capacità, sostiene di aver sentito/visto i tre politici confidarsi, nelle loro conversazioni che avvenivano, con discrezione, nelle strade del quartiere Monti, quanto non fosse opportuno fidarsi “del dottor sottile”. Mia zia, pur essendo una donna in gambissima, non sa che il “dottor sottile” è, al secolo, Giuliano Amato. Mi chiedo e chiedo a voi: se tre numeri uno della politica nazionale (come un tempo erano i suddetti), non si fidavano di Giuliano Amato, perché noi, oggi, dovremmo viceversa accettarlo e consentire a “qualcuno” di farlo diventare Capo dello Stato (e quindi delle Forze Armate) per sette lunghi anni? “.

Fin qui Valentina Nappi. Grazie, amica cara, che sia pur giovane, ci appari particolarmente “saggia” e ben pensante. Domani, mi dicono, in questo stesso blog, dirà la sua Orestino Granetto. Proveremo a sentire anche lui che, lo avete cominciato a capire, ne sa una più del diavolo.

Ultima considerazione prima di salutarvi: e se una volta tanto, i quattro gatti, cioè voi (più quello di Zlabya dotato di parola) riuscissero, con l’aiuto della bella topa corvina, non dico a mangiarselo, ma almeno a mettere in fuga, il “ratto norvegese”?

Leo Rugens


Amato

IMPORTANTI APPARATI DELLO STATO HANNO GIÀ SCELTO IL LORO FAVORITO L’EX POLIZIOTTO E IL CARABINIERE DIVENTEREBBERO COLLABORATORI DEL PRESIDENTE.

Il “carabiniere” dovrebbe diventare consigliere della sicurezza mentre il “poliziotto” dovrebbe essere il suo segretario generale. È questo lo scenario delineato, secondo fonti vicine al generale Leonardo Gallitelli e al presidente di Finmeccanica Gianni De Gennaro, se Giuliano Amato riuscisse a diventare presidente. Dietro i due probabili futuri collaboratori ci sono pezzi importanti degli apparati e delle forze di sicurezza più vicine alle alleanze atlantiche, nel segno della continuità. 

POTERI che resistono ai ribaltoni e per questo preziosi per chi vuole avere un referente costante nell’instabile Stato italiano. Entrambi sono nati nel sud, entrambi nel 1948. Entrambi hanno segnato la storia del loro rispettivo corpo di appartenenza. Per anni Gianni De Gennaro è stato chiamato “il capo” dagli alti gradi della polizia anche dopo i fatti del G8 e anche dopo il suo passaggio al Dipartimento di Informazione e Sicurezza, l’organismo di vertice dei servizi segreti. Mentre il “Gallo”, come è soprannominato l’ex comandante che per quasi un decennio è stato l’uomo forte dei carabinieri, prima dal 2006 come capo di Stato Maggiore e poi dal 2009 da comandante generale. Fonti vicine ai due sostengono che entrambi avrebbero una sorta di patto tacito con Giuliano Amato. Gallitelli aveva cercato di ottenere la proroga per arrivare a questo passaggio con i galloni di comandante ma ha dovuto lasciare il posto al generale prescelto dal ministro Pinotti: Tullio Del Sette.   L’INCARICO di consigliere è oggi ricoperto dall’ex comandante della guardia di ginanza Rolando Mosca Moschin, 76 anni a marzo. Gallitelli nella sua nuova posizione dovrà gestire la razionalizzazione dell’elefantiaco apparato che si occupa della sicurezza del capo di Stato: 250 corrazzieri per la sicurezza interna più 240 poliziotti e altrettanti carabinieri per la sicurezza esterna del Quirinale, di Castelporziano e di Villa Rosebery, oltre a tutti gli spostamenti del presidente. C’è un apposito ufficio presidenziale della polizia e un apposito reparto dei carabinieri. Con la follia ulteriore di affidare il coordinamento dellascorta mista un giorno all’Arma e un giorno alla polizia. Gallitelli avrà il compito di dare un senso, anche economico, a questo apparato. De Gennaro punta invece alla poltrona di segretario generale. Una carica ben retribuita (circa mezzo milione di euro all’anno) che potrebbe assumere anche un’inedita valenza internazionale grazie ai suoi rapporti internazionali. Entrambi porterebbero al Colle il vantaggio di un filo continuo con magistratura, carabinieri, polizia e servizi segreti, non solo italiani. Gallitelli in più vanta un feeling ottimo con Berlusconi che non lo vedrebbe male addirittura come candidato di riserva al posto di presidente della repubblica. Anche se l’uomo di punta del Cavaliere è l’ex braccio destro di Bettino Craxi. L’intesa tra De Gennaro e Amato è cementata dall’asse atlantico. L’ex presidente del Consiglio è stato a lungo il presidente del Centro studi americani (sempre finanziato generosamente dalla Finmeccanica di Guarguaglini) poltrona che ha lasciato, quando è stato nominato giudice costituzionale, proprio a De Gennaro.   L’EX CAPO della Dia e della polizia, dai tempi delle storiche operazioni antimafia Pizza Connection e Iron Tower è considerato una sorta di agente in più degli americani. Rapporti celebrati nel 2006 con la medaglia al merito consegnata alla presenza dei capi dell’Fbi Louis Freeh (dal 1993 al 2001) Robert Mueller (2001-2013) e James Comey, in carica dal 2013. Sottosegretario con delega ai servizi segreti nel governo di Mario Monti, De Gennaro nel luglio del 2013, non a caso, è planato sulla poltrona di presidente di Finmeccanica, società strategica per l’Italia ma anche per gli Usa soprattutto dal 2008 quando ha comprato per 5,2 miliardi di dollari la Drs, un’azienda i cui segreti possono essere portati a conoscenza solo di cittadini americani. Nel curriculum firmato di suo pugno nel luglio 2013 per Finmeccanica, De Gennaro cita solo un politico: Amato, il ministro dell’interno che lo ha scelto nel 2007 come capo di gabinetto del ministero e prima ancora, da premier, come capo della polizia. Ora è giunto il tempo che le strade di Gianni e Giuliano si incrocino ancora. Sul Colle.  LO SCENARIO accreditato dalle fonti vicine ai due uomini dell’ordine pubblico italiano però prevede anche un “piano B”. Se Amato fallisse c’è già pronto un altro candidato che ha un profilo simile. È Piero Grasso. Anche lui amico di De Gennaro (ha un figlio in polizia dai tempi d’oro del “Capo”) e di Gallitelli ma anche delle forze di sicurezza e della magistratura. E anche lui è ben visto da Silvio Berlusconi, come Amato.

Da Il Fatto Quotidiano del 20/01/2015.