Un democristiano al Quirinale (Sergio Mattarella) e un democristiano a Palazzo Chigi (Matteo Renzi): in Italia comanda ancora Luigi Ciriaco De Mita anni 86
“Chi va per questi mari questi pesci prende”. “Chi di coltello ferisce di coltello perisce”. Alcuni mesi addietro abbiamo pubblicato un ragionamento su Berlusconi (coglione di destra) ormai spacciato politicamente. Avevamo ipotizzato subito dopo la fine del coglione di sinistra Massimo D’Alema. Oggi, il pugnalatore degli Italiani, Silvio Berlusconi, è stato 444 volte trafitto da Bruto/Renzi. Che non è di destra e tanto meno di sinistra. Sergio Mattarella, non ancora eletto, è una persona per bene e competente. È stato, tra l’altro, anche Ministro della Difesa. Come politico democristiano si è defilato 15 anni addietro. La scena che si delinea, salvo sorprese dell’ultimo minuto, è connotata, quindi, da un democristiano (non ladro e non mafioso, anzi!) Sergio Mattarella, al Quirinale (tenete conto che quando si votava con le preferenze Sergio Mattarella è arrivato a prendere 143.935 voti nella circoscrizione di Palermo -Trapani – Agrigento – Caltanissetta) e un democristiano a Palazzo Chigi, “Attanasio Cavallo Vanesio Matteo Renzi”. Berlusconi si deve essere proprio rincoglionito per aver creduto a un doppiogiochista come Renzi. Comunque, qualcosa stiamo portando a casa perché, intanto, come chiedeva Valentina Nappi, il primo nome “bruciato” è quello del ratto norvegese Giuliano Amato. Che non è cosa da poco. Vediamo domani cosa succede soprattutto alla luce delle indicazioni che la Pascale e Du-Dù sapranno dare al frastornato, stangato, turlupinato, sodomizzato (spero non sessualmente) ex caimano Berlusconi Silvio. Aspettiamo, fiduciosi, che comincino, per volontà vendicativa del turlupinato, a circolare dossier scottanti intestati al traditore toscano. Faldoni che il piazzista di Arcore dovrebbe essersi procurato in tempi non sospetti. Se neanche così riuscisse a convincere ex figlioccio a non abbandonarlo, Berlusconi si dovrebbe chiedere chi fra Denis Verdini e Gianni Letta lo ha tradito. L’esperienza dei doppi giochi che ho visto tessere in Toscana (Siena 2011, candidatura farlocca di Alessandro Nannini PDL perché vincesse il PD Franco Ceccuzzi) mi suggerisce che tra il profumiere (Letta) e il macellaio (Verdini) è la componente toscana e paramassonica locale che è prevalsa. Il traditore di Berlusconi, questa sera, sembra essere Denis Verdini. Viceversa, vorrebbe dire che Mattarella sarà bruciato nel segreto dell’urna e che, il Patto del Nazzareno sarà rispettato.
Buona serata a tutti.
Oreste Grani/Leo Rugens
Il titolo del post non credo che lasci dubbi su chi riteniamo (Ciriaco De Mita da Nusco anni 86) abbia ordito il piano contro Berlusconi, suggerito il nome di Sergio Mattarella e fatto in modo che Renzi dicesse, al momento opportuno, le cose giuste davanti all’assemblea dei PD. Ad esempio, il riferimento all’omicidio mafioso del fratello Piersanti è una storia che riteniamo Renzi non sapesse neanche bene come fosse avvenuta o quali fossero le complessità che si muovevano dietro il collegio elettorale dove veniva eletto il padre di Sergio e di Piersanti, l’onorevole democristiano, Bernardo Mattarella.
GAME OVER: LA PARTITA È FINITA E CON LEI BERLUSCONI
La partita è finita. Ora è tutto possibile per una Nuova Repubblica più giusta e più pulita.
Il 25 ottobre 2012 ci siamo permessi di annunciare la fine del coglione di destra “1/DESTRA O SINISTRA? IL COGLIONE DI DESTRA (BERLUSCONI) SI TOGLIE DI MEZZO E NOI, COME ERCOLE, SIAMO AL BIVIO”. Ora si tratta di pagare della stessa moneta il coglione di sinistra Massimo D’Alema, compare da sempre del cantastorie di Arcore. Dopo la loro dipartita, tutto sarà possibile.
Oreste Grani
1/DESTRA O SINISTRA? IL COGLIONE DI DESTRA (BERLUSCONI) SI TOGLIE DI MEZZO E NOI, COME ERCOLE, SIAMO AL BIVIO
Ma la posizione dell’uomo nello spazio non è né indifferente né arbitraria. Così come il coglione di destra non è uguale a quello di sinistra.
È universalmente noto che il maschio della specie umana ha due coglioni.
(Dal latino “coleus’, XIII secolo, che significa «coglia, borsa, oggetto che contiene», così come «testa» sta per «vaso che contiene il cervello»).
Due testicoli, uno a destra e uno a sinistra.
Meno diffusa è la «verità» per cui il sinistro è più voluminoso (più grosso) del destro.
Questa diversità ha ragioni anatomiche e dipende quindi da un codice genetico che regola la costruzione di tutto l’organismo umano.
Dipende dal sistema venoso che raccoglie il sangue dal testicolo e Io riporta nella grande circolazione.
I rami venosi più periferici convergono in tronchi di maggiore portata: le vene spermatiche che corrono lungo il margine posteriore del testicolo si uniscono a quelle dell’epididimo, formando il plesso venoso pampiforme che si unifica nella vena spermatica interna.
C’è una vena spermatica sinistra e una destra. Qui si manifesta la differenza del sistema: mentre quella di destra si butta nella vena cava inferiore e si innesta sul contorno obliquamente, la vena spermatica interna di sinistra sbocca nella vena renale e l’attacco avviene perpendicolarmente sul contorno inferiore.
Per i princIpi dell’idraulica, il deflusso del sangue della vena spermatica interna di sinistra è meno rapido sia per l’impianto perpendicolare, sia per la resistenza che incontra nella vena renale che, essendo più piccola della cava, ha una pressione relativa maggiore. La circolazione nel testicolo di sinistra è dunque più lenta e ciò favorisce una stasi maggiore rispetto al testicolo controlaterale. A ciò si lega un maggiore turgore e un aumento della sua grandezza.
C’è una variabilità individuale che dipende dalle caratteristiche dei vasi che abbiamo richiamato, dal loro diametro e dalla pressione venosa nella zona. Variazioni che possono modificare l’entità deIl’aumento, ma non il dogma (naturalis) infallibile per cui il coglione sinistro è più grande di quello destro.
Per alcuni quanto descritto è una pura curiosità anatomica, per altri un dato essenziale, fondamento della stessa esistenza dell’uomo.
Gli essenzialisti fondano le proprie considerazioni sulla tradizione culturale deIl’uomo e quindi applicano ai coglioni, per esempio, tutto quanto era noto agli orfici. L’uovo è il principio del mondo, è, anzi, il mondo in fieri. In principio era l’uovo, e in esso era la vita. La cosmologia orfica non riguarda solo la genesi ma una rinascita continua. Le vicende dell’esistenza portano infatti a una morte continua e a una continua rigenerazione.
Questa mitologia è derisa dai razionalisti che riconoscono come unica fonte di conoscenza la ragione e dunque il principio di non contraddizione. Pur sostenuti da questa forza non hanno mai potuto negare che la nascita di un uomo si leghi ai testicoli e alle ovaie, che hanno pure forma ovale. Se questa è la funzione reale o simbolica di entrambi i coglioni, la differenza di dimensione deve avere un significato pregnante e di dominio. Quello di sinistra è più potente di quello di destra.
La rinascita, per la mitologia (non solo quella orfica), avviene attraverso il rito: una serie di gesti canonizzata a cui si lega l’effetto. Il rito testicolare moderno è complesso, ma onnipresente: è un tempio attaccato al corpo e collocato in un luogo di facile accesso e dunque di rapido uso. Di fronte a ogni pericolo di morte, reale o immaginata, l’uomo contemporaneo inserisce rapidissimamente la mano sinistra sotto le vesti e raggiunge il coglione di sinistra. Lo stringe deIicatamente nella mano e, quindi, per quattro volte allenta e stringe di nuovo. Lo abbandona a questo punto, dissotterra la mano, la porta al naso per annusarIa e incredibilmente è rinato.
L’operazione nel suo insieme è di attaccamento alla forza vitale (l’uovo) e di verifica che quella forza sia diventata pneuma, cioè respiro. Il respirare è prova di vita e psiche etimologicamente significa respiro.
Ho visto amici illuminati solo dalla ragione scappare in un luogo privato e compiere il rito della rinascita. Un notissimo patologo di Padova, materialista logico, ogni volta che incontrava un assistente notoriamente dotato di poteri «strani», interrompeva ogni occupazione, per correre a chiudersi misteriosamente nel suo studio. Il rito del toccamento è una sintesi straordinaria di forze vitali: certamente vi contribuisce la regola della quaternità (il quattro) che già per i pitagorici (la tetrade) era rivestita di sacralità. La quaternità era graficamente rappresentata dal cerchio, dal mandala indiano: una realtà che non ha inizio né fine, è perpetua come si vorrebbe fosse la vita. È essenziale al rito l’uso della mano sinistra, del testicolo sinistro, della quaternità e della inspirazione (annusare). Quest’ultimo è un gesto attraverso cui ci si appropria delle forze insite nell’oggetto che viene annusato. È una regola nei felini, ma anche nella specie umana, una modalità per incorporare ciò che in quel momento non ci appartiene.
Il coglione di destra è in questa cerimonia completamente inutile. Serve solo a indicare, per opposto, la fonte salvifica. I casi di mono-orchidismo (uomini con un solo testicolo fin dalla nascita) vivono nell’angoscia, non tanto per la mancanza di un coglione, quanto per il fatto di non sapere se quello presente sia il sinistro o il destro.
L’unica prova applicabile nel mondo contemporaneo per distinguere la femmina dal maschio nella specie umana è la constatazione della presenza o assenza dei coglioni. È questa la prova biologico-magica. La donna si differenzia perché manca del potere rigenerante dei coglioni. L’invidia cui si riferiva Freud, e che egli attribuiva al pene, è in realtà da spostare sul coglione di sinistra; in questo modo crolla la struttura della psicoanalisi ma si salva l’incontestabile forza del rito.
Nella nostra società il rito deve trovare maggiore celebrazione, per poter sperare di migliorare il futuro dell’uomo. Per questo è opportuno riportare nelle scuole un’educazione alla ritualità con laboratori pratici, come richiede una moderna didattica. Bisogna inserire il rito dentro i computer, per non avere relazioni solo parziali fondate sulla logica razionale. In questo modo si sostituirebbero inutili liturgie logiche con efficaci pratiche vivificanti. Esperimento frequentemente questo errore, per esempio ogni volta che salgo su un aereoplano. Non vi è dubbio che l’esperienza del volo sia pericolosa, non solo per la statistica, ma per la nostra immaginazione che riesce a rendere concreto ciò che è solo ipotetico. È una situazione in cui il rito è d’obbligo ed ecco allora la hostess o lo stuart con la cintura di sicurezza in mano mostrare come allacciarla e stringerla. Una sequenza ossessiva di gesti e di verifica di come sono stati eseguiti. Un rito dell’inutile che dovrebbe invece essere sostituito da uno stuart che richiama l’attenzione su come vada inserita la mano sinistra sotto l’abito e vada agguantato il coglione di sinistra.
Rimane aperto il problema delle donne, un tema drammatico che incombe da sempre sulla specificazione femminile della specie umana. In un momento d’armistizio nella lotta biologica tra maschio e femmina, come quello che caratterizza l’attuale società opulenta, l’uomo potrebbe, nell’esempio dell’aereo, proporre generosamente alla donna di supplire alla carenza con il proprio corpo e lasciare lo stuart come ultima riserva.
Chi tende a sminuire la finzione rituale per la specie umana, nonostante le difficoltà che la società presenta, accentuate dall’incombente fin de siècle, faticherà a capire la logica della celebrazione rituale.
Tenderà a sorridere di tutto quanto è essenzialità, per discutere solo delle decorazioni esistenziali.
Quest’uomo ignora che la logica razionale è un piccolo fenomeno legato all’Occidente a partire dal Tredicesimo secolo. Dimentica che la storia e la preistoria dell’uomo si sono svolte per qualche miliardo di anni grazie al rito e al rito democratico e popolare del coglione sinistro. In una società che non fa più bambini e quindi in un tempo di sterilità sociale che ha sepolto la biologia inutile della procreazione, il rito riafferma oggi l’essenzialità dei coglioni, la grandezza di quello di sinistra, e la sua capacità rigenerativa. Il coglione di sinistra è in grado di uccidere la morte, oggi come ai tempi lontani degli orfici.
Vittorino Andreoli