Caso Alpi: in carcere c’è un innocente. Signor Presidente è ora di fare chiarezza

Ilaria Alpi

Ci vuole ogni volta l’intelligente (in tutti i sensi) giornalista/conduttrice investigativa Federica Sciarelli (spesso –  vivo il Professore – ben imbeccata da Francesco Cossiga) e il suo “Chi l’ha visto?”, per sbloccare casi freddi o volutamente fatti raffreddare?

Possibile che si debba, dopo le promessine del pinocchietto Renzi sulle aperture dei dossier,  affidarsi ad una trasmissione televisiva per diradare le nebbie dei imperscrutabili segreti d’Italia?

Il testimone (l’unico di qualche conto fino a ieri in quella vicenda) Ahmed Ali Rage, ritratta nello osceno e straziante (oltre che infangante, come un giorno sarà chiaro) caso Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. “Gli Italiani (chi? dove? quanto? quando? chiederemmo a casa nostra), mi hanno pagato per mentire. Basterebbe porre con determinazione e purezza d’animo questi quesiti (perché? ritengo che già si sappia) e non solo chi amava Ilaria e Miran potrebbero sentirsi rispettati ma gli Italiani potrebbero immaginare che un giorno queste modalità sordide potrebbero essere considerate obsolete. “Il 20 marzo del 1994 c’è aria di smobilitazione a Mogadiscio”, scrive Piero Messina a pag. 143 del testo che da mesi cito (Il cuore nero dei servizi), testo che nessuno mai mi smentisce nella sostanza dei fatti ogni volta che riporto fedelmente a secondo degli episodi che ritengo opportuno commentare  o sottoporre alla memoria dei miei quattro lettori.

“Dopo due anni di presenza in Somalia, le truppe italiane stanno per tornare a casa a termine dell’Operazione militare IBIS, una missione umanitaria per portare la pace tra fazioni somale che si ammazzavano tra loro”. In realtà, da sempre, rispetto alla Somalia, si mormora di grandi pappate di tutti i tipi durante i due anni operativi e dopo. Spese e arricchimenti di cui nessuno, ancora oggi, saprebbe giustificare una lira (non c’era ancora l’euro) rispetto ad un qualche obiettivo centrato in senso strategico geopolitico. Agli Italiani che cosa ne è venuto della Missione IBIS? Mentre ci chiediamo cosa ce ne sia venuto,  possiamo cortesemente sapere i nomi di chi all’epoca guidava le varie divisioni dei Servizi Segreti (Sismi) e così facendo cominciare ad avvicinarci a qualche nome e cognome di chi potrebbe aver deviato il corso della ricerca della verità? Sono passati oltre venti anni da quella vigliaccata e difficilmente qualcuno dei veri responsabili (per grado e posizione di comando) possiamo immaginare che sia ancora in servizio nei Servizi. Chiunque oggi fosse ancora in organico dovrebbe essere un generale a poche ore dalla pensione e, all’epoca, al massimo, un giovane capitano. Signor Presidente della Repubblica, solo Lei sa quanto si può soffrire per un atto proditorio che ti toglie la vita di un marito, di una figlia, di un fratello. E il dolore aumenta se, in particolare, hai la sensazione che chi di dovere non abbia fatto tutto quanto era doveroso fare per scoprire mandanti ed esecutori.

Dopo Sandro Pertini lei è il primo Presidente della Repubblica che sale su un aereo di linea. Le abbiamo già inviato il nostro grazie e i nostri sentiti complimenti. Sia anche il primo Presidente che non teme niente e nessuno e che obblighi chi di dovere, con l’autorità che Le compete, di trovare i veri colpevoli di decine di episodi oscuri che sono quelli, tra l’altro che allontanano, più del 50% degli aventi diritto al voto dall’andare ad esprimersi. Provi e vedrà che le persone La seguiranno. Per rifondare la Repubblica si deve tornare a votare e quel giorno, finalmente, un’ampia maggioranza di cittadini deve andare alle  urne. Sarà stato se no, tutto vano. Caro Presidente, ritiene che ci sia qualcuno, oltre Lei, che in Italia possa chiedere ai nostri compatrioti di andare a votare? Non credo! Solo Papa Francesco potrebbe farlo ma sappiamo che non sarebbe opportuno che lo facesse.

Dal marginale ed ininfluente blog che animo, mi permetto di consigliare questa atipica strada per ricucire lo strappo tra istituzioni e cittadini: ci faccia sapere che cosa è successo – ad esempio – intorno a quei traffici illeciti che Ilaria aveva scoperto e vediamo se Leo Rugens si sbaglia. Signor Presidente, faccia in modo, da uomo di legge, che qualcuno finalmente paghi per quanto ha saputo e voluto fare contro la legge e contro gli interessi superiori della Nazione. Non ci può essere ragion di Stato a giustificazione di quanto si presume sia stato fatto in Somalia.  Facciamo in modo che i colpevoli almeno siano puniti con la vergogna di essere stati scoperti.    

Anche perché, mi passi il gioco di parole, si potrebbe scoprire che le verità inconfessabili riguardano le modalità con cui l’Italia riforniva di armi gli “integralisti islamici”. “INTEGRALISTI ISLAMICI?”, dove ho sentito questa definizione? Mi sembra di ricordare che integralisti islamici sono anche gli jihadisti. Scusate mi comincio a confondere e non vorrei fare una brutta figura con il signor Presidente. Gli integralisti islamici sono i nostri nemici. Sono i taglia gole. Perché gli passavamo le armi e a che scopo? Forse prima di fare altri pasticci è arrivato il tempo di chiarire con chi stiamo e con chi siamo stati negli ultimi trent’anni. Prima di risentire quel disgustoso di Berlusconi rimpiangere Gheddafi. Ucci-ucci sento odor di scandalucci e di miserabili felloni doppiogiochisti! Ucci-ucci sento odor di solducci a montagne, per alcuni e non per tutti! Ora beccatevi una marea di dati certi e fatene tesoro. Un grazie all’onesto e sempre documentato Piero Messina. Signor Presidente, tentare non nuoce. Provi ad offrire qualche verità inconfessabile agli Italiani e vedrà che torneranno a votare ridando, così facendo, legittimità alle Istituzioni.

Oreste Grani/Leo Rugens


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