L’ISIS potrebbe colpirci sfruttando l’effetto sorpresa, non tanto temporale quanto territoriale
Oggi è il 5 dicembre e la situazione mi appare decisamente peggiorata rispetto al quel 15 febbraio 2015. Ribloggo nella speranza di essere motivo di riflessione e di conoscenza della complessità in essere.
Oreste Grani.
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Proverò a lasciare nella rete piccoli frammenti di informazioni “sull’altro da noi” cioè gli islamici. Per un musulmano, il computo degli anni inizia con il 16 luglio 622, data convenzionale dell’Egira (Hijrah) cioè dell’emigrazione del Profeta Maometto dalla Mecca a Medina. Il calendario musulmano è basato sull’anno lunare, composto in media da 354 giorni contro i 365 dell’anno solare. Questa differenza (lunare – solare) vi pare poco a voi appassionati di oroscopi, di pianeti, di congiunzioni astrali e altre complessità del genere?
Le persone che sono (nel senso del calendario) “lunatiche”, sono quindi oltre un miliardo. I calcoli su questi numeri vanno fatti a spanne non per pressappochismo ma perché il viceversa vi impegnerebbe in uno sforzo scientifico statistico che in questo momento a poco servirebbe. Anche perché sono le divisioni esistenti dentro a questo miliardo di abitanti della Terra (sparsi ormai in ogni dove!) la cosa che più in questo momento influenza la nostra (ma di chi? noi, chi siamo?) relazione con un Islam che inopportunamente stiamo trattando come un insieme. Continuando con i numeri: per ogni musulmano “sciita”, dovete immaginarvene 10 (dieci!) sunniti. Gli Sciiti che sono assoluta minoranza in termini assoluti sulla faccia della Terra non lo sono in Iran, in Iraq (così era prima della grande confusione), in Libano, in Azerbaijan, Oman, Yemen e mi scuso con i paesi che tralascio per ignoranza o dimenticanza senile. Alcuni di questi paesi sono vicini,altri lontani. Quando si esamina il Nord Africa la popolazione è per il 90% musulmana. E quindi parliamo di milioni di persone vicinissime a Piazza San Pietro. Nel resto dell’Africa come avete capito ci sono milioni di possibili adepti del califfo Abū Bakr al-Baghdādī a prescindere da Boko Haram che ormai tutti conosciamo. Nigeria, Sudan, Tanzania, Kenia e via così, possono essere terre di reclutamento. In Europa, verso est, sull’altra sponda dell’Adriatico, avete l’Albania (che non sento più citare da nessuno), il Kosovo e, per semplificare, la Bosnia Erzegovina dove circa il 50% degli abitanti sono islamici. In Albania la percentuale sale all’80%.
Dicevamo, quindi, che i seguaci di Allah sono in ogni dove e non ci sbagliavamo di molto. Aggiungete a questa “pelle di Leopardo” il 6/7% dei “francesi” e il 4/5% dei tedeschi. Poi, a “prezzemolino”, ne trovate un certo numero ovunque a prescindere dal mio elenco incompleto. Solo in Antartide, non risultano esserci mosche con relativo custode, l’imam. Anche questo è un elemento da conoscere e da comprendere nelle sue implicazioni “dinamiche” rispetto agli allarmi e agli allarmismi. In questo momento l’Indonesia è lontana ma l’85% della popolazione è musulmana. In Pakistan la percentuale sale al 97%. Siamo ancora lontani da Roma e dallo Stato Vaticano. In Turchia, i seguaci di Maometto (i lunatici per intendersi) salgono al 99%. Certo, sono dati ufficiali e potrebbero essere il 95% ma sempre sono, “quasi” tutti. E la Turchia è molto più vicina come sa la Gendarmeria vaticana che, quel 13 maggio del 1981, alle ore 17:17 non seppe difendere dai “lupi grigi” turchi/musulmani, il Capo supremo dei Crociati, Giovanni Paolo II. In India, i musulmani dovrebbero essere il 12%. Nuovamente siamo lontani dall’Italia e da Roma in particolare. E poi ci sono già i marò e la pletora di nostrani ministri su cui infierire. Il povero (in tutti i sensi) Bangladesh è popolato per l’80% da islamisti ma hanno talmente tanti guai con la meteorologia spietata che infierisce dalle loro parti che non mi porrei il problema della loro maggiore o minore lontananza. Come i 65 milioni di cinesi musulmani in questa partita alle porte di Roma mi sembra che contino poco o niente. In Egitto sale la percentuale (siamo all’85%) e soprattutto, cominciamo ad essere maledettamente vicino. In tutto il Continente americano (nord centro e sud) non dovrebbero risiedere (legalmente) più di 6 milioni di maomettani. In tutti gli altri “buchi” del Mondo (come ho detto Antartide esclusa ) ci vivono e pregano musulmani abituati al saum (è il digiuno prescritto ad ogni credente sano e adulto durante il mese di Ramadan).
Dicevo di tutti gli altri buchi del Mondo e tralasciavo l’Italia perché siamo talmente a due passi da Roma citata dal Califfone cattivo e dalla Cupola di San Pietro che che siano due gatti o centinaia di migliaia la situazione cambia di poco. Anche perché tutta questa sciorinatura di dati serve a dire che la soluzione perché non avvengano fatti tragici, non c’è. Non ci si doveva arrivare a dove adesso siamo. Punto. Immaginare che il generale Domenico Giani (citiamo lui, con cui ci scusiamo, a scanso di equivoci, per fare un esempio qualunque) riesca a sanare l’effetto sorpresa (perché di questo – militarmente – si tratterà quando accadrà anche se, paradossalmente, siamo stati avvertiti del pericolo dagli stessi aggressori) è un pio desiderio. Ma, siccome di San Pietro stiamo parlando, potrebbe essere che il “pio” desiderio venga esaudito per intercessione della Madonna di Loreto dal momento che il Cardinale Angelo Comastri (che attualmente soprintende la “Fabbrica di San Pietro”), è stato vescovo – per molti anni – proprio al Santuario di Loreto. Siamo a questo: Madonna taumaturgica se si è credenti o la Dea Fortuna se si è pagani. In ogni luogo di quelli citati (cioè ovunque) potrebbe essere scelti i predestinati a compiere la carneficina o il gesto simbolico annunciato. Ma non sarà così e azzardiamo un nostra ipotesi. Con le tracce elettroniche che comunque si lasciano per arrivare da paesi reconditi e per le difficoltà di lingua e di orientamento a Roma (ricordate le complessità implicite nell’azione di Ali Ağca) suggerisco di immaginare qualcuno che – per agire – non debba varcare frontiere, prendere traghetti, passare controlli di nessun tipo, usare una vettura per entrare in città e poter incappare in eventuali posti di blocco, anche casuali. Niente uso di cellulari e assenza di qualunque attività in rete. Niente pensioni, niente alberghi, niente percorsi di sgancio successivi all’azione. Nessuna ricognizione “recente” in loco perché il luogo scelto gli sarà ben noto. Se l’attacco ci sarà, maledetto lui, il portatore di morte, sarà un uomo o una donna senza futuro, senza necessità o desiderio di ritorno da vincitore in nessun luogo. Questo rende la situazione pericolosissima perché parliamo di sublimazione e di totale affidamento ad Allah clemente e misericordioso.
Ripeto: non dovevamo arrivare a questo punto.
Ma ora ci siamo e non serve recriminare o criticare: andrà fatto, ma a tempo debito. Proviamo, per tanto, a collaborare tutti moltiplicando occhi e orecchie, pronti a segnalare, mi permetto di dire, senza imbarazzo alcuno, ogni cosa che ci possa sembrare “sospetta”. Meglio falsi allarmi che timori reverenziali. Non sottovaluterei il fatto che non credo l’ISIS (o chi per esso), capace di accettare lo “scorno” di un annuncio, non seguito da tragici fatti. Per quello ci proveranno certamente ma non dove ci si può aspettare che lo facciano. O, per lo meno, non solo dove ci si può aspettare l’attacco. I nostri aggressori potrebbero scegliere (faccio l’esempio – a puro titolo ipotetico – del Duomo di Otranto), un luogo da profanare ricordando, in questo caso, la capacità di 800 cristiani di aver saputo stoicamente sopportare il martirio del taglio della testa il 14 agosto 1480.
Difficile con un Paese così segnato dalla cristianità organizzare un contrasto efficace: migliaia di chiese di cui molte edificate a ricordo di episodi storici, potrebbero essere attaccate al posto dell’ovvio, difendibile, San Pietro.
Comunque, non si doveva arrivare a questo punto.
Oreste Grani/Leo Rugens
Concordo pienamente, ma questo risultato l’abbiamo ottenuto, subordinandoci, alle consorterie atlantiche, che hanno sempre voluto cancellare la chiesa romana. Una volta cancellata faranno anche cordoglio per l’accaduto.
E’ incredibile come l’uomo abbia la capacita di far avverare le “profezie”….
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SC ti leggo sempre con piacere. Speriamo di non farci la fama dei menagramo. Con l’aria che tira temo che i fatti ci daranno ragione. E, a quel punto, ce li faremo “fritti in padella”. Buon resto di giornata.
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L’ha ribloggato su Leo Rugens.
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