Dove sei “gollismo”? Dove sei generoso, democratico, coraggioso Charles De Gaulle?

La Regina senza corona

Già una dozzina di anni fa qualcuno sosteneva (lasciando ampia documentazione scritta di questa tesi) che l’Iraq invaso dagli americani non era la terra promessa per un esperimento di democrazia neojeffersoniana.

Tal ricordo ci spinge, ancora un volta, a ribadire che lo stato irakeno, come chi sa chi fosse Geltrude Bell dovrebbe sapere (e noi che promuovemmo lo studio di quel personaggio storico e la scrittura di un lavoro teatrale ad esso dedicato – “La Regina senza Corona: Geltrude Bell e la Battaglia di Baghdad” di Massimo Vincenzi per la regia di Carlo Emilio Lerici, andato in cena al Teatro Belli di Roma dal 5 al 10 ottobre 2010 – lo sappiamo), esiste solo sulla carta.

Di fatto, quindi, l’Iraq appariva, già prima dell’attacco a Saddam Hussein, come un insieme di territori che esprimevano interessi e lealtà diversissimi tra loro. Quando fu invasa, la repubblica irakena, anche il più ignorantone degli statunitensi non poteva non sapere che ricomporre una parvenza di stato nazionale sarebbe stata una impresa quasi – se non del tutto – impossibile.

Quando “uno dei Bush” (scriviamo così perché a breve ce ne vogliono rifilare un’altro), ha iniziato la guerra, non disponeva (ne si era preoccupato di averne) alcun alleato in loco con cui ragionevolmente costruire il dopo Saddam.

Sciiti, sunniti, yazidi e curdi (di cui sentite sempre di più parlare da quando “esiste” quel cattivone del Califfo Abu Bakr Al-Baghdadi e la sua sempre più “spettacolarizzata” armata di fanatici e fedelissimi seguaci), non avevano obiettivi comuni da prima dell’attacco americano + alleati, tra cui l’Italietta, senza dimenticare, mi raccomando, i carabinieri inutilmente morti a Nassyria.

Vediamo di provare, nella nostra semplicità e marginalità, a presumere di aver capito come la pensavano i “guerrafondai” Usa (non i militari) sul dopo Saddam.

Washington, o chi per esso, volle occupare l’Iraq anche (oltre a tutto quello che già sapete di ovvio sul petrolio e il suo prezzo) ipotizzando di saper rovesciare – da quel territorio limitrofo – il regime “clericale” iraniano. La teoria rivista e corretta di due “piccioni con una fava”. Come sta andando a finire non ve lo devo evidenziare e questo la dice lunga sui Bush, tutta la loro razza e le Ur-Lodge massoniche (vedi Hathor Pentalpha, Three Eyes, Leviathan, Edmund Burke, White Eagle) che li sostengono.

Churchill-de-Gaulle

Gli americani urlodgistineoaristocratici (ma come scrivo?), mentre menano e spaccano tutto, sembrano strateghi ma, ogni volta che finisce la sfuriata del momento, al loro confronto Ignazio La Russa (ma come chi è? È stato il più grande Ministro della Difesa che l’Italia abbia mai avuto dal dopoguerra ad oggi!) sembra Winston Churchill. Ad oggi, comunque, solo un po’ gli iraniani e i turchi sembrano aver tratto qualche vantaggio da quel disastro di cui proviamo, in nome di Dio (per chi ci crede), a non dimenticare, le centinaia di migliaia di morti. Anzi, perché scrivo “migliaia”, quando i morti sono stati “milioni” includendo nel conto le donne e gli uomini caduti nella precedente guerra Iran-Iraq?

Dicevamo che gli americani, ad oggi (a prescindere da chi si è insediato alla Casa Bianca) non sembrano sapere cosa si deve fare sedendosi a tavolino con i grandi giocatori di tric e trac che vivono in quelle terre lontane. Si va avanti alla cieca e ci si prepara, ancora una volta, a menare le mani “nel saloon”. A primavera – ovviamente – perché è in questa stagione che, come dicevano i fascisti dalle nostre parti, “si apre la partita”.

CARDINAL'S CONGREGATIONS

Su una cosa però gli americani hanno avuto ragione: quando è stato scatenato l’attacco militare sul territorio dello pseudo stato irakeno, il resto del mondo non si sentiva, fino in fondo, in guerra con il terrorismo e tutte le strutture statunitensi di informazione e di contro informazione al loro servizio (dentro e fuori i loro confini, Italietta compresa) non erano riuscite a creare un clima duraturo di preoccupazione legata alla minaccia terroristica. In fin dei conti, le “Torri gemelle” erano state attaccate a New York. Oggi, tutto quel casino che gli americani hanno suscitato con la guerra irakena più contorni di altro tipo (vedi Siria) un risultato – dobbiamo ammetterlo – lo ha ottenuto: è a Parigi che l’ISIS (o chi per lui) fa morti; sono gli ebrei in Danimarca che vengono uccisi; è in Belgio che i “neo terroristi antisemiti” agiscono; è nel Mediterraneo che scorre il sangue; è in Libia che si gioca la partita dell’Italietta oltre che la sorte del “cupolone di San Pietro”; è il Papa argentino Bergoglio (troppo amico dei poveri e troppo nemico del dio denaro) che ora deve stare preoccupato e deve rafforzare le sue strutture di sicurezza. Tutte località e obiettivi europei o, al massimo, medio orientali. E con una sola fava sono riusciti anche a mettere in difficoltà – a posteriori – l’unica leaderschip mondiale degna di questo nome cioè quella del gesuita, un po’ francescano, Papa Francesco.

Il campo ormai è minato: “muoversi”, nei prossimi mesi/anni sarà pericolosissimo e, per farlo, ciò che rimane dell’Europa (ma è mai esistita?) dovrà prima liberarsi dell’ingombro dei “gatti morti” che qualcuno ci ha lasciato in eredità.

de gaulle

Dove sei gollismo? Dove sei generoso, democratico, coraggioso Generale Charles De Gaulle?

Come facciamo a chiamare “Europa” un luogo di “ragionieri” nelle mani (visto come Tzipras ha dovuto subire violenza nel chiusissimo delle stanze) di arroganti malfattori modello “Totò o’ curto Riina” piuttosto che “Konrad Adenauer”?

Per non aumentare l’ansia da r.o.n. (reazione da orientamento da novità), non ho ricordato l’Ukraina e ciò che potrebbe portarsi dietro.

Oreste Grani/Leo Rugens che ancora si onora di quando, al liceo, quattro teste di….. “di sinistra”, pensavano di offenderlo chiamandolo, “gollista”.

bush-bagdadi

da libro “Massoni. Società a responsabilità illimitata” La scoperta delle UR-LODGES di Gioele Magaldi con la collaborazione di Laura Maragnani. Edizioni chiarelettere

P.S.

Ma la Ur-Lodge a cui quel “bugiardo – farneticatore – millantatore” di Giole Magaldi sostiene essere affiliato il Califfo Abu Bakr al-Baghdadi, guida suprema dell’ISIS, non è per caso la “Hathor Pentalpha” cioè la stessa che il Magaldi afferma, nel suo libro (mai smentito o querelato mi risulta ad oggi) “Massoni società a responsabilità illimitata”, aver accolto il “bussante” George W. Bush?  Forse è ora che i legali della già ricchissima famiglia Bush facciano causa a questo calunniatore massone democratico italiano e lo spennino vivo per le affermazioni gravemente lesive dell’onore dei Bush. È opportuno che l’offensiva legale parta prima che alla Casa Bianca ci si insedi un’altro della schiatta di quei galantuomini. O, ancora più intrigante, sarebbe che, viceversa per destabilizzare ulteriormente il mondo, il Capo supremo dell’ISIS affermasse (in uno dei suoi videomessaggi) che “il fratello Giole Magaldi, dice il vero” e si dichiarasse disponibile, qualora nascesse un contenzioso tra Magaldi e Bush, ad una rogatoria internazionale pronto a rispondere su chi afferma il vero il falso o, come diciamo noi di Leo Rugens, l’autentico. Come altre volte abbiamo detto, sognare non costa e di cosa si sogna, non si risponde in sede giudiziaria.