Un lettore curioso ci segnala la figura, low profile per il grande pubblico, di Andrea Enria, attuale presidente dell’EBA

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Un amico e fedele lettore del blog ci si rivolge per sapere se ci siamo mai chiesti “chi serva” Andrea Enria, attuale Presidente dell’Eba. Proviamo a dare una risposta come siamo abituati da queste parti. La nostra legittima curiosità non è mai caduta direttamente su di lui ma, come si può evincere da una lettura tra le righe di alcuni post dedicati al suo ambiente di formazione e di riferimento di potere (Banca d’Italia e Mario Draghi), di fatto sappiamo con chi abbiamo a che fare. Non tanto sul piano di episodi specifici che eventualmente lo dovessero riguardare (competenza di altri) ma su quanto il ceto dirigente (a cui – certamente – appartiene Enria) ha fatto nell’esclusivo interesse degli ambienti in cui il nostro è stato accolto. Solitamente, negli anni, chi di dovere, questi personaggi li ha selezionati da giovani cooptandoli solo su segnalazione di chi, nello stesso ambiente dedito alla grande manipolazione dei bisogni della collettività, aveva già “venduto l’anima al diavolo”. Diciamo che queste persone fanno “luminose” carriere dopo aver appreso il credo della mondializzazione non quale fine ultimo dell’Umanità ma come assetto transitorio e distraente dei popoli e delle nazioni perché di esse si possa  fare “carne di porco”.

Sono le vestali del “Dio Denaro”, come direbbe Papa Francesco.

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Per parlare di Enria, volendosi allontanare da una pedissequo grigia elencazione degli step che la sua “monocorde” carriera evidenzia, mi sembra più giusto dedicare questo 1° post ad una ricostruzione del periodo storico durante il quale alcuni hanno perfezionato il tradimento dello Stato, la svendita ai loro veri padroni dei beni della Repubblica, la messa in povertà della maggioranza degli Italiani e poi dimostrare – in modo incontrovertibile – che Andrea Enria era ed è “uno di loro”. Questo è il nostro contributo. Se poi si è al corrente di fatti più gravi dell’alto tradimento alla Nazione (non credo che ci si possa macchiare di maggiore colpa se non l’infanticidio) rimaniamo in attesa di informazioni al proposito. Comunque, ripeto, tutto quanto è stato compiuto in Banca d’Italia prima e, poi – dopo il massacro di Via Nazionale – in sede europea, sarà sempre meno che aver consegnato, mani e piedi legati, la nostra bella Italia alla “casta dei banchieri e dei draghi”.

Il primo colpo storico contro l’Italia lo mette a segno Carlo Azeglio Ciampi, futuro presidente della Repubblica, incalzato dall’allora ministro Beniamino Andreatta, maestro – in tutti i sensi – di Enrico letta e “nonno/padre” della grande privatizzazione che ha smantellato l’industria statale italiana. Siamo a metà del 1981 e nelle stesse ore si gioca il destino del Mondo ipotizzando alcuni (vedremo chi) che – finalmente –  si potesse firmare una qualche Pax Massonica che unisse per un tempo illimitato (poi questa pace in realtà durò vent’anni e corrispose al lancio e al consolidamento della globalizzazione che costò sangue e povertà a milioni di esseri umani) gli ambienti aristocratici neo conservatori da una parte e, diciamo, i democratici progressisti, dall’altra.

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I numeri uno del mondo (nella prossima puntata ve li elencheremo) parteciparono a questa trattativa e, per l’Italia, vennero coinvolti il Governatore della Banca d’Italia dell’epoca e futuro Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e il ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta. Nell’ambito del piano concepito dai signori (i potenti della Terra!), non ancora elencati, Andreatta propone di sganciare la Banca d’Italia dal tesoro e Ciampi esegue. Questo è il concepimento del tradimento  della Nazione e l’inizio di ciò che è ancora in corso, cioè la messa in liquidazione del vostro Paese come lo avete o conosciuto o come qualcuno ve lo ha raccontato. Certamente inizia lo smantellamento della nostra temutissima (dai tedeschi in particolare) industria statale. Parliamo dello smembramento di un vero colosso mondiale (anche in termini di numeri assoluti ma sicuramente di raffinata qualità, anche manageriale) fatto di Finsider-Ilva, Finmeccanica, Fincantieri, Italstat, Stet e (SIP) Telecom, Alitalia, Sme e le tre grandi banche, Banca Commerciale Italiana, Banco di Roma, Credito Italiano. Scrivere e parlare contro questo disegno criminoso all’epoca voleva dire correre veri rischi e in pochi in Italia ebbero coraggio. Anche oggi si corre qualche rischio a raccontare che Beniamino Andreatta era massone (tutti lo conoscevano come un democristiano) affiliato (era un vero collezionista) alle super logge denominate Three Eyes, Pan-Europa, Atlantis Aletheia, Montesquieu e che altrettanto lo era il Governatore della Banca d’Italia, Ciampi. Lui solo fratello accolto in Pan-Europa e Three Eyes. Non corre nessun rischio Leo Rugens perché è un blog marginale e ininfluente. Viceversa, andare, a suo tempo, contro quelli citati e oggi contro i loro emuli, figli e fratelli, sarebbe stato veramente pericoloso. Per fortuna  che a noi non ci pensa nessuno. E, forti di questa certezza ,ora andiamo avanti nella narrazione che, passo dopo passo, puntata dopo puntata, ci porterà fino a Mario Draghi e all’oggetto (Andrea Enria) della curiosità del nostro lettore che – evidentemente – ci ha visto giusto.

Fine della  prima puntata.

Oreste Grani/Leo Rugens