Raffaele Cutolo con il suo annuncio ci lascia una speranza di sapere dopo tanti anni “chi cazzo” diede l’ordine di liberare Ciro Cirillo

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“Quelli che adesso comandano, ai miei tempi, venivano in carcere a pregarmi. Se esco e parlo viene giù il Palazzo”, dice – nonostante il 41bis – Raffaele Cutolo, già capo indiscusso della Nuova Camorra Organizzata. Aggiungiamo noi che il camorrista si riferisce a personaggi che andavano a pregarlo per affidargli, da dentro il carcere, la regia della trattativa/liberazione dell’Assessore all’edilizia della Regione Campania Ciro Cirillo, sequestrato a scopo di “lucro” dalle integerrime Brigate Rosse che, non bisogna mai dimenticarlo, uccisero Aldo Moro ma liberarono, nella componente Guidata da Giovanni Senzani, per una tonnellata di soldi (oltre un miliardo e mezzo di vecchie lire), il corrotto/corruttore Ciro Cirillo. Moro e Cirillo, entrambi democristiani ma di “statura” e “funzione internazionale”, diversa. Uno a casa, l’altro, nella cassa da morto. Così va il mondo. Sarebbe almeno interessante sapere – per bocca dei suoi avvocati e parenti – a chi si riferisce Cutolo quando dice: “quelli che adesso comandano”.

Senzani

Intende nella politica o nei Servizi Segreti? In politica, quello che ancora comanda e che comandava allora è solo il sannita Ciriaco De Mita, oggi grande manovratore a vantaggio di Matteo Renzi. Nei servizi (in questo marginale e ininfluente blog, non ci è dato di sapere chi), all’epoca, qualcuno per conto del Sismi (e non del Sisde che fu estromesso dal campo di competenza della sicurezza interna), girava per carceri, intrattenendosi a colloquio con il pluriomicida Raffaele Cutolo. I nomi dei signori dell’Anello (di questo si trattò) che gestirono la soluzione del groviglio bituminoso, innescato dall’americano/brigatista Giovanni Senzani, o li fa Cutolo prima che gli facciano stirare le zampe in isolamento o ci vuole “qualcuno dei servizi” che all’epoca “c’era” e adesso è in pensione.

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Se è vivo, sarebbe interessante sentire tale Bellucci Luciano (scoprite voi cosa facesse di mestiere il compagno di alloggio a Roma di Giovanni Senzani, negli anni che andarono dal mitico 1968 al determinante 1972) e chiedere a lui, che oggi dovrebbe essere pensionato ex-Inpdap (come lo sono tutti gli “statali” fino agli appartenenti ai “servizi segreti” o strutture similari) a chi allude lo “stremato”, ma non domo, don Raffaele. A meno che, sbagliandomi con i “millesimi”, Bellucci Luciano sia ancora in servizio nei servizi e all’ora ritenetemi un uomo morto perché il caso “Cirillo” e la funzione dell’Anello nella storia della prima/seconda/terza Repubblica è troppo ancora dirompente perché anche un suggerimento/indizio marginale come è quello che sto dando non venga punito. Ovviamente, la megalomania mi ha mangiato il cervello e non corro alcun rischio a dire che – se fossi qualcuno in Italia –  io, a don Raffaele, lo ascolterei.

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Ma a chi volete che possano interessare le minacce allusive dell’ex capo della Nuova Camorra Organizzata o il suggerimento che un  anziano lascia nella rete di approfondire come potesse essere che un giovane brigatista (Giovanni Senzani), perfezionatosi in diritto e in sociologia a Berkeley (Usa), dormisse con un “qualcuno” in servizio permanente effettivo al Sismi (ora ve l’ho detto e vi aggiungo che era proprio il Bellucci Luciano)?

Possibile che nessuno in Italia, tranne Aldo Giannuli, Stefania Limiti, Piero Messina e pochi altri, si chieda chi abbia diretto/infilato questa “collana di Anelli” che, “anello” dopo “anello”, ha portato, da una parte a far uccidere Aldo Moro e, dall’altra, a salvare il “pericolosissimo” Ciro Cirillo. Su questo potrebbe fare luce Raffaele Cutolo che, se ci desse i nomi di cui parla, propongo venga graziato o, in via subordinata, lo si facesse almeno morire, “fuori dal 41bis”.

Oreste Grani/Leo Rugens