A quando la messa a punto di una Strategia di Sicurezza Nazionale?
Dice Gad Lerner da poco rientrato da Israele dove di sicurezza se ne intendono, a proposito della strage del tribunale milanese: “Aspettavamo l’ISIS e i suoi tagliatori di teste e ci ha messo in ginocchio un qualunque “Conte Tacchia”.
Mai come oggi, Lerner ha ragione. Mancano 21 giorni alla bolgia del Primo maggio (ma chi è quel testa di cazzo che ha fatto scegliere questa data?) giorno in cui dovrebbe inaugurarsi l’EXPO 2015 e, a Milano, quindi non a Campobasso o a Siena, si fanno le prove generali di penetrazioni nei luoghi istituzionali ultra sensibili. Prove che riescono, come avete visto, perfettamente. Figurarsi se quel eroe dimenticato da tutti (il gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa) non avesse avviato lo smantellamento militare delle Brigate Rosse, negli anni settanta, pericolose nelle loro espressioni organizzative (le colonne territoriali) proprio al Nord del Paese e a Milano in particolare. Renzetto Renzino Matteino, starnazza di punizioni esemplari. Forse bisognerebbe che organizzasse un suicidio di massa dei suoi seguaci per lasciare al resto del Paese una speranza di sopravvivenza prima e di ritorno alla vita, dopo. La realtà supera ogni più fervida immaginazione e suggerisce ai cattivoni dell’ISIS di lasciar perdere l’Italia perché ad auto-escluderla dal consesso civile delle nazioni, ci pensano già i suoi dirigenti politici. Dirigenti si fa per dire! Politici ancora di più! Traditori della Patria e della povera gente (ieri magistrati, avvocati semplici cittadini) a quando una ragionata Strategia di Sicurezza Nazionale? Che come continuo ad affermare, non smentito, non c’è e, cazzo, si vede che non c’è.
Oreste Grani/Leo Rugens