Forse ci siamo. Avviamo, prima che sia troppo tardi, la trasformazione paradigmatica dell’Intelligence e di una necessaria Strategia di Sicurezza Nazionale

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Dal giorno del suo insediamento (se non lo avevate capito ve lo confermiamo), tifiamo per Sergio Mattarella., giurista e politico, e non poche volte, da questo marginale e inattendibile blog, abbiamo esposto i nostri perché. Con oggi, il nostro tifo fazioso (l’unico che ci piace esercitare) si rafforza e ci spinge ad associarci al pensiero dedicato a porre uno stop (definitivo) a quella banda di grassatori delle casse statali che non perdono una occasione per denigrare la Magistratura. Dove, ovviamente, come in altre “corporazioni” si annidano dei mascalzoni. Ma se non ci fossero alcuni servitori dello Stato in prima linea a giudicare le degenerazioni truffaldine della metastasi innescata dalla partitocrazia, oggi non si potrebbe neanche lontanamente sognare un ritorno ad una qualche forma di sovranità e di stato di diritto. Buon lavoro Presidente e occhio alla riforma del comparto che per semplicità chiameremo delle “intercettazioni” (telefoniche, telematiche, ambientali). L’ideale sarebbe che, già che ci siamo, Lei che conosce la materia, mettesse in moto un’ampia riflessione sulla necessaria e improcrastinabile ridefinizione dei paradigmi dell’Intelligence che non si può più aspettare diventi, quanto prima, di tipo “culturale”.

Oreste Grani/Leo Rugens


Forse ci siamo. Avviamo, prima che sia troppo tardi, la trasformazione paradigmatica dell’Intelligence e di una necessaria Strategia di Sicurezza Nazionale e a tal proposito vi segnalo il convegno:

VERSO UN CONSIGLIO DI SICUREZZA NAZIONALE ITALIANO: PER UN EFFICACE PROCESSO DECISIONALE POLITICO-STRATEGICO

IN RISPOSTA ALLE SFIDE DEL XXI SECOLO

 Link Campus University, via Nomentana 335 Roma

 30 aprile  2015, ore 9:30

 

Per informazioni e richieste di partecipazione contattare: fondazionegermani@gmail.com

 

1) Obiettivi del convegno

La Link Campus University,  l’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici, e il Centro Interdipartimentale di ricerche sulla cooperazione con l’Eurasia, il Mediterraneo e l’Africa sub-sahariana (CEMAS)  dell’Università “Sapienza” di Roma,  organizzano, per la prima volta in Italia, un convegno sul tema “Verso un Consiglio di Sicurezza Nazionale italiano: per un efficace processo decisionale politico-strategico in risposta alle sfide del XXI secolo”, che si terrà a Roma il 30 aprile 2015, dalle ore 9:30 alle ore 17:00 presso la presso la Link Campus University (via Nomentana 335, Roma).

L’evento è aperto alla partecipazione di analisti, esperti e decision-makers provenienti dalle istituzioni nazionali civili e militari, dal mondo economico, dalle università e gli istituti di ricerca, dai mass media.

Il convegno si prefigge di: a) approfondire i motivi che rendono, per il nostro paese,  sempre più necessaria l’istituzione di un organismo del tipo National Security Council  sotto la diretta responsabilità del Presidente del Consiglio; b) elaborare  una proposta, da presentare al decisore politico,  di riorganizzazione dell’architettura decisionale di sicurezza nazionale con la  creazione di un Consiglio di Sicurezza Nazionale  (CSN)  italiano.

 Parteciperanno in qualità di relatori esperti governativi e non-governativi, tra cui:

–           Vincenzo Camporini (Vice-Presidente IAI, già Capo di Stato Maggiore della Difesa)

–           Marco Carnelos (Ministero Affari Esteri)

–           François Géré  (Presidente dell’Institut Français d’Analyse Stratégique , Parigi)

–           Emidio Diodato (Università di Perugia)

–          Anna Mazzone (Giornalista Rai)

–           Germano Dottori (Università LUISS-Guido Carli, Limes,  Nomisma)

–           Antonio Capponi (già Consigliere Militare Aggiunto del Presidente del Consiglio)

–           Antonello Biagini  (Direttore del CEMAS, Università “Sapienza” di Roma)

–           Vincenzo Scotti (Presidente della Link Campus University)

–           Luigi Sergio Germani (Direttore dell’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici).

    Nel corso del convegno si cercherà di rispondere ai seguenti quesiti :

1)      Quali sono i problemi e le disfunzioni che spesso compromettono l’efficacia dei processi decisionali nazionali nel campo della politica estera, di difesa e della sicurezza?

2)      Come si evolve  il quadro di minacce al sistema-Italia, sia “esterne” (provenienti dallo scenario internazionale) che “interne”? Tali sfide rendono necessari un adeguamento e una ristrutturazione degli organismi preposti alla pianificazione e gestione delle politiche di sicurezza nazionale?

3)      Che cos’è un CSN e quali sono le sue  più importanti funzioni?  Perché negli anni duemila diversi Stati democratici si sono dotati di un organismo di questo tipo?

4)      Quali sono gli spunti più utili per l’Italia tratti dall’esperienza internazionale in materia di CSN?   Quali sono i modelli stranieri  di maggiore interesse per il nostro paese?

5)      Quali dovrebbero essere le funzioni, i poteri  e la struttura organizzativa di un futuro Consiglio di Sicurezza Nazionale italiano?  Come assicurare che esso disponga di una efficace  struttura di supporto analitico e di consulenza strategica (lo staff del CSN)?  E’ opportuno istituire la figura di Consigliere per la Sicurezza Nazionale?

 

2)  Quadro di riferimento tematico

Uno scenario  più insidioso di rischi e minacce alla sicurezza  del  sistema-Italia rende sempre più necessaria la creazione di un CSN sotto la diretta responsabilità del Capo del Governo.  Diverse grandi democrazie hanno istituito un organismo del tipo National Security Council al fine di  potenziare la propria capacità di rispondere in maniera  strategica e olistica a problemi sempre più complessi di sicurezza sia “interna” che “esterna”.

Un CSN italiano costituirebbe, in primo luogo,  un foro interministeriale permanente nel quale il Presidente del Consiglio e gli altri  membri del governo, responsabili della sicurezza nazionale,  potrebbero discutere e pianificare gli indirizzi strategici delle politiche estera, di difesa e di sicurezza, dedicando la necessaria attenzione anche (e soprattutto)  alla predisposizione di strategie a medio e lungo termine per la tutela degli interessi nazionali.

      Questo organismo garantirebbe, altresì, un sempre più elevato livello di coordinamento e  integrazione tra tutti i ministeri e dipartimenti preposti alla gestione della sicurezza nazionale.  Ciò appare sempre più necessario, oggi, perché le minacce attuali sono multidimensionali e interdipendenti, e richiedono risposte governative di carattere “olistico” e altrettanto multidimensionale, fondate sull’uso integrato di strumenti politico-diplomatici, militari, economici, mediatici e d’intelligence.

In terzo luogo, analogamente a organismi simili istituiti da altri Stati[1], anche il CSN italiano sarebbe supportato da una struttura permanente di analisi, consulenza e pianificazione strategica, composta da qualificati specialisti in diversi campi, provenienti anche dal mondo universitario e della ricerca scientifica.

L’introduzione, nel sistema politico-istituzionale italiano, di un tale organismo consentirebbe il superamento di una serie di disfunzioni che spesso compromettono l’efficacia dei processi decisionali dello Stato in materia di sicurezza nazionale. Tra dette disfunzioni vanno menzionate, ad esempio:

  1. A) Lo scarso coordinamento tra i diversi Ministeri e Dipartimenti preposti alla gestione dei vari aspetti della sicurezza nazionale (il che talvolta genera politiche confuse e contradditorie).
  2. B)  La tendenza  ad affrontare problemi immediati tramite  reazioni di breve termine,  spesso improvvisate, anziché a elaborare politiche strategiche di più lungo termine.
  3. C)  L’eccessiva influenza che la  lotta politica interna talvolta esercita sulle scelte di  politica estera, di difesa e della sicurezza.

La formulazione di una proposta per un CSN italiano richiede un’analisi attenta delle esperienze di paesi esteri che si sono dotati di questo tipo di organismo  (che  nei vari paesi interessati assume denominazioni diverse).  I modelli esteri di CSN sono i più variegati in termini di ruolo, compiti, struttura e poteri. Tra i fattori che determinano  finalità e  funzioni del CSN di un paese vi sono  la natura del suo regime politico (democratico, autoritario o in via di transizione democratica)  e le altre caratteristiche del suo sistema politico-istituzionale.

In uno Stato democratico  un organismo del tipo  National Security Council può svolgere una pluralità di funzioni, tra cui le seguenti :

1)       Fornisce al Capo del Governo (o al Capo dello Stato, se il regime è di tipo presidenziale)  informazioni, analisi, valutazioni e consigli strategici utili all’assunzione di decisioni di politica estera, della difesa e della sicurezza.

2)      Assicura un coordinamento stabile e un pieno scambio di informazioni  tra i diversi settori del governo e dell’amministrazione responsabili della gestione delle politiche estera, della difesa e  della sicurezza.

3)      Rappresenta un luogo di discussione tra membri del governo sugli indirizzi strategici da adottare in materia di sicurezza nazionale,  in tempi di pace e normalità,  in tempi di crisi internazionale o interna, così come in periodi di guerra.

4)      Elabora la strategia di sicurezza nazionale, ovvero  un documento di livello politico-strategico   che:  a) identifica gli interessi strategici vitali del sistema-paese e il suo ruolo nel mondo;  b) individua i rischi e le minacce a medio-lungo termine con i quali il paese deve confrontarsi;  c)  indica gli indirizzi  di risposta a tali sfide e gli strumenti operativi  più idonei.

5)      Definisce gli obiettivi e le priorità informative della comunità d’intelligence; coordina l’integrazione, e la disseminazione ai decisori politici, di tutte le informazioni e  analisi  elaborati dagli apparati della sicurezza.

6)      Gestisce i rapporti  con organizzazioni multilaterali di sicurezza (come ad esempio la NATO) e talvolta anche le relazioni militari e di sicurezza con altri Stati.

Per svolgere queste complesse attività un CSN necessità  di un apparato di supporto analitico e di consulenza strategica (uno “staff” del CSN), coordinato da un esponente governativo che spesso assume il ruolo di “Consigliere per la sicurezza nazionale”.

Infine, lo studio comparato dei modelli esteri di organismi istituzionali di questa natura  dimostra che la loro efficacia varia considerevolmente da paese a paese, e anche tra diverse esperienze governative all’interno di un medesimo Stato. Dunque, un’efficacia che dipende, in buona misura,  dal più ampio contesto politico-istituzionale in cui opera l’organismo, e in particolare dallo stile di leadership del massimo decisore politico e dagli obiettivi prioritari del governo di turno.

Documento elaborato dal Prof. Luigi Sergio Germani (coordinatore scientifico dell’evento)

[1] Tra i paesi che si sono dotati di un organismo del tipo National Security Council ricordiamo, ad esempio,  i seguenti: USA  (che istituì il proprio National Security Council nel 1947), Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Israele, Canada, Australia, Cina, India, Pakistan,  Iran,  Brasile, Ucraina,  Romania, Mongolia, Sud Africa.