Tra l’ennesimo Bush e l’anziana Clinton, chi esce esce, qualcuno, statene certi, dichiarerà la Terza Guerra Mondiale

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Da ieri è ufficiale: il Mondo, come lo conosciamo, non sarà più come prima. Sarà molto, molto peggio. Hillary Clinton, infatti, sarà  la pulzella che affronterà Jeb Bush. L’erede di quei farabutti guerrafondai (i Bush), istigatori di ogni manovra ingannatrice che negli ultimi trent’anni è stata messa in atto perché l’industria bellica statunitense (ma non solo) continuasse a fare pingui incassi e con essi avere ricchezza per generare ulteriore orrore capace di ricorsivamente alimentarne altro, si prepara, utilizzando vecchi arnesi da scasso per dirigere la campagna elettorale prima e poi, in caso di vittoria, filo-dirigere lo staff presidenziale, a creare i presupposti geopolitici per scatenare la Terza Guerra Mondiale, in modo, essendo il tre (per i cretini e i faciloni di cui è infarcita una certa massoneria americana) il numero perfetto, di passare alla Storia come Bush III l’Indimenticabile.

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A fermare il “triocchiuto di turno” (i Bush sono gli animatori da sempre, tra le altre, della UR-Lodge “Three Eyes”) viene chiamata la moglie di William Jefferson (detto Bill) Clinton che non è certo una Eleanor Roosevelt viceversa madrina, come forse ricorderete (se non lo sapete ve lo dico io) della Dichiarazione Universale dei Diritti degli Uomini del 1948. Quella “Carta” che tutti i giorni gli oligarchi annidati nelle Ur-Lodge, usano per pulirsi (quando lo fanno) gli orifizi dopo che hanno defecato. Anche dalla bocca.

Hillary non lascia speranza al Mondo anche se venisse eletta lei grazie al suo essere donna e pseudo-democratica.

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Il Mondo – a modesto avviso di questo marginale e ininfluente blog – si sveglierà, tra pochi mesi (20) grazie a Bush III e i suoi sostenitori, ancora in guai maggiori di quelli che pensava di aver visto e in cui, oggi, si trova. Per i Bush, lo dovete sapere, la globalizzazione è un’ideologia manipolatrice che ha nel grande occhio infocato senza palpebre, iscritto in un triangolo (immaginate sentirsi “Bush 3” cosa può generare nella mente di uno che geneticamente viene dallo sperma di George H.W. Bush), la sua divinità tangibile e come scopo ultimo il governo del Mondo senza democrazia, senza libertà, senza i diritti che, soli, fanno uguali gli Uomini. I Bush sono dei veri fanatici adoratori di Sauron con il grembiulino e i Clinton, maschi o femmine che siano, non hanno statura morale per fermare i bushiani oligarchici liberticidi e antidemocratici formatisi negli anni venti, sconfitti temporaneamente durante e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma che hanno saputo costruire, dopo i primi anni sessanta, proprio quando sembravano poter essere sconfitti, quella Globalizzazione neoaristocratica, neofeudale, privatistica e  tecnocratica che oggi ci domina. Che noi si sia siriani, venezuelani, persiani, palestinesi, francesi, greci, ukraini, italiani, afgani, macrebini, spagnoli e mi fermo perché – in realtà – dovrei nominare le genti di ogni luogo.

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L’annuncio ufficiale della “donna” Hillary Clinton, a nome dei “democratici”, candidata, non solo non mi tranquillizza ma mi spinge sempre di più a sognare, viceversa, per sparigliare e svegliare il mondo, Tera Patrick alla Casa Bianca. O una come lei.

E’ vero che, come si dice a Napoli, deve passare “a nuttata” ma, alla mia età, comincio a pensare che non vedrò altro mondo se non quello dove i troppi Bush (tenete conto che Bush II° era di una tale ignoranza che quando parlava non si capiva cosa volesse dire tanto che, negli USA, girava la battuta che oltre ad aver dichiarata guerra all’Afganistan e all’Iraq, la terza offensiva “militare” era stata quella contro la lingua patria. Eppure, un tale zuzzerellone, ha generato, con le sue scelte o avallandone altre, il crogiolo e il brodo di cultura da cui è nato l’ISIS del califfo Abu Bakr Al-Baghdadi, fino a prova contraria, fratello in loggia (Hathor Pentalpha) proprio di George W. Bush. Sempre pronti a scusarci e a cancellare le nostre affermazioni calunniose qualora qualcuno, tra i 9.856 lettori statunitensi, si facesse avanti.

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Oreste Grani/Leo Rugens che teme di non vedere, da vivo, la fine del dominio imperiale della Coca-Cola e della Mc Donald, divinità statunitensi a cui, non a caso, i servi che guidano l’Italia, hanno riservato onori e offerte sacrificali anche in occasione della tanto malandata e sofferente Esposizione Universale di Milano, detta EXPO 2015.

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