Dorina Bianchi e il primato nel “cambio di Casacca”
La tesi che trovate di seguito accennata è audace ma, come altre volte ho detto, “audace ci piace”. Sotto la casacca (partitica) di turno indossata dalla senatrice Dorina Bianchi, ci potrebbe essere un cuore che batte per la legalità repubblicana e, oltretutto, da tempo non sospetto. Su questo blog, nei mesi scorsi, ho più volte fatto riferimento alla senatrice Dorina Bianchi (persona che, per un istante, quando ho avuto modo di frequentarla, mi era sembrata intelligente e perfino dotata di una sua moralità) come al “Fregoli” dello sport più di moda nel Parlamento italiano: il cambio della casacca.
Torno su questo nome perché da giorni vedo accenni e curiosità (in molti, ad esempio, vogliono sapere chi sia il marito della Bianchi) intorno alla medichessa calabrese (la senatrice è di Crotone ed è laureata in medicina) e al suo destino politico prossimo venturo. Sapete certamente che entro breve, “i cambi di casacca” (già centinaia in solo due anni), potrebbero raddoppiare perché si va verso la dissoluzione dei partiti come oggi li conosciamo essersi organizzati intorno all’unica cosa a cui sono veramente interessati: rimborsi delle spese elettorali e vitalizzi personali. In questo campo si deve essere chiari: Dorina Bianchi è da Guinness dei Primati. Si tratta di ben sei cambi di appartenenza (prima assoluta!) e un “fottio” di soldi già costata all’erario. Cifre “imbarazzanti” come quelle congrue che le saranno consegnate a fine carriera. Dico questo perché l’oscenità di tale trattamento privilegiato è aggravato dall’essere la senatrice Dorina Bianchi, una signora già di per se molto, molto ricca. Credo di non esagerare se dico che, di famiglia, la Bianchi è la più ricca signora della politica calabrese. Cosa faccia per la collettività per meritarsi tanto benessere (parlo del denaro pubblico e non di farmacie e vigneti che sono i beni familiari e che ovviamente non ci possono riguardare), non è dato di sapere se non genericamente quanto “gli atti parlamentari” riportano di lei.
Attività parlamentari e presenze nelle commissioni, dovreste saperlo, corrispondono, però, al “nulla organizzato”. Questo da quando i capi della partitocrazia hanno deciso che i deputati e i senatori non dovevano contare più un bel niente. Nominati e ubbidienti. Come ormai risulta essere Dorina Bianchi, anni addietro, democraticamente eletta e, oggi, viceversa, imposta, non si sa da chi e non si sa a cosa fare. Certamente non a porsi il dubbio di cosa ci faccia una signora di buona e onorata famiglia nello stesso partito con personaggi tipo Marcello Dell’Utri, Sandro Scajola, Giancarlo Galan, Giuseppe Scopelliti o Amedeo Matacena.
A tal proposito, ci soccorre una riflessione dell’erede, per pensieri e gesti, di Monsignor Giancarlo Maria Bregantini (figura di grande spessore etico e molto amata da Papa Francesco di cui vi abbiamo già parlato il 25 settembre 2012), Don Pino De Masi, fatta e resa pubblica poche settimane prima del voto tenutosi in Calabria, nel 2010: “I Calabresi hanno bisogno di due P maiuscole: Politica e Pulizia. Tanto a destra quanto a sinistra. L’ho detto chiaro e tondo anche a Pierluigi Bersani in un colloquio privato. E’ inutile farsi rappresentare da una persona pulita se l’esercito è corrotto”. E, all’interlocutore che gli chiedeva se l’esercito del PD fosse corrotto, il sacerdote rispose in modo secco: “Sì e lo è lo anche quello del centrodestra perché come sapete qui (in Calabria), le coalizioni e i partiti si confondono”. Mi sembrano, ancora oggi, parole inequivocabili! Certamente in sintonia con quanto – anche ieri – ha sostenuto Papa Francesco a proposito della corruzione e della criminalità organizzata.
Tornando alla Bianchi, mi dite come si fa a fare politica (si fa per dire) per decenni in un ambiente così descritto? Come si fa ad indossare tailleur eleganti e andare a servire la Repubblica avendo come realtà territoriale che formalmente ti esprime, un groviglio bituminoso come quello che si evince da tali affermazioni, e non sentire il dovere di non appartenere a quegli schieramenti (interscambiabili) di cui si sente parlare? Forse, mi sono chiesto anni addietro, questo è il tormento di Dorina: non si trovava a suo agio con nessuno e fino a quando non li ha provati tutti non si è fermata. Il problema è che oggi si è insediata in Forza Italia!
Nessuno sta dicendo che la signora è parte di un sistema criminale (non lo penso, anzi sono certo che la bianchi non abbia nulla a che vedere con l’illecito e, così dicendo, credo di non sbagliarmi) ma continuare a pensare che una “messa in piega” (la Bianchi è sempre impeccabile e ben “acconciata”) sia sufficiente per “togliersi dalla testa”, ad esempio, lo stato della sanità calabrese (la senatrice di Crotone, ribadisco, è laureata in medicina) è sinonimo per lo meno di superficialità se non indifferenza al dolore dei propri concittadini.
Diceva ancora Don Pino De Masi: “Qui non si sa mai chi ti trovi di fronte. A parole sono tutti paladini della legalità ma nei fatti…”.
Prima che arrivi alla pensione e al relativo vitalizio, dalla “Fregoli” Dorina Bianchi, campionessa del Mondo di Cambio di Casacca, aspettiamo un po’ di fatti, fossero anche rappresentati da un colpo di teatro che la riveli essere, dopo tanti anni di intelligentissima copertura, una “Teste Omega”, preziosa per il ristabilimento della legalità nella terra tormentata che fu patria, non lo dimentichiamo, di Tommaso Campanella, l’autore, tra l’altro, della “Città del Sole”. Solo così si spiegherebbero le convivenze (non “connivenze” perché non penso questo e non voglio essere frainteso), per decenni con gli ambienti politici (una volta di centro, una volta di destra, una volta di sinistra) che sistematicamente le inchieste giudiziarie (quelle che si riescono a portare a termine) rivelano essere infiltrati dalla ‘ndrangheta e dalla massoneria nerissima e deviata che dominano la terra dei Bruzii. Se scoprissimo che Dorina Bianchi, dopo un suo viaggio illuminante negli USA, è stata arruolata “da non si sa chi”, nella veste affascinante di 007 in gonnella per, frequentando tutti (destra sinistra centro), fare contrasto e intelligence, ad esempio, nella Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria (esiste ancora?), proveremmo un grande emozione al solo ricordare di averla conosciuta e averle fornito una chiave di lettura (ad esempio) per capire la “complessità” implicita nel fallimento “annunciato” del Sistema Sistri, architettura informatica ideata per tracciare (dal cielo) i movimenti dei rifiuti.
Ci piace ipotizzare questo ruolo audace (e quindi di persona fedele alla Repubblica) per la gentile e raffinata signora di Crotone piuttosto che immaginarla solo una banderuola al vento della partitocrazia, sempre pronta a mutare colore e punto di riferimento ideologico e culturale. Sì, ci piace Dorina Bianchi “007”, piuttosto che saperla damigella d’onore di Silvio Berlusconi una volta o di Agazio Loiero, un’altra. Ovviamente sono dei nomi fatti a caso e senza alcun nesso con la realtà perché, sia pur armati di buona volontà, non capiamo proprio quali siano i riferimenti reali della Bianchi. Più ci penso e più me la ricordo nei colloqui mattutini (veniva molto presto in ufficio) intercorsi, più la vedo adatta nel ruolo di Mata Hari, piuttosto che canna al vento. Meglio frequentatrice (per servizio) di Farina/Pompa/Pollari che una signora vanesia della buona borghesia crotonese con il vizio della politica partitica ma resa cieca e sorda da tale “dipendenza”. E detto da me non è cosa da poco.
Oreste Grani/Leo Rugens