Papa Francesco, Cuba, gli ultimi mesi della Presidenza Obama e le “energie superiori”
Partire da lontano spesso aiuta a capire l’oggi. Un esponente della famiglia Castro (che sia Raul o Fidel in questo momento poco conta) e il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama mettono le basi per un epocale cambiamento, economico politico sociale nelle terre – per noi comunque lontane – del centro e del sud America. Quando dico, partire da lontano, in questo caso intendo dagli anni sessanta e dalla complessa relazione intercorrente tra la Chiesa di Roma (incarnata in quei momenti storici da Giovanni XXIII) e da John Fitzgerald Kennedy quale presidente degli USA. In Vaticano viene eletto il primo Papa massone della storia, certamente spiritualmente innovatore (4 novembre 1958) e il 20 gennaio 1961 diviene presidente degli Stati Uniti d’America, un non massone (cosa rarissima!) ma cattolico di orientamento progressista. Strana miscela, sicuramente unica, fino a quel momento, nella storia moderna. Quasi fosse uno scambio di appartenenze cercato, in un solo disegno (riuscito), capace di portare ai vertici del Mondo, la Nuova Frontiera teorizzata e messa a punto dal grande massone democratico e progressista Arthur Schlesinger Jr.
Un programma democratico che passato l’orrore della Seconda Guerra mondiale, fosse capace prima di un disgelo fra est e ovest e poi di “scatenare” un’offensiva di profonde riforme progressiste nel campo dei diritti civili, contro la discriminazione razziale, attuative del sostegno pubblico all’occupazione all’istruzione, all’emancipazione culturale ed economica di tutte le classi sociali, specie quelle meno abbienti. Un progetto – ripeto – culturale, perché “nessuno fosse lasciato indietro”.
Pensare agli ultimi – quindi – e in tutto il Mondo: questo immaginavano i “fratelli democratici” stimolati dal pensiero di Schlesinger Jr. Un piano perché la giustizia sociale si accompagnasse realmente ad un’equa diffusione del benessere. Il piano (non vi fate disturbare da questo termine) esordì nel migliore dei modi con l’elezione di Angelo Roncalli da Sotto il Monte, provincia di Bergamo. Giovanni XXIII, dalla sera stessa della sua proclamazione, fu chiamato “il Papa buono”.
Ritengo buono anche perché, è certo che Giovanni XXIII, fu un convinto massone che, per strade che non ci è dato di conoscere, fu iniziato, sin dal 1940 (a 59 anni), a Istanbul dove serviva, da vescovo e nunzio apostolico, la chiesa di Roma. Fu la loggia “Ghedullah” ad accoglierlo consentendogli in particolare di approfondire studi e conoscenze della kabbalah, disciplina spirituale a cui ancora oggi gli affiliati di quella realtà latomistica turca si dedicano. Negli archivi della “Ghedullah” (scrivono Laura Maragnani e Giole Magaldi, senza tema di smentite), esiste ampia documentazione della straordinaria affiliazione come apprendista, così come dei suoi passaggi di grado a compagno d’arte e poi, nel 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale, a Maestro libero muratore.
Roncalli, successivamente, venne inviato dalla Chiesa di Roma, quale nunzio apostolico, nel 1944 (immaginate la situazione con i “mostri nazisti” in piena attività iconoclastica), a Parigi dove negli anni immediatamente successivi, finita la guerra, il futuro Giovanni XXIII entra nella super loggia progressista “Montesquieu” e diviene un agguerrito “Maestro legislatore” di tale realtà democraticamente pensante. Dico questo perché, come in molti cominciano a sapere, la Crisi di Cuba (quella dei missili pronti ad azzerare le maggiori città statunitensi) fu massimamente risolta grazie all’intervento del Vaticano, proprio nella persona del Papa Massone. Il papa buono si mise in mezzo e riuscì a “scuotere i contendenti” da un atteggiamento autolesionistico che prefigurava, a breve, l’Apocalisse nucleare.
Come vedete, sia pur con contorni difficili da essere creduti, Vaticano e Usa, coinvolgendo anche il Segretario Generale del Pcus, Nikita Chruscev, salvarono, in quel momento, l’umanità dall’annientamento. Ma, provate a non dimenticarlo, per cogliere la complessità di quegli avvenimenti, John Kennedy e, successivamente, suo fratello Robert, furono uccisi. Schlesinger Jr. fu messo ai margini, è una guerra quale quella in Vietnam, divenne, sia pur persa (e questo è il paradosso!), esempio di soluzione a ogni conflitto possibile. A di là dei successi di tipo militare a cui il sistema industriale americano non era e non è in realtà veramente interessato. Anzi, se le guerre si vincono, si rischia di non poterne più scatenarne altre. Le guerre vanno semi-perse così se ne possono dichiarare altre, più vaste, più lunghe, più costose.
Quella stagione di speranza in un Mondo giusto, si chiude presto: il 3 giugno del 1963, muore di tumore allo stomaco Giovanni XXIII e il 22 novembre dello stesso anno viene assassinato, a Dallas, JFK. Nel ottobre del 1964 viene deposto Nikita Chruscev. Dopo pochi anni, in occasione delle elezioni presidenziali americane, del mitico 1968, i candidati democratici che sognavano la ripresa del percorso della “nuova Frontiera” vengono entrambi uccisi. Dico questo perché quando si uccide il 4 aprile, il massone Martin Luther King, in realtà si elimina con lui il possibile Vice Presidente degli USA.
Il 6 giugno tocca a Robert Kennedy essere abbattuto. Questi erano la “strana coppia” ideata dagli ambienti massonici progressisti. Un cattolico (il Kennedy) e un fratello nero (King). Si chiude un’epoca e passo dopo passo, silenzio dopo silenzio, martirio dopo martirio, ci avviciniamo ad oggi con l’arrivo sulla scena del troppo (fino a qualche mese addietro) timido Barack Obama e, per fortuna, il gigante Papa Francesco. I due, sia pur con ruoli diversi, potrebbero essere pronti a riprendere il cammino perché “nessuno rimanga indietro”. Quando è stato scelto Obama abbiamo sperato che il processo che i massoni neo-conservatori, oligarchici, tirannici, gente spinta ad agire da una bramosia di potere finalizzato a rendere i cittadini nuovamente sudditi (come lo erano prima delle rivoluzioni americana e francese) schiavizzandoli non più nei campi di cotone ma aggiogandoli alla società dei consumi e del denaro elettronico, si potesse fermare prima e, invertire dopo. Fino alle dimissioni di Ratzinger abbiamo visto buio. Poi, venendo avanti Papa Bergoglio, un po’ gesuita e un po’ francescano, ci si è riaccesa la speranza di tornare a rivedere le stelle. Così ci piace interpretare nuovamente “Cuba” dove ancora una volta il Vaticano è stato determinante per il cambiamento di clima. Cuba dove la “massoneria” non ha mai cessato di operare anche durante il castrismo.
Cuba, Vaticano, Usa: così ci piace interpretare ogni parola di fraternità e di uguaglianza che Papa Francesco pronuncia dal primo giorno della sua missione. Ci piace interpretare così il suo aver indetto un Giubileo straordinario per provare a far riprendere il cammino della Chiesa interrotto in quegli anni ’60 (tanto odiati dai neo tiranni guerrafondai pseudo-massoni) e che avevano visto accendersi nel Concilio Vaticano II, una sorgente di luce e di “energie superiori” di cui l’Umanità aveva ed ha stretta necessità.
Lunga vita a Papa Francesco e alla sua ricerca di soluzioni, colte e intelligenti, amiche della Pace e della convivenza tra le genti. Lunga e serena vita a Papa Francesco impegnato con chi lo stima, lo ama, lo rispetta, a risolvere la dicotomia minacciosa rappresentata dagli interessi – apparentemente contrapposti – del Centro e della Periferia. Con l’auspicio che gli ultimi mesi di presidenza di Barack Obama siano caratterizzati da un coraggio che solo in parte ha, fino ad oggi, dimostrato. Che le scelte di entrambi (alleati nelle loro diversità) riescano, prima che alla Casa Bianca si insedi l’ennesimo Bush o la troppo ambigua e anziana Hillary Clinton, a fermare la macelleria sociale e “militare” (voluta principalmente dai quei massoni neo aristocratici che dagli anni ’70 dominano il Mondo), che si porta dietro perdita di diritti, di dignità e benessere per centinaia di milioni di persone.
Questo post lo cominciamo ad amare, nel momento stesso in cui lo pubblichiamo, perché non solo immette nella rete i nostri legittimi desideri di fraternità e di eguaglianza ma tende a veicolare quell’anticipazione di pensiero strategico che chiameremo “energie superiori” e di cui la sofferente umanità smarrita sente sempre più bisogno.
Oreste Grani/Leo Rugens