Ma è vero che Tony Negri prende il vitalizio da parlamentare?

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Chiedo alla rete di farmi cortesemente sapere se Antonio Negri (detto Tony) percepisca ancora la pensione da deputato per quei 64 giorni in cui sembrò essere un parlamentare italiano (radicale). Certamente riscuote quella da professore universitario. Quella da deputato, qualora non l’avesse rifiutata, dovrebbe essere più che dignitosa dal momento che era di euro 3.108,00 per 13 mensilità, già nel 2006. Se penso che qualcuno mi fece fesso e me lo soffiò sotto il naso facendolo scappare a Parigi, e che, nonostante la galera fatta, ancora campa (dovrebbe avere 82), mi incazzo come un toro.

Alla collettività italiana, Tony Negri, dovrebbe essere costato, di sola pensione da parlamentare, 686.868,00 (mi scuso se mi sbaglio di qualche migliaia di euro) per aver dovuto lavorare il tempo di 9 (nove!) sedute “estive” (tranquilli a Montecitorio c’è l’aria condizionata) retribuite quindi, ad oggi e in modo crescente, per la modica cifra di 76.318,666 a seduta. Comunque avrete notato i tre 6 finali ad indicare la diabolicità della storia e del “rimborso equo” percepito dal “cattivo maestro”. Lontano dai 27,00 euro mese concessi dallo Stato Italiano a mio suocero per i sette anni di prigionia (campi in India e in Australia) fatti perché colpevole di essere stato arruolato, oltretutto contro la sua volontà (lo presero i carabinieri quando era ancora ventenne) nell’esercito del Duce. Pinamonte (così si chiamava, di nome proprio, mio suocero) fu catturato dagli inglesi dalle parti di Tobruk dove, di questi giorni, qualche esagitato, vorrebbe che tornassimo a fare il bis. Fottendo così chissà quanti altri innocenti Pinamonte.

Oreste Grani che prova a non dimenticare come siano andate le cose.