Carmelo Sparacino detto Manuel si deve essere sentito aggredito dalle mie affermazioni. In realtà non volevo offenderlo ne tantomeno il suo eventuale omonimo
Caro Sparacino (Manuel/Carmelo che lei sia), vedo che dopo aver “buttato” la che, da queste parti (il mio blog), siamo dotati di fantasia sbrigliata, alla luce di quanto da noi pubblicato in data 29 marzo 2015, ha ritenuto opportuno lasciare correre e non degnarci di replica. Caro Manuel, lei mi è sempre più simpatico (sentimento che provo anche senza conoscerla de visu), immaginandola super impegnato nelle più diverse attività e senza il tempo di leggere quanto questo marginale, ininfluente, approssimativo, mal documentato blog, aveva, nel tempo e in più post, pubblicato relativamente ai suoi rapporti, di affari ed amicizia, con quel sorcio baffettiello di Mario Traverso. Che ho certezza – invece – che lei conoscesse molto bene. Questa affermazione è figlia del aver fatto personale investigazione spingendomi perfino al Bar Tavola Calda sottostante il vostro ufficio a viale Alessandro Ruspoli, 190 – Roma.
Lei, dopo aver provato ad “ammischiare” (direbbero a Roma), tace. Io invece ritengo di poter affermare questa verità (la vostra conoscenza e il vostro essere soci di fatto), senza tema di smentite. Lei era socio di fatto di Mario Traverso e Francesco Pirinoli nella gestione del denaro derivante dalle attività di “sperimentazione” del braccialetto elettronico. Così è ridotto il nostro Paese. Pensi che conservo perfino – in archivio – lo scontrino fiscale di quando mi sono recato a chiedere, nella zona dove avevate gli uffici romani e dove svolgevate attività quale società di fatto, se qualcuno, nella zona, si ricordasse di quel super chiacchierone “un po’ milanese, un po’ ligure, un po’ di sangue siciliano”, di Mario Traverso e se, lei e lui, corrispondeva al vero che vi frequentavate ogni volta che i signori della Carro 2001 venivano a Roma per seguire le pratiche ministeriali e prendere gli accordi con la Telecom nella persona di Marcello Antonelli Caruti. Perfino l’uomo che vi faceva il caffè o che, qualche volta, vi scaldava una pizzetta o vi serviva un piatto alla Tavola Calda, non solo si ricordava degli atteggiamenti di Traverso ma anche l’oggetto delle vostre conversazioni. Prima di fare un’affermazione, quelli del mio “millesimo” e della mia “scuola”, battono il marciapiede e chiedono, dal portiere in su, quali siano le frequentazioni e la buona o cattiva reputazione di cui gode la persona a cui si è interessati. Per cui so – da sempre – che lei e Traverso eravate sodali nell’operazione “braccialetto elettronico” e che, quando avete inserito nell’oggetto sociale della WEA e della DEA, un po’ di cavoli a merenda, sognavate anche di diventare “ricchi e spietati” con il business delle intercettazioni telefoniche. Lei mi è sempre più simpatico e per questo oggi, come sorpresa (in ritardo!) uscita dall’uovo pasquale, pubblico il documento ufficiale del Ministero dell’Interno che dava il via alla vostra avventura (e al danno erariale che da esso ne è disceso) diciamo “imprenditoriale”.
Chissà se, così facendo, contribuisco a farle capire (gratuitamente!) che il mondo è più complesso di come appare e che anche agli uomini che si credono esperti di cose “complicate” (ad esempio lei) quando incontrano gli specialisti di cose “complesse” (ad esempio il sottoscritto), difficilmente escono illesi dallo scontro. Ma, per sua fortuna, non ero e non sono interessato alle sue marachelle ma solo a quelle di Mario Traverso, Marcello Antonelli Caruti, Alberto Dell’Utri, Francesco Pirinoli, Edmondo Monda. Comunque, rimango in attesa di una smentita, di una puntualizzazione, di una richiesta perentoria di cancellare dalla rete le mie falsità che eventualmente la riguardassero. O, viceversa, di un saluto divertito. Meglio, di un segno rispettoso di una qualche ammirazione di tanta dettagliata informazione. Diversamente considererò applicata la vecchia regola del “silenzio assenso”. Nell’augurarle con largo anticipo una buona Pasqua 2016, ripeto, stia tranquillo: qualunque cosa abbiate combinato con quel pagliaccio di Traverso Mario, è tutta “robbbbba”, non più perseguibile dalla legge. E, comunque, stia sereno, ai miei occhi vendicativi, lei ha già espiato la sua eventuale pena perché ritengo che il solo l’aver conosciuto quel gaglioffo di Traverso, sia stata condanna sufficiente. Come le continuo a scrivere, lei, più ci penso e più mi risulta essere un tipo simpatico e, mi dicono,… “canterino”. Nel senso che è un appassionato di musica leggera e che deve aver avuto anche una bella voce.
Oreste (non Vincenzi) Grani alias Leo Rugens.