Che cosa è successo, di tanto grave, alla trasmissione “La Gabbia”? Chi custodisce i custodi della Repubblica?
Ho conosciuto e frequentato molti comunisti di origine calabrese. Ho frequentato, per motivi professionali, gli ambienti di “sinistra” radicati nei comuni della Locride e delle Serre Vibonesi. Gente tosta e morale, segnata da una tradizione che aveva fatto di quelle terre una frontiera di scontri durissimi, con i “padroni”, negli anni mitici del dopoguerra. Calabria, Lucania, Puglia. Occupazione di terre e riscatto sociale, negli anni ’50. Gli anni di Giuseppe Di Vittorio e della moralità di chi difendeva i diritti dei lavoratori.
Alcuni dei calabresi che ancora si aggirano nel labirinto della “partitocrazia” (in prevalenza PD) sono stati iscritti alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (per motivi anagrafici) e, spesso, sono stati sinceramente, da giovani, antifascisti e nemici degli ambienti “neri” (paramassonici) che negli anni ’70 hanno insanguinato la Calabria e il Paese.
Poi, passo dopo passo, legislatura dopo legislatura, tutto si è stemperato e nelle stesse realtà e intorno alla stessa greppia si sono ritrovati, quasi fossero fratelli, gente di destra e di sinistra. Il tutto con il bene placet invisibile della ‘ndrangheta. Così, almeno, dicono le inchieste giornalistiche, della Magistratura e le “intercettazioni telefoniche e ambientali” tanto odiate dai criminali. Gente proveniente dalla destra, dal centro e – soprattutto – dalla sinistra.
Anche i temi cari a quella destra (trame oscure, attacco al dettame costituzionale, interessi privati e di loggia che vengono prima di quello della Nazione) sono diventati usuali di quella pseudo sinistra che oggi sembra poter, tra poche settimane, vincere alle elezioni anche in Calabria. Ma non li chiamerei più di sinistra, trattandosi solo di gente trasformista. Ed è dire poco. Queste affermazioni generiche sarebbero già di per se gravi ma, essendo fatte in un blog marginale e di scarsa attendibilità, risultano di poco conto. Ma non ciò che è stato detto alla trasmissione “La Gabbia” del 12 aprile 2015, dove redattori e ospiti, non si sono tirati indietro rispetto al tema (a nostro giudizio cruciale) della sicurezza dello Stato e a chi essa sia affidata. Minchia, minchissima, superminchia, in nessun Paese al Mondo, quanto detto e ascoltato (da qualche milione di cittadini) durante quella trasmissione, passerebbe inosservato e senza conseguenze nel Governo.
Vediamo ora che succede, soprattutto, curiosi di scoprire se il responsabile dei “Servizi Segreti” di questo sbrindellato Paese (il Premier Matteo Renzi in persona) ci dice in cosa consista la rottamazione in quel settore e se, la rottamazione, può riguardare anche il Sottosegretario con delega a trattare l’Intelligenza strategica dello Stato.
Che si sia smarcato o meno in tempo dall’ICSA. O dobbiamo immaginare che ci siano due pesi e due misure rispetto a quanto, ad esempio, è stato riservato al ciellino Maurizio Lupi?
La verità è che la situazione di inadeguatezza dell’intero comparto della Sicurezza della nostra Italietta, avrebbe bisogno di ben altro che di qualche ICSA infarcita di persone degnissime ma che ritengono di saper fare quello che, quando erano in servizio permanente effettivo, non sono stati capaci di fare. Cioè capire la complessità implicita nella geo politica e nel Grande Gioco. A questo fine basterebbe, prima di lasciarli promuovere (senza averne le risorse finanziarie adeguate) realtà pensanti che poi vanno soccorse con denaro pubblico, chiedere, a questi illuminati, di mostrarci un solo intervento in un convegno, un solo libro, una sola intervista dove annunciavano, “un ora prima” qualcosa poi accaduta realmente. Quando hanno sputato sentenze, lo hanno fatto sempre un’ora dopo e questo basterebbe, a chi intende il linguaggio che ora mi sono permesso di usare, in quale credito siano stati tenuti, negli ambienti internazionali, tali personaggi. Tutta gente da “pettegolezzo” usabili per la lotta fratricida per il potere e mai nell’interesse della Repubblica. Mi annoio a ribadire che prima di consentire a chiunque di proporsi sul mercato della sicurezza come “carta moschicida” di qualunque contributo pubblico o privato, bisognerebbe appurare non per quanti anni lo stesso abbia usufruito dello stipendio e dell’indennità di cravatta ma quando e come abbia realmente difeso gli interessi della comunità nazionale. Che è il motivo per cui uno prende, in quel settore, lo stipendio e la tredicesima.
Fermiamoci qui perché, come altre volte ci è capitato, qualcuno potrebbe pensare che ora di farci tacere.
Senza Intelligence (ad oggi certamente inadeguata) ogni sforzo di battere la criminalità internazionale e gli eventuali aggressori affiliati all’ISIS, saranno puri velleitari desideri. Provate a smentirmi e, soprattutto, provate ad affermare che in pochi mesi, miracolisticamente, siete riusciti a passare dalle “cazzate” rassicuranti che raccontavate della Tunisia, della Libia, dell’Egitto, dell’Ukraina a una sostanziale attitudine alla pre-visione geo-politica capace di sostenere Pinotti e Gentiloni (entrambi senza strumenti di conoscenze specifiche per capire che li state mandando allo sbaraglio) nelle loro delicatissime attività istituzionali. Raccontatelo a Crozza che in pochi mesi siete riusciti a “ri-formarvi” e vedrete che fine vi farà fare, sin dal venerdì successivo.
Rimaniamo in fiduciosa attesa di sapere quanti dei vecchi Lotar dalemiani, usciranno indenni dalla necessaria “purga”.
Espressione (purga) che, non lo dimentichiamo, è andata di moda proprio negli ambienti di sinistra dove i giovani militanti comunisti sono prima cresciuti e poi invecchiati.
Oreste Grani/Leo Rugens