Un solo unico vero vincitore: il Movimento a 5 Stelle, cioè cittadini onesti prestati alla politica

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Sì, pur continuando a chiedermi perché quella sera Giuseppe Grillo non arrivò a Roma, oggi mi sento soddisfatto per la stra-vittoria del M5S. Perché di questo si tratta. Alcuni continuano a parlarci di quanto Berlusconi è stato bravo a non svanire nel nulla. Altri ci spiegano che Salvini si è raccattato i voti che erano di Berlusconi (alcuni e neanche tutti) e che per questo dobbiamo considerarlo il nuovo conduttore della Destra. Zaia è altra cosa e ha delle capacità di amministrare che l’indossatore di felpe Salvini se le sogna. In pochi, ad onor del vero, hanno la faccia di culo di sostenere che non è vero che per Renzi è cominciato il declino.  Guardate i numeri assoluti e ne scoprirete delle belle. Tipo che Salvini non prende neanche i voti che andavano a Bossi sommati a quelli che ha perso Berlusconi. Renzi (l’uomo del 41%) è sotto i numeri raccolti ai tempi di Occhetto, Se si guardano le comunali si scopre che Bersani era più forte e radicato della marionetta di Michael Ledeen. Parlo di Renzi.  Questo lo dico perché, fino a quando non terrete conto che le “truppe fresche degli italiani veramente incazzati” si sono ritirate in un area di non belligeranza (il non voto), difficilmente potrete pre-vedere cosa, mutando di poco le condizioni, potrebbe accadere, anche in Italia. Capire i flussi e le dinamiche delle elezioni “amministrative” nel nostro Paese è sempre stato difficilissimo perché interpretare cosa la candidatura locale o la conoscenza diretta del candidato comporta è quasi impossibile. Figurarsi capire i veri rapporti di forza in uno scenario elettorale dove, ad esempio, in Campania, a remare a favore di De Luca, c’erano seicento (600) candidati e, per il M5S, solo 50 (cinquanta!). E dove il seicentunesimo (601 quindi) rematore a favore di Vincenzo De Luca era Ciriaco De Mita che, pur di rimanere vivo, un giorno si spende perché l’ignorantone Renzi capisca l’importanza di eleggere Mattarella al Quirinale e l’altro suggerisce che il salernitano De Luca è persona ineccepibile, degna di guidare perfino la lotta alla “camorra”. Perché questo, tra l’altro, dovrà saper fare il Governatore campano. Un sistema elettorale quindi che consente di schierare i 601 di Balaklava contro i 50 piccoli grilli e che racconta tramite le trombette compiacenti che lo scontro è stato ad armi pari, non è un sistema democratico e come tale, prima o poi andrà trattato. Comunque, per ora, godiamoci che il “vero” primo partito d’Italia è costituito da un “movimento” di cittadini onesti prestati alla politica che, nelle peggiori condizioni, non hanno arretrato – di fatto – di un passo, mantenendo viva la speranza che un giorno le truppe fresche del non voto, irrompendo salvifiche, facciano una carneficina (metaforica) della banda partitocratica che ancora sembra menare le danze sotto le più diverse bandiere. Bravissimi ragazzi pentastellati. Era difficilissimo, se non impossibile, fare ciò che avete fatto. Aggiungendo – doverosamente – che il tutto lo avete fatto senza soldi pubblici o di non si sa quali “comitati d’affari locali” che sistematicamente, gratta – gratta trovi, prima o poi, dietro al vincitore di turno. Un tempo, in Veneto, proviamo a ricordarlo, vinceva Galan il “patteggiatore”. In ultimo ma non ultimo: ad Imperia e provincia, in modo determinante per la vittoria ligure, sono spuntati molti voti a favore di Toti. Che, non lo dimenticate, non si chiama “Enrico” mentre  Scajola lo smemorato si chiama Claudio.

Oreste Grani/Leo Rugens

P.S.

Che mondo è un mondo in cui la presidente uscente della Regione Umbria, Latiuscia Marini, esulta perché viene rieletta ma rimuove il dettaglio che, alle ultime regionali aveva preso 250.000 voti e che ieri ben 100.000 cittadini non le hanno rinnovato la stima risultando eletta con soli 150.000 voti. Centomila, come sapete, non entrano nello stadio Olimpico! Numeri relativi e numeri assoluti. Meditate gente, meditate.