Se non ci fossero i Riccardo Magi (radicale) e i cittadini organizzati nel M5S, la fase sarebbe senza speranza!

RICCARDO MAGGI UN BUON EREDE DELLA TRADIZIONE POLITICA LIBERALE, LIBERTARIA, RADICALE

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Il giorno 6 giugno 2015 ho scritto un post dedicato sia all’azione meritoria di Riccardo Magi (Unico consigliere comunale eletto nelle liste radicali) che a quanto stessero testimoniando con l’azione politica i miei preferiti cioè i cittadini autorganizzatisi nel M5S (Se non ci fossero i Riccardo Magi (radicale) e i cittadini organizzati nel M5S, la fase sarebbe senza speranza!). Magi ha raccolto ed esprime nel suo agire politico la tradizione liberale, libertaria, radicale ed oggi torna a ragionare di referendum come meglio non si potrebbe fare. Certamente in molti avrete già letto l’articolo che viene intelligentemente ospitato dal Il Fatto Quotidiano di ieri, 23 gennaio 2016, a firma doppia di Magi e di Mario Staderini, ma io sento di doverlo pubblicare anche in questo marginale ed ininfluente blog cominciando così una di quelle campagne lunghe (come le chiamo) per non lasciare nulla di intentato per battere la protervi renziana e dei suoi reggicoda.

Buona lettura.

Oreste Grani

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I malavitosi che frequentano gli ambienti coatti che abbiamo imparato a riconoscere intorno all’amministrazione della Capitale direbbero: “me rimbalza”. Ma stiamo parlando dei sodali di Massimo Carminati e non del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Renzi fa il malandrino e alza la posta facendo il coatto su questa vicenda del PD corrotto e degli altri partiti (per primo il NCD) che configurano la sua maggioranza. Forse si sente forte perché ha dalla sua il Ministro dell’Interno (vorrei pure vedere che Angelino Alfano non si schierasse in difesa dei suoi) e, ogni tanto, per sovrapprezzo, si ricorda di essere anche il capo dei Servizi Segreti. Quelli stessi organi preposti alla sicurezza dello Stato che fino a quando non esce fuori un’informativa che ci smentisce, riteniamo che non siano stati proprio loro ad imbeccare, riservatamente, la Procura di Roma. Riteniamo che tutto il merito vada ascritto, come tante volte è successo nella storia della Repubblica, ad un aderente al Partito Radicale che, senza macchia e senza tema, ha fatto esposti su esposti fino a quando il non agire sarebbe stata colpa grave per chiunque. Parliamo di Riccardo Magi, unico consigliere radicale eletto al Comune di Roma. Le chiacchiere stanno a zero. Se in questo paese, ciclicamente non ci fossero i radicali e, ora anche i grillini, saremmo senza speranza!  Forse è tempo che Antonio Di Maio reagisca e, a Napoli, in nome di almeno mezza Italia, decida che è ora di far volare, “democraticamente”, qualche mazzata. Cominciando da Napoli e passando, subito dopo a Roma. Altro che “niente elezioni fino a quando non decido io”.

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Come vi abbiamo responsabilmente affermato pubblicando il post riprodotto in calce, c’è qualcuno che non vuole che gli Italiani si esprimano con il voto e che, anzi, pretende di governare senza che una vera maggioranza (il 50% + uno!) lo abbia delegato. Se non è una deriva autoritaria questa, per re-agire dobbiamo aspettare che ci passino per le armi? Signor Presidente Sergio Mattarella, Lei che di diritto ne capisce, può ordinare la fine di questa gravissima attività antidemocratica rimuovendo l’aspirante duce dalla posizione in cui, inopportunamente e grazie solo a suggestive “scatole cinesi” (le illegittime primarie), oggi si trova? Mi sembra che Matteo Renzi, mal consigliato dall’amico del suo amico, l’americano Michael Ledeen, stia cominciando ad esagerare e, in nome di una minoranza infima di cretini autolesionisti (se va bene ormai il 15% degli aventi diritto al voto) ci possa spingere verso una lotta fratricida che non mi sembra il dettame costituzionale indichi quale finalità dell’agire del Capo del Governo. Sentirsi “re” è pericoloso perché suggerisce agli estremisti innamorati della legalità repubblicana che tramare nell’ombra per il regicidio è legittimo quando ci si trova di fronte ad un re/tiranno e alla sue decisioni nemiche dell’unità del popolo. Che, se ben ricordiamo, è lui l’unico, costituzionalmente, legittimo sovrano.

Sto passando i limiti consentiti dalla legge per cui mi fermo altrimenti confermo chi sostiene che io sia “troppo patriota” e, in quanto tale, pericoloso e da non frequentare. Come suggeriva, a suo tempo, l’amica del perfido Amalek.

Oreste Grani/Leo Rugens


TERA PATRICK: “QUALCUNO, NEGLI USA, DECISE CHE GLI ITALIANI NON DOVESSERO, PER QUALCHE ANNO, ANDARE A VOTARE.”

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Il pellegrinaggio dei politici italiani alla Casa Bianca, da settanta anni, non ha fine. Cappotti rivoltati all’inizio, vestiti da fighetto, oggi. Quando tornano, sono sempre entusiasti dello stile di vita statunitense. Durante queste visite, nessuno gli dice un cazzo di niente  come, ad esempio, che Giovanni Lo Porto era stato seccato da un drone stupido. I nostri politici, entusiasti (Renzi non ha fatto eccezione) rimuovono che quello stile di vita si basa, da settanta anni, sulle “lacrime e sangue” (ormai il significato del motto è profondamente cambiato) versati da centinaia di milioni di esseri umani sparsi sul resto del globo che abbiano avuto la sfortuna di nascere in Corea, in Vietnam, in Chile, in Argentina, in Venezuela, in Mexico, in Afghanistan, in Iraq, in Libia, in Italia, in Grecia. Mi stanco e mi fermo. L’idrovora della industria bellica americana, con il suo succhiare e immettere, sembra generare benessere. La verità e che discrimina sempre di più tra “centro e periferia” del loro stesso Impero.

In settanta anni, la sostanza è cambiata di poco. Alcuni giorni addietro, a quelle latitudini, facendo un’eccezione, tra Barak Obama e Matteo Renzi si è parlato di Libia, Afghanistan, Ukraina e del rapporto tra Roma e la Mosca di Putin.

Sanzioni comprese.

I comunicati hanno parlato anche di guerra all’ISIS e di droni americani “armati” da usare in Libia (gratis?) e di come Renzi sia smart. Ordini e basta: fai questo, fai quello.

Nessuno, ha citato Tera Patrick, la patriota americana un po’ porno-star e un po’ commentatrice politica, ai cui ragionamenti raffinati, da qualche tempo, vi ho introdotto.

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Veniamo all’affidabilità della fonte Leo Rugens e quindi del sottoscritto.

Difficile quando uno si è fatto la cattiva fama, scrollarsela di dosso: sono stato preso a mentirvi su Valentina Nappi (lei stessa mi ha scritto intimandomi di smetterla di metterle in bocca bugie “fuori misura”) per cui, quando ho scritto che Tara Patrick sarebbe venuta  a Roma ad esibirsi, nuda e sexy come “mamma l’aveva fatta”, in pochi mi avete creduto. E avete fatto male perché non solo la Patrick è puntualmente arrivata ma, fino a poche ore fa, era possibile ammirarla in tutta la sua spregiudicata capacità di esibirsi, proprio nella Capitale. Se guardate con attenzione le date degli ultimi post, potreste notare che sono entrato in un insolito silenzio dal giorno 13/4/2015. Potrei essere stato male (la qualcosa alla mia veneranda età sarebbe più che legittima), oppure avrei potuto avere da lavorare intensamente. Questa giustificazione certamente è poco credibile dal momento che mi chiedo cosa possa avere da fare, di tanto impegnativo, in questa nostra Italia (fatta quasi esclusivamente di disoccupati), un quasi settantenne. Sveliamo il mistero: ho sentito il bisogno di dedicarmi, quarantotto ore prima dell’arrivo di Tera a Roma, ad una forma di meditazione che esigeva prioritariamente il silenzio. Così ho sentito che fosse giusto fare e così ho fatto. Ho scelto la cosa più opportuna perché, senza adeguata preparazione, l’impatto dal vivo (con Tera, in carne ed ossa) sarebbe stato devastante. A cosa mi stia riferendo, non ritengo opportuno condividerlo con voi che avete dubitato.

Tera è arrivata (come la stessa fonte americana che mi aveva annunciato l’arrivo di Henry Kissinger sosteneva) e, se mi aveste dato retta, ve la sareste potuta godere anche voi come ho potuto fare io. Ancora un grazie a John D. (il mio amico americano).

A cose fatte (scosciamenti e manipolazioni mai viste!), la esuberante signora corvina, ha voluto rilasciare una dichiarazione “fiume” imperniata su un aspetto delle relazioni diplomatiche italo-americane che mi ha lasciato assolutamente di stucco: la brunetta sostiene che in Italia abbiamo un governo senza legittimità popolare (lei – anche un po’ irritata – ci ha ricordato che Matteo Renzi non è mai stato eletto dagli italiani) e che questa situazione atipica (“non siamo, dice sempre lei, nella Haiti di Papa Doc/Duvalier”) ci è stata consigliata/imposta durante un colloquio riservatissimo avvenuto presso gli uffici del Segretariato di Stato, tra il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano (in visita in USA!) e non sa bene “chi altri”, in rappresentanza degli Stati Uniti. A sentire la sfrontatissima Tera, non fu il Segretario di Stato ne tantomeno il Presidente Obama a intimarci il da farsi. La signora dalla bella schiena, dice che qualcuno, durante quei colloqui, ebbe l’ardire (lei è una vera democratica e lo ha dimostrando non lesinandosi durante l’esibizione a cui sono stato presente) di informarsi da Giorgio Napolitano di cosa potesse accadere in Italia, in termini di ordine pubblico, qualora, per qualche anno, di fatto (tranne che per delle elezioni “minori”) non si fosse andati a votare. Dice Tera: “Ma se lo so io che il vostro Presidente (sia pur turbato) fece “pippa”, perché – qui da voi – nessuno ne parla di questa cosa gravissima accaduta quel giorno dalle nostre parti?”

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Tera non sa che da queste parti c’è ancora qualcuno che non solo crede che gli asini volino ma che non ci sia stata la trattativa “stato/mafia. O che fosse stato Totò Riina (finalmente riconosciuto innocente) a dare l’ordine di far saltare il Treno 904!

“Cosa vuol dire “fare pippa?”, chiede Tera, mettendosi a ridere maliziosamente, dopo aver usato lei stessa la frase in slang.

In quel momento, arrossendo, mi sono allontanato dalla Patrick senza neanche prendermi il numero del suo cellulare (che era decisa a lasciarmi).

Erano circa le ore tre della notte notte tra il 16 e il 17 quando, vergognandomi non della domanda spregiudicata ma dell’ipotesi ventilata (perfino una porno-star di quel calibro è autorizzata a prenderci in giro) che nulla di quanto accade, nel mio Paese,dalla lunga notte del ’43 passando per la morte di Enrico Mattei, arrivando a Mario Monti, “toccando” Enrico Letta e finendo (ma quando finisce questa buffonata?) a Matteo Renzi, avvenga spontaneamente, mi sono avviato – mogio, mogio – verso casa.

Prendendo atto che anche una donna americana che, per mestiere, mette a nudo le tette, il culo e la vagina, sa meglio e più di noi come stia la questione della perdita di ogni sovranità da parte della nostra bella Italia. Solo perché, quasi cento anni addietro (1922), si è ritenuto che un solo uomo al comando fosse la soluzione.

Arrivederci Tera e grazie di tutto.

Oreste Grani/Leo Rugens