A luglio su questa cosa gravissima di Roma e la criminalità politica, arriva una missione ispettiva del Parlamento Europeo!

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“Sono cambiate le cose. Dobbiamo spostare il presidente del consiglio, Pomarici, non riesce a gestire l’aula, però non si può rimuovere, sicché l’unica via che possiamo percorrere è quella di portarlo in giunta e per fare questo gli diamo proprio la delega al Turismo, che è la più debole (sic! gulp! ndr), così limitiamo i danni”.

Così, quella testa di minchia del Sindaco Alemanno, si rivolgeva al suo assessore alla Cultura del Comune di Roma, Umberto Croppi  (che dopo poche ore silurerà tradendolo) per spiegare le sue “napoleoniche” manovre. Birilli gli uomini e affermazioni sul valore degli assessorati che farebbero inorridire chiunque al mondo, trattandosi di Roma e non di Porto Marghera.

“Belin”, direbbe il geniale Maurizio Crozza: “a  Roma vi siete scelti, come Sindaco, non solo uno che, passo dopo passo si vedrà se sapeva o non sapeva, ma che considerava quella al “turismo” una delega debole. Belin, andrebbe fucilato alla schiena solo per questo”, direbbe il solito estremista esagerato, Maurizio Crozza.

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Per non parlare di quando il ragazzotto senza arte ne parte si innamorò di tale Francesco Maria Orsi di cui vi ho  parlato  nel post che trovate in calce.

Per sorvolare sulla “Formula Uno all’EUR”, ideata in accordo con Maurizio e Stefano Flammini, evidentemente sognando una grandissima “pappata”, serializzabile per anni.

A chi, infatti, sarebbe andata la gestione delle pulizie, del verde, delle “transenne”, dei bar/veicolo prima e del dopo la manifestazione automobilistica? Indovinate un po’? Fra fascistoni/sportivoni era già tutto deciso.

Si erano dimenticati il particolare che Bernie Ecclestone non aveva alcuna intenzione di ammischiarsi con gentarella di questo tipo perché avvisato (esistono delle intelligence “private” che in questi casi intervengono e dissuadono) in quali guai giudiziari si sarebbe cacciato se avesse accettato quella pagliacciata dei bolidi all’EUR.

In un giorno, quando a poche ore dalla conferenza stampa si scoprì il bluff,  furono mandati in fumo 14/15 milioni che fino a quel giorno i Flammini (ingenuotti?) avevano speso.

Perché i fratelli Flammini si fossero fidati di questo groviglio bituminoso che emerge sempre di più essere strutturato, da anni, intorno alla Giunta Alemanno rimane un  Mistero misterioso. Che la corte nevroticamente ruotante intorno ad Alemanno fosse gentaccia di queste proporzioni lo sapevano in molti e soprattutto le persone provenienti, per fede fascista, da quello che a Roma si chiamava, l’ambiente.

Ingenuotti? Mi sembra ancora adesso incredibile. Forse più che ingenui, uomini che avevano servito Raul Gardini e la Ford di Massimo Ghenzer, dovevano essere affamati di fatturati da realizzare a prescindere per cui anche “buttando” milioni per vedere se esce lo “Zero” era un modo di agire imprenditoriale. Che Maurizio Flammini, ex pilota di Formula Uno, non sapesse che Bernie Eccletstone avrebbe sfanculato gentarella come Alemanno/Mancini/Odevaine/Buzzi/Carminati o Gianni Letta, mi sembra, ogni volta che ci ripenso, impossibile.

2009-12-21 CSRoma F1 all'EUR

Nessuno al Mondo poteva immaginare infatti  che il “profumiere” Gianni Letta potesse essere influente abbastanza su tali ambienti internazionali. Anche perché, notoriamente, non parla inglese. Maurizio Flammini che così facendo dissanguava le casse delle sue società, ripeto fino alla noia dei quattro lettori, non posso credere che abbia mai creduto in quel “sogno”. Un giorno, come tutto quello che ruota intorno a Roma Capitale, si saprà chi  e perché confezionò il “pacco”. Certamente non quel “pericolosissimo personaggio” che si aggirava al Tecnopolo, nei mesi successivi alla “sola”, curioso, lo ammette, di sapere come fosse andata quella ingenuotta missione incompiuta. Nel tentativo di soddisfare una legittima curiosità (quanto era accaduto era come se uno avesse proposto ad un altro di costruire un’autostrada dalla Terra alla Luna convincendolo che l’investimento lo avrebbe recuperato con i pedaggi) l’uomo pericolosissimo faceva viceversa proposte di sviluppo basandole sull’innovazione tecnologica e una formazione manageriale frutto di nuovi  paradigmi culturali.

Ma lui sì che andava – immediatamente – allontanato. Lui e i suoi onesti e intelligenti collaboratori. Ma questa è un’altra storia.

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Per ora fermiamoci a ciò che sotto gli occhi di tutti. Per estrarre dalla realtà ciò che c’è ma non si vede, c’è tempo. Più avanti. Per ora godiamoci l’opportunità  che si delinea di un “Grande Cambiamento” a Cinque Stelle.

Concludo come sento necessario fare citando “Le città invisibili” di Italo Calvino:

– Che senso ha il vostro costruire? Dov’è il progetto che seguite?

– Te lo mostreremo più tardi; ora non possiamo interrompere – rispondono. Il lavoro cessa al tramonto. Scende la notte sul cantiere. È una notte stellata. Gli architetti indicano il cielo: Ecco il progetto – dicono.

stefano flammini

Domanda posta sfrontatamente ai fratelli Flammini:

Che minchia centra questo pensiero “superiore” che corredava una vostra brochure storica con il groviglio bituminoso che si sarebbe delineato per soffocare/mungere una manifestazione sportiva di quella dimensione avendo voi scelto Alemanno come interlocutore strategico? Quando prevedevo, con assoluta certezza, anni addietro, all’ing. Stefano Flammini, presso gli uffici del Tecnopolo che tutto il mondo di riferimento alemmannesco stava per essere spazzato via, di questa tragica fine parlavo. Altro che considerarmi un personaggio pericoloso. Banalmente, ero solo, intelligentemente, pre-veggente.

Vi saluto sempre in attesa di qualche passo falso del Trio Lescano. Se volete sapere di chi, metaforicamente, si tratti, digitate “Trio Lescano Leo Rugens” e avrete la rivelazione.

Oreste Grani/Leo Rugens


IL DELIRANTE BERLUSCONI SI CANDIDA A SALVARE ROMA DALLA MAFIA: NON RICORDA PIÙ CHI SIA

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Ecco come ci avete ridotto! Un vecchio malfattore, con la faccia liftata e con la casa ostruita dai proci (lasciate perdere che si chiamino Pascale e le sue ragazze invece di Antinoo e i suoi accoliti), in preda a delle vere allucinazioni – visive e auditive – grida al vento mediatico: “L’Italia ha bisogno di me. Marino si dimetta!”. Il simulatore Silvio Berlusconi è ormai un caso da ricovero.

Cosa sia un “simulatore” non ho scienza autonoma sufficiente per dirlo. Uso, pertanto, la descrizione che ne fa Salomon Resnik, per puro piacere di scherzare sulla tragedia italica in corso, illustro questi pensieri complessi con delle immagini che raffigurano l’isterica “Augustine”, paziente ricoverata, nel 1870, nell’Ospedale psichiatrico di Parigi.

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“La teatralità dell’Isterico – dice Salomon Resnik – gli consente di esprimere plasticamente, attraverso la molteplicità di un Io non completamente unificato, le vicissitudini di una trama che lui stesso non arriva a spiegarsi e a strutturare. Vista la diversità dei ruoli che l’isterico assume (personalità multiple) o fa assumere alla molteplicità del mondo, la vera personalità del soggetto resta inaccessibile: la persona non si mostra attraverso la sua maschera, ma si nasconde, si traveste in modi diversi rispetto alla sua vera maschera. La “vera” maschera, il vero Sé è distorto o spezzettato e quello che appare è un falso Sé.

Il comportamento isterico si fonda sulla teatralità che si rende manifesta nelle modalità della “somiglianza”.

La menzogna detta lucidamente ha il proposito di agire sulla verità dell’altro.”

Un “vero simulatore ” si aggira, in Italia, vaneggiando della propria utilità.

Tutti siamo utili, nessuno è indispensabile. Non è così: alcuni, e Silvio è uno di questi, ormai, non sono utili a niente.

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Oreste Grani/Leo Rugens

P.S.

Al salvatore della Patria Silvio Berlusconi, in queste ore in cui farnetica di come si debba affidare a lui Roma per moralizzarla, va ricordato, non solo il legame strettissimo con la Mafia (quella vera) sancito dai suoi legami politici con Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro ma con Gianni Alemanno, e, per i meno informati, riportando a galla la vicenda del dottor Francesco Maria Orsi (consigliere comunale a Roma durante la Giunta Alemanno) e di come questo eccentrico signore dalle mille attività e risorse, sponsorizzato politicamente da Silvio Berlusconi, volesse “staccare” la Bocca della Verità dalla Chiesa di Santa Maria in Cosmedin dove, per nostra fortuna ancora si trova, per “portarla all’Esposizione Universale di Shanghai”.

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Ve la racconto tutta usando testimonianza e penna del solito colto Umberto Croppi

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