Il fattore Beethoven. Papa Francesco lascia soli Casini, Azzurra Caltagirone e molti ipocriti al concerto in Aula Paolo VI.

Il mezzo anticipa sempre il fine.

Papa Fancesco sapeva esattamente cosa faceva quando prendeva le distanze dal “generone romano” e dai suoi maleodoranti ambienti politici. Sono passati quasi due anni e le porte del Vaticano rimangono sbarrate per i ricchi e i manipolatori di coscienze. Porte aperte per i maleodoranti barboni (a cui non a caso, si consente di farsi la doccia ristoratrice, sotto il colonnato di Sam Pietro) e  per gli affamati viene aperta l’ennesima mensa. Ti voglio bene, Papa Francesco. Ma se proprio mi vuoi fare contento caccia le slot da Via Veneto 13 e anche lì, fai una mensa. Oltretutto, nel locale di cui parlo, c’è anche la canna fumaria! Hai capito che, nei mesi scorsi, la mia domanda di chi fossero i locali di Via Veneto 13 era puramente retorica e per quello nessuno mi rispondeva.? Quei locali sono drammaticamente e certamente un bene della Chiesa. Oltretutto originariamente proprietà di Frati cappuccini.  A me interessa solo che Tu allontani da quel posto i gestori del casinò e che nel cuore della città ci possano andare i barboni a lavarsi e a mangiare invece che ludopati perduti dalle macchinette “mangia soldi”. Ogni moneta perduta in quel luogo disonesto, potrebbe sfamare con un piatto onesto di pasta, un povero, romano o forestiero che fosse. Ti prego Francesco, esaudiscimi in questo desiderio. Almeno, “batti un colpo”.

Oreste Grani che – laicamente –  prega  per te e per la tua azione geopolitica lungimirante. Sei uomo di Pace e come tale vai protetto e sostenuto.

Leo Rugens

È difficile separare la musica di Beethoven dall’energia spiccatamente morale che essa pare aver stimolato. Quasi alla stregua del Verbo divino, la sua musica è stata considerata come il suono di un’universalità che in qualche modo si rivolge a ogni individuo. Come testimonia Victor Hugo: “Nella musica di Beethoven il sognatore riconoscerà il sogno, il marinaio la tempesta e il lupo le foreste”.

«Beethoven. Come un monolito, il nome trasmette già di per sé un sentimento di energia compressa e di autosufficienza, la sublimità della solitudine e della singolarità. I libri su Beethoven legano il suo nome a titoli altisonanti, che difficilmente si potrebbero applicare ad altri compositori senza cadere nel ridicolo: Beethoven e la voce di Dio; Beethoven e il sentiero spirituale; Beethoven: l’uomo che liberò la musica; Beethoven il creatore.

Che cos’è il fattore Beethoven? Per quale motivo questo compositore è diverso da tutti gli altri? Perché egli…

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