La guerra della Nutella – Ci mancava la ex moglie di Hollande, la ministra Ségolène Royal, a disturbare il lavoro di Paolo Fulci

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La decadenza di una Nazione si può intuire da tanti dettagli, per esempio se il suo governo decide di chiudere la frontiera a Ventimiglia impedendo a poche decine di individui di ricongiungersi con amici o parenti, creando così una nuova tensione con il Paese confinante, oppure se la ex moglie del Presidente della Repubblica, divenuta Ministro durante la presidenza dell’ex, decide di attaccare pretestuosamente una grande azienda straniera.

Avete di certo intuito che stiamo parlando della Francia e della signora Ségolène Royal, la quale, di punto in bianco, ma non per i più attenti lettori di Leo Rugens, il 17 giugno ha pubblicamente dichiarato che la Nutella deve essere boicottata perché contiene olio di palma, la cui produzione nuoce all’ambiente a causa della deforestazione causata per la coltivazione della pianta. Come ricorderete, alcuni anni fa, sempre un governo francese, propose di aumentare del 300% la tassa sul suddetto olio. Non sappiamo come sia andata a finire, penso in nulla, giacché l’olio di palma è un ingrediente ormai diffusissimo. Nota: chi e quando decretò a livello europeo che si poteva utilizzare liberamente nel settore alimentare?

Poche ore dopo l’attacco, la signora chiese mille scuse con un tweet, il che ci fa disperare ancor di più circa il suo stile.

La rete suggerisce che l’attacco della Royal sia stato supportato da una multinazionale europea produttrice di cacao, il che non stupisce affatto, se, come ci ha raccontato a ragion veduta Jovanotti un paio di settimane fa, oggi come oggi la politica non conta nulla giacché sono le grandi imprese a decidere che direzione deve prendere il mondo.

Lasciamo un momento le miserie della Ministra francese e rivolgiamo il pensiero all’anziano presidente della Ferrero, l’Ambasciatore Paolo Fulci, balzato nuovamente alle cronache per avere deposto pochi giorni fa al processo sulla trattativa Stato-mafia a Palermo. Leggete l’articolo e, se ricordate, Leo Rugens dedicava la sua attenzione al grande servitore dello Stato già nell’ottobre del 2012, nel post: L’attendibilità di una fonte è tutto.

Dubitiamo vi sia una relazione tra i due eventi ma siamo certi che la Ministra francese non immagini chi sia Fulci e che coraggio e intelligenza abbia avuto nell’affrontare sia una marmaglia di traditori dello Stato e del Paese sia una oscura e temibile struttura dei servizi dedita agli esplosivi più che alla raccolta di informazioni.

L’ormai ottantacinquenne presidente della Ferrero sa che anche il suo tempo sta per finire e come noi sa che, caduto lui, cadrà l’ultimo baluardo a difesa della grande azienda italiana, il cui erede è dedito alla scrittura più che alla Nutella. E come lui lo sanno benissimo gli avidi concorrenti da anni disposti a tutto pur di mettere le mani sull’azienda.

Non vale la pena scommettere un centesimo sul fatto che a breve l’azienda sarà acquistata o altro.

La redazione

Francesco Paolo Fulci

Francesco Paolo Fulci

P.S. Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti ha raccontato un pezzetto di verità circa un summit segreto avvenuta l’estate del 2014 cui fu invitato e alla quale partecipavano grandi imprenditori e nessun politico. Non ha raccontato che si svolse in un resort affittato per un mese intero per consentire alla security di bonificare gli ambienti e mettere in sicurezza l’area, pattugliata perfino con droni. Per quattro giorni gli ospiti hanno indossato un braccialetto elettronico che li distingueva dal personale, dotato di un dispositivo differente. Jovanotti non ha detto che tra gli ospiti c’erano Bill Gates, Bill Clinton, un Casiraghi e il fondatore di Oracle, ma soprattutto non ha detto, forse perché non l’ha capito, che cosa ci facesse lui alla riunione.