Piero Messina e il valore dell’affidabilità di una fonte
L’ENI, ci dicono i giornali, si prepara a fare i bagagli e a venir via dalla Nigeria. Non ho voglia di mandare la mente (già tanto affaticata) indietro di 40/50 anni a quando cioè ci siamo impegnati, come paese, con le nostre maestranze, tecnologie estrattive e politiche corruttive a contribuire alla devastazione di quella grande e ormai ex meravigliosa porzione del Mondo.
Vi scrivo quindi di Nigeria esclusivamente per continuare a poter parlare di Piero Messina (Crocetta/Tutino/intercettazioni/Servizi segreti/) e della sua credibilità professionale.
A pag. 308 del libro che ieri citavo (Il cuore nero dei Servizi) si legge:
“La superstizione porta sfortuna.
Chissà se i nostri agenti segreti si sono accorti di aver inserito, nella relazione sulle loro attività al Parlamento per il 2011, la vicenda dell’ingegner Franco Lamolinara a pagina 47, numero funesto per la cabala. L’ingegnere che lavorava per la compagnia Stabilini Visinoni Limited, sarà ucciso a Sokoto, in Nigeria, l’8 marzo del 2012. Era stato sequestrato dal gruppo filojihadista Boko Haram (il termine va tradotto come “L’educazione occidentale è peccato”) il 12 maggio 2011, nel Nord della Nigeria, insieme al collega di lavoro Chis McManus.
(Mi dispiace parlare di “sequestrati” in queste ore “libiche” e spero di non essere di cattivo augurio – ndr).
Tra marzo e maggio di quell’anno – continua Piero Messina nel suo racconto/valutazione degli eventi – e per tutto il periodo del sequestro, le note informative della nostra intelligence descrivono uno scenario in evoluzione positiva. Cosa poi drammaticamente accadde è ben riassunto nelle pagine che riproduciamo di seguito.
Come spero cogliate, Piero Messina non è uno, quindi, che gliele manda a dire. Esplicitamente, o tra le righe, si possono trovare, in queste pagine riprodotte, non pochi moventi reconditi per immaginare il giornalista essere lui stesso un obbiettivo da colpire/punire con una sofisticata operazione di dossieraggio, a più valenze: una fava per più piccioni.
Se le cose che riguardano Crocetta e compagnia, si dimostreranno autentiche, ci si troverà di fronte ad uno dei tanti episodi dove una fonte riservata e fiduciaria ha messo in moto un meccanismo di disvelamento della verità. Ma se, viceversa, ci si trovasse di fronte ad un pacco, una polpetta avvelenata, un dossier artatamente costruito, capire subito chi si volesse realmente colpire, non sarà facile. Mi permetto quindi di richiamare con questi post (quello di ieri, di oggi e quello che pubblicheremo domani) l’attenzione sulla storia professionale (ed i legami) di Piero Messina, esclusivamente nella recondita ipotesi che alla fine fosse lui, tra gli altri, l’oggetto dell’attacco.
Lui e quanto – nel tempo – si era permesso di affermare, utilizzando, quasi sempre, fonti da dentro all’ambiente. E già che ci si siamo, qualcuno potrebbe aver pensato, si colpisce l’omosessuale Rosario Crocetta, il politico rompicoglioni e antipatico come pochi e si destabilizza ulteriormente la Sicilia e quindi l’Italia tutta. Tutto quanto ci viene raccontato, in queste ore convulse, è falso, vero o autentico?
Tenete conto che, a detta di alcuni, queste carte calunniose (?), giravano da tempo, in attesa, pensiamo noi, del tempo ottimale. Neanche Leonardo Sciascia – fosse vivo – ci potrebbe soccorrere. Vediamo se Umberto Eco o Andrea Camilleri troveranno il coraggio di dire la loro. In questo marginale e ininfluente blog, come al solito, amiamo rischiare (vedi, ad esempio, il post “Malta, ‘ndrangheta, azzardo e cyber war” che oggi la coraggiosa Dionisia ha confezionato e che, immesso nella amica rete, poche ore fa, sta camminando spedito senza trovare smentite) e vi suggeriamo di non disgiungere le complessità implicite nell’essere Piero Messina, un giornalista capace di scrivere, senza peli sulla lingua, “degli sprechi senza fondo” che da troppi anni accompagnano qualche successo e tropppppissssimi insuccessi dei nostri servizi segreti, con quanto sta avvenendo intorno al nome di Crocetta. Perché, professionalmente, Piero Messina è, a nostro sommesso avviso, principalmente questo. Cioè uno che, forte di fonti altamente attendibili, è capace di “cantargliele” a molti che se la godono, strapagati, da troppi anni e con troppi clamorosi insuccessi alle spalle, negli stipendifici segreti.
Questa, a nostro modesto avviso, è solo apparentemente una storia siciliana e, come tutte le storie siciliane, assolutamente da non sottovalutare in quanto a valenza nazionale se non addirittura internazionale.
Oreste Grani/Leo Rugens