C’è Gadot e Gadot a questo mondo
Kazakistan, il 27 agosto nascerà la banca di carburante nucleare
Ginevra, 19:28 – 15 ore fa (AGV NEWS)L’apertura ufficiale in Kazakistan della banca di carburante nucleare si terrà il 27 agosto. Alla la cerimonia saranno presenti il capo dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA) e i rappresentanti di sei potenze mondiali che hanno mediato l’accordo sul nucleare iraniano. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri kazako, Erlan Idrisov. “Il 27 agosto il direttore generale dell’AIEA Yukiya Amano arriverà in Kazakistan per firmare un accordo sulla creazione nel paese di una banca internazionale di carburante nucleare”, ha spiegato il capo della diplomazia kazaka. “Abbiamo anche invitato i mediatori internazionali (Russia, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Cina e Germania)”. Vedi articolo originale
La redazione di Leo Rugens si chiede come l’amministrazione Netanyahu accoglierà tale notizia, certi della simpatia e dei profondi legami tra Israele e Kazakhstan da un lato, dall’altro altrettanto certi delle pubbliche dichiarazioni di ostilità nei confronti dell’Iran.
Per chi se lo fosse dimenticato o gli fosse sfuggito, partì proprio da Tel Aviv la segnalazione della presenza a Casalpalocco (Roma) di Muktar Ablyazov, il nemico pubblico numero uno del Presidente Nursultan Nazarbayev. Taluni insinuano che la Gadot Information Service, l’agenzia israeliana che diede la soffiata agli investigatori privati italiani nient’altro sia che il Mossad stesso, stante il fatto che “Gadot” è il soprannome che i servizi segreti iraniani danno ai colleghi israeliani, come si evince dale parole riporta nel sito Rights Reporter (una garanzia):
il 16 luglio, in occasione di una interrogazione parlamentare sul caso di Alma Shalabayeva, la kazaka espulsa dall’Italia forse in maniera troppo frettolosa, il M5S chiede di sapere quali sono le responsabilità del tribunale dei Minori, del Giudice di pace e della Procura di Roma nel caso del ‘rapimento di Stato’ di Alma Shalabayeva e della piccola Alua Ablyazov? Chi ha autorizzato il blitz e con quali ragioni? E che ruolo ha avuto il Gadot Information Service israeliano nella vicenda? Il Gadot Information Service? Che c’entrano si servizi di informazione israeliani? E come mai il M5S usa un termine usato quasi solamente in ambiti di intelligence iraniani per definire quello che tutti definirebbero genericamente MOSSAD (anche se, come detto, è molto generico)? Le ipotesi sono due: o il M5S sa qualcosa che nemmeno la magistratura sa, magari imbeccato da qualche “simpatizzante iraniano”, oppure tende a mettere Israele in mezzo a qualsiasi cosa possa in qualche modo sembrare “losca”, non per valide ragioni ma per partito preso, in perfetto stile anti-israeliano.
Non vorremmo insomma che l’Iran abbia trovato nel M5S la sua rappresentativa parlamentare in Italia. I precedenti non fanno ben sperare, visto come Grillo viene difeso da IRIB , dalle sue precedenti dichiarazioni e da quello che l’On. Cittadino Manlio Di Stefano è riuscito a fare e dire in poco più di un mese. Se è vero (e spesso lo è) che tre casi fanno un reato ci dovremmo chiedere che ruolo ha il SAVAK all’interno del Movimento 5 Stelle piuttosto di chiederci che ruolo hanno avuto i servizi di informazione israeliani nella vicenda di Alma Shalabayeva. Questo si che sarebbe interessante. Vedi post originale
Da notare che prima che Rights Reporter informasse il mondo intero sulla questione, a Google era ignoto il connubio Gadot-Mossad.

Gadot Information Service, il soprannome che i servizi iraniani danno al Mossad, secondo Rights Reporter…
Bibi, che, come ci assicura il quasi certo agente dell’MI6 Frederik Forsyth, è intelligente e ubbidiente alla sua parte americana, avrà certo in Nazarbayev un interlocutore privilegiato anche sul carburante nucleare e, stante gli ottimi rapporti tra Iran e Kazakhstan, scommetto che prima o poi dovrà abbandonare la sua, a parole, intransigente posizione anti iraniana. Del resto sta facendo già pace con l’arci nemico Hamas… nonostante le voci di un richiamo massiccio di riservisti.
Ultima considerazione alla luce dei recenti accordi tra USA e Iran, senza dimenticare gli altri attori (Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna e Germania): immaginare il M5S una quinta colonna iraniana, ovvero attribuire una qualche intelligenza con il presunto nemico numero uno di Israele da parte di italiani perbene mi fa indignare non poco, al netto delle ingenuità che donne e uomini poco avvezzi al Grande Gioco possano evidenziare.
Dionisia
P.S. Il divertente articolo che segue chiarisce ulteriormente la vicenda
Il detective israeliano e l’attrice che doveva sedurre il religioso
DAL NOSTRO INVIATO TEL AVIV Un’attrice mancata che ha bisogno di soldi, la lotta interna tra i capi religiosi di un’organizzazione benefica, le immagini estorte in una camera d’albergo, il ricatto. Quasi tre anni fa Amit Forlit è stato coinvolto come testimone in uno scandalo che i giudici del tribunale di Gerusalemme stanno ancora valutando. Forlit è il titolare della Gadot Information Services, l’agenzia di investigazioni israeliana che ha assoldato i tre detective italiani trovati dalla Digos attorno all’abitazione di Mukhtar Ablyazov. Da lui – ricostruisce l’inchiesta amministrativa di Alessandro Pansa, il capo della polizia – hanno ricevuto «l’incarico di individuare nella zona di Casal Palocco la presenza del ricercato», il dissidente kazako. Il registro delle imprese segnala che alla fine di aprile – poche settimane prima dell’operazione Ablyazov – la società di Forlit ha ottenuto un prestito di 230 mila shekels (circa 50 mila euro) da una banca israeliana. In garanzia offre una Audi A6: il mutuo e il capitale sociale di 10 mila euro non sembrano raccontare un’agenzia particolarmente sviluppata. La sede è a Herzliya, sobborgo elegante a nord di Tel Aviv, al telefono l’investigatore israeliano conferma: «Ho assunto i tre italiani per seguire Ablyazov, non voglio dire altro».Nel gennaio del 2011 è stato fermato e interrogato dalla polizia locale, perché è stato lui a presentare e raccomandare l’attrice Tom Darom ai detective denunciati in un caso di minacce e pressioni illecite. Darom, allora venticinquenne, aveva lavorato in passato per Forlit: «Stavo scrivendo una sceneggiatura con protagonista un agente privato – ha testimoniato – così ho contattato Amit e mi ha proposto di partecipare a qualche sua operazione». L’attrice è stata usata per indagini sotto copertura dentro ai locali notturni di Tel Aviv: «Dovevo interpretare una ragazza che si vuol divertire e raccogliere informazioni su alcune persone a quelle feste». La nuova «interpretazione» – un intervento a cui Forlit non ha partecipato – prevedeva invece di presentarsi come una ricca benefattrice a Dudi Zilbershlag, molto noto nella comunità ultraortodossa di Gerusalemme e fondatore di Mifal Chaim-Meir Panim. Due altri leader dell’organizzazione che aiuta le famiglie povere tra gli haredim avrebbero cercato di ricattarlo: secondo l’accusa, volevano ottenere foto compromettenti per estrometterlo dal gruppo e perché erano convinti che intascasse parte delle donazioni. Dopo una sere di incontri, Darom ha invitato il religioso nella sua stanza d’hotel a Tel Aviv e gli ha proposto di spogliarsi per potergli massaggiare la schiena. «Quando mi hanno reclutata per la missione, mi avevano convinto che fosse importante smascherare Zilbershlag: i detective hanno insinuato che fosse corrotto e che molestasse le donne. Non sapevo ci fossero le telecamere nascoste e che tutto venisse filmato».@dafrattini