Piero Messina è iscritto sul registro degli indagati. Rimaniamo in trepida attesa di capire chi ha confezionato il pacco
Da qualche ora è più chiaro che chi ha confezionato la matrioska del caso Crocetta/Tutino aveva come uno degli obiettivi (non dico in quale ordine di importanza) anche quello di screditare quell’impertinente troppo informato di Piero Messina che caparbiamente i media nazionali continuano a non voler vedere nella sua veste professionale complessa di conoscitore storico dell’ambiente peculiare dei nostri servizi segreti. Comunque sia – alla fine – l’indagato è lui (con il collega Maurizio Zoppi). Indagato e, sperano i suoi avversari, denigrato e messo in discussione, per il futuro, come fonte attendibile.
Così il professionista che raccoglieva da troppi anni le confidenze di agenti insoddisfatti si impara a insinuare che via Lanza (AISE) sia uno stipendificio e un covo di raccomandati nulla facenti.
Così si impara ad aver sostenuto che Lorenzo Narracci era un nome che non avrebbe dovuto essere annoverato tra quelli ancora in organico nei servizi segreti italiani e tanto meno quello del figlio del generale Subranni (Antonio ndr), sì, proprio quello indagato per mafia e indicato dalla vedova di Paolo Borsellino come un soggetto affiliato alle cosche. Secondo Messina, mai smentito, gli intoccabili dell’intelligence italiana hanno cognomi famosi, sono figli o parenti illustri di prefetti della Repubblica o di generali dell’esercito o dei carabinieri.
Così sostanzialmente si è espresso Piero Messina riportando nel suo libro che altre volte ho citato (“Il cuore nero dei Servizi”), con modalità inequivocabili, il pensiero dell’ex agente Paolo Fortese, forzosamente allontanato, anni addietro, dalle nostre agenzie. Messina, nei suoi lavori di ricerca, ha sempre dato molto spazio alle dichiarazioni di agenti rancorosi per aver assistito, per troppi anni, alla rimozione di qualunque criterio meritocratico nel servizio.
Quello del rancore e dell’invidia potrebbe solo apparentemente essere un limite di affidabilità. Viceversa, nel tempo, a guardar bene, tra le pieghe di questi sentimenti “meschini” si sono ritrovate verità mai smentite e descrizioni dello sbando valoriale e culturale in cui le nostre strutture hanno operato.
Anche in Sicilia e soprattutto a proposito delle vicende legate alla fine di decine di servitori dello Stato tolti di mezzo perché troppo abili, onesti, ben informati. Una volta si moriva di lupara e di tritolo oggi di informazioni al momento opportuno passate alla stampa e, a volte, preventivamente avvelenate. Almeno così a me, da questo marginale ed ininfluente blog, appare la vicenda Crocetta/Tutino/Borsellino/Messina.
Aggiungo che la sbobbinatura della telefonata potrebbe esistere a prescindere da una formale intercettazione.
Nel Gruppo Espresso/De Benedetti (ora nei guai) queste cose non solo le si dovrebbero ben sapere ma qualora fossero in difficoltà di memoria (gli anni passano per tutti) consigliamo all’ingegnere Carlo di far mente locale a quando fu informato (da persona di sua assoluta fiducia) che i suoi soci “in tutto” del Gruppo CO.FI.TO della Famiglia Segre avevano rilevato quote della Carro/Monitoring di Milano, società specializzata come poche nel settore delicatissimo delle intercettazioni e delle perizie foniche.
Sono anni che inutilmente denuncio che la CO.FI.TO. di Bruna Segre rilevò quote della Carro/Monitoring di Francesco Pirinoli e di Mario Traverso facendo entrare così – per osmosi – (chiunque sa che i Segre e De Benedetti sono una sola cosa dal punto di vista dell’amicizia e della finanza) il Gruppo editoriale Espresso/Repubblica in un settore strategico e delicatissimo per la vita stessa della Repubblica.
Eppure, tranne il giornalista del Il Tempo Filippo Caleri (Filippo Caleri e la “Macchina del Tempo” brevettata Leo Rugens) e Arturo Diaconale (!) direttore della Discussione, nessuno ha mai voluto/saputo approfondire questa informazione certa. Informazione autentica come il foglio del CERVED che ancora una volta ripubblico, dimostra.
A meno che il foglio riprodotto non sia una “bufala” da me artatamente costruita così come l’intercettazione ascoltata dall’ingenuo Piero Messina. Comunque ancora una volta segnalo qualora in Italia (o a Londra) ci fosse ancora un solo giornalista interessato ad estrarre dalla realtà ciò che c’è ma non si vede che basterebbe chiedere all’avvocato Edmondo Monda (Ma che lavoro faceva Edmondo Monda nel quadriennio 2003/2006? A quale P. A. rendicontava la sua attività a favore della Carro/Monitoring? Grazie alla rete per l’eventuale aiuto) che oggi esercita a Torino dopo aver lasciato l’amministrazione dello Stato (ma quale?) come andò la vicenda dell’acquisto delle quote della Carro/Monitoring da parte della CO.FI.TO. e un vero mondo si rivelerebbe ai troppo ignari italiani. Intendo dire il mondo di una strettissima vicinanza tra le testate giornalistiche che fanno capo a De Benedetti e il mondo delle intercettazioni telefoniche ed ambientali. Vicinanza attestata dal possesso delle quote della Monitoring/Carro da parte del Gruppo CO.FI.TO. intimo finanziariamente della CO.FI. DE. di Carlo De Benedetti. Lo scriverò fino allo sfinimento: i Segre e i De Benedetti sono stati sempre amici e soci in mille situazioni d’affari. Per non parlare di cosa si capirebbe se un cronista alzasse il culo e andasse alla Addicalco srl di Buccinasco (Milano) a chiedere a Mario Traverso (È Natale e mi faccio un regalo! Lo faccio anche a Mario Traverso e ai suoi compagni di merenda) come andò la questione dell’ingresso del Gruppo Segre nella Società (la Carro/Monitoring) di cui lui stesso possedeva quote. Per finire basterebbe chiedere chiarimenti a Francesco Pirinoli (L’algoritmo “culturale” di nostra esclusiva invenzione ha indicizzato al 1° posto in Google non solo il mio giudizio etico su Mario Traverso ma tutti i documenti a prova di quanto affermo) che non può, a sua volta, non ricordare continuando da allora ad esercitare la nobile professione dell’intercettatore. Forse lo Stefano Zurlo di turno potrebbe chiedere proprio a lui “cosa” l’ingenuo Messina può aver ascoltato e come possano esistere registrazioni di intercettazioni inesistenti.
In poche parole, prima di “crocettizzare” l’onesto Piero Messina, se fossi un giornalista, approfitterei di questo infortunio (?) del Gruppo editoriale dell’ing. Carlo De Benedetti, per capire meglio e di più non solo cosa stia accadendo ancora una volta intorno al business delle intercettazioni (chiamiamole così) ma cosa sia questa leggenda metropolitana che quel farneticatore del Leone Ruggente continua mantricamente a sostenere e cioè che una delle società storiche del settore intercettazioni e sbobbinature per conto delle Procure della Repubblica (la Carro /Monitoring) fu comprata, al momento opportuno, dalla CO.FI.TO di Bruna Segre.
Morirò continuando a chiedermi perché mai, in un Paese dove si arriva ad interessarsi del profumo dei peti di Belen, non diventa una notizia da approfondire quella che è contenuta in questa mia affermazione documentata. SPQI, Sono Pazzi Questi Italiani a credere che quell’intercettazione (Crocetta/Tutino) non esista. Almeno in una forma tale da poter essere ascoltata da uno che non scendeva dalla Montagna del Sapone come è Piero Messina.
Oreste Grani/Leo Rugens che aspetta che qualcuno lo accusi di aver artefatto i fogli del CERVED