Che aria tira?

battipaglia

Quando la Divina Provvidenza si allea con il malaffare, grazie al voto segreto, la vita per i senatori alla Azzollini sembra improvvisamente farsi meno in salita.  Al tempo stesso, grazie a tanta spudorata difesa corporativa del ladrocinio, salgono, ancora una volta, le quotazioni del M5S e dell’onesto Luigi di Majo quale Capo di un Fronte di Liberazione Nazionale.  Questi dati sono ormai noti per cui la partitocrazia, spaventata da tale evenienza, decide di differire – sine die – la resa dei conti elettorali. A Roma, in Sicilia, nel Paese tutto. Ormai è evidente che da Denis Verdini a salire, passando per Angelino Alfano e finendo a scendere con Matteo Orfini, l’ordine tassativo e non farsi più contare dai cittadini continuando ad esercitare un’oligarchia cieca e autoreferenziale (fino a quando sarà possibile) per poi passare, apertamente, ad una dittatura sanguinaria. Questi sono veramente pazzi e, ottenebrati dai loro fantasmi e compulsioni, cercano disperatamente lo scontro frontale in modo da alterare il gioco democratico fino alle estreme conseguenze. Nessuno altrimenti farebbe ciò che continuiamo a vedere fare tipo la nomina di uno come Stefano Esposito che considera, credendoci ritengo in buona fede, che la Tav sia una cosa seria (e non uno dei tanti Mose con cui organizzare il saccheggio della cosa pubblica) utile ad un Paese come il nostro sull’orlo di un fenomeno schizofrenico irrisolvibile: mentre la Italcementi di Pesenti passa nelle mani dei tedeschi, la Saipem annuncia 8.800 licenziamenti nei prossimi 3 anni.

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I prossimi tre anni sono lo stesso periodo in cui queste teste di cazzo che ci governano sostengono che ci sarà una ripresa tanto forte da invertire i dati che il FMI descrive tali da costringerci ad aspettare almeno venti anni per ricucire lo strappo determinatosi dopo la crisi del 2007/2009. Non dimenticate mai che il Centro studi della Confindustria, nel 2009, suggeriva alla Presidentessa Emma Marcegaglia di dire che ormai il peggio era passato e che la ripresa era dietro l’angolo. Siamo in mano a gentarella di questa contorsione mentale e inadeguatezza disperante. Ma questa violenza sistematicamente esercitata contro la memoria e il buon senso sembra che ancora non sufficiente per spingerci ad alzare i toni e doverosamente anche le mani. A meno che da oggi, proprio da oggi, nel pomeriggio inoltrato, da Roma, non si veda una significativa inversione di tendenza.

Oggi metto in campo la preveggenza di Leo Rugens e vediamo se mi sbaglio. 

Oreste Grani/Leo Rugens