Come la vedo 14 anni dopo l’11 settembre 2001
OGGI, 29 MARZO 2016, SENTO IL BISOGNO DI RECUPERARE I CONTENUTI DI QUESTO POST SOLLECITATO DA ALCUNI AVVENIMENTI TRAGICI (BAMBINI E ANCORA BAMBINI TRUCIDATI IN PAKISTAN) E “SCIOCCHEZZE” IN LIBERTA’ CHE SEMPRE PIU’ NUMEROSE CIRCOLANO NEL WEB ANCHE AD OPERA DI SUPER ESPERTI SACCENTI E DISUMANI.
ORESTE GRANI CHE SENTE IL TEMPO STRINGERE ASSISTENDO COME ASSISTE ALLA STRAGE CHE NESSUNO VUOLE FERMARE.
Prima del 11 settembre del 2001 al Dipartimento di Stato Usa si contavano – nel Mondo – alcune aggregazioni di terroristi con finalità politico-religiose, poche con vocazione marxista-leninista, qualcuna mirante ad obiettivi etno-nazionalistici.
Classificazione che non credo arrivasse, complessivamente, a 20/25 sigle. Parliamo di organizzazioni e non gruppuscoli di esaltati “cani sciolti”.
Dopo l’attacco alle “Torri Gemelle” di New York (questo è il mio modo oggi di ricordare l’eccidio), gli organismi statunitensi preposti alla sicurezza hanno dato vita, giustamente, ad una quasi maniacale catalogazione di qualunque aggregazione si “muovesse” sulla faccia della Terra con finalità eversive. Si arriva così ad un elenco di sigle impressionante per numero e complessità. In realtà i “crogioli” che contano dentro cui gli stregoni hanno preparato la violenza e l’insicurezza degli Stati oggetto oggi di destabilizzazione o che geopoliticamente qualcuno vuole controllare sono più di 80 e tale numero è in continua evoluzione scomparendo ciclicamente alcune sigle e nascendone altre determinando così non solo un fenomeno di mimetismo formale ma mutamenti politico-culturali di difficilissima investigazione. Quasi inutile, con la NSA, ascoltare tutto l’ascoltabile. Il fenomeno, come ci siamo permessi di sostenere da tempo non sospetto, è di natura prettamente culturale e necessita di agenti e analisti anche in loco permanentemente capaci di valutare la transizione ad altro quasi ci si trovasse di fronte ad un “idra” dalle mille teste in continuo cambiamento.
Dicevo di aver pubblicato un elenco di decine di organizzazioni dedite, per le più diverse motivazioni, al terrorismo se non ad ipotesi di scatenamento di vere è proprie attività di insorgenza fino a determinare guerre civili e prese del potere in mezzo mondo. Di quelle realtà (mi immagino quanto tempo ci sia voluto per scovarle, ottenere valutazioni e nominativi di appartenenti) oggi potrebbero esserne nate cento altre. Certamente, però, si può affermare che la “risorsa umana” a disposizione di quel tipo di reclutamento e finalità è cresciuta di decine di volte. Questa è la mia empirica valutazione che vede – dal quel fatidico 11 settembre – i governi “occidentali” (ma quali sono?) aver compiuto solo passi falsi che hanno favorito l’afflusso in quei luoghi di aggregazione (le organizzazioni combattenti) di centinaia di migliaia di giovani e di persone che in quelle realtà violente vedono il solo loro modo di esistere e di sperare in un Mondo migliore.
Da quel giorno (11 settembre 2001) non un solo cazzo di problema generante le diseguaglianze e la non equità tra la gente è stato risolto sull’intero Pianeta. Anzi. È l’ISIS, o realtà similari, che (ora bestemmio e me ne scuso con tutti quelli che soffrono la dittatura dei tagliatori di teste) quando si impadroniscono di un territorio si mettono non solo ad amministrare giustizia (a modo loro fanno questo), a distribuire reddito, a battere moneta, ma a prospettare un “futuro” ai giovani che sempre più numerosi accorrono a combattere sotto le insegne del califfato.
Dobbiamo dire quanta parte in tutto quello a cui assistiamo è dovuto alla sopraffazione che alcuni esercitano su altri e sulla Natura stessa?
“Difendiamo i bambini” si doveva chiamare uno spettacolo itinerante che alcuni di noi volevano far nascere già nel lontano 1998/9 ispirato al testo “La Conferenza degli Animali” di Erich Kästner, racconto metaforico dato alle stampe, nel lontanissimo 1949, dopo che la strage di bambini durante la Seconda Guerra mondiale era stata mille volte maggiore di quelle attuate da quel dilettante di Erode.
Avete idea di quanti bambini, prima del piccolo siriano riverso sul bagnasciuga, sono stati uccisi nei campi di sterminio o hanno dovuto successivamente affrontare la vita da orfani?
Avete idea di quanti bambini sono stati uccisi, in un solo istante, a Nagasachi e ad Hiroschima?
Avete idea di quanti bambini sono stati uccisi durante i bombardamenti sul Nord Vietnam?
Avete idea quanti bambini sono rimasti senza genitori perché quello psicopatico di Stalin volle far sparire 25 milioni di “persone/genitori” da cui si sentiva paranoicamente minacciato?
Avete idea di quanti bambini di cui nessuno si commuove più furono sradicati da Cuba, forzosamente dispersi negli Usa, costretti, per decenni, a vivere con parenti senza più vedere i genitori?
Avete idea di quanta gente ha ucciso Pol-Pot, bambini compresi?
E che dire dei piccoli negretti, fatti letteralmente a pezzi in Africa (genocidi di milioni di persone) negli ultimi cento anni?
La verità è che dietro al massacro permanente c’è il business rappresentato dal ferro del macete o dal drone sofisticato che qualcuno “fabbrica” e che qualcuno vende. Dietro a tutto quello che sta accadendo c’è l’avidità di alcuni a cui nessuno ha messo in testa, educandoli, che nelle bare non sono previste le tasche. Basta, con occhi onesti, guardare le rappresentazioni delle sezioni delle navi negriere che trasportavano la merce umana dall’Africa all’America perché alcuni potessero prosperare e divenire ciò che oggi ancora molti sono (miliardari) per capire che gli scafisti mediterranei hanno il cuore tenero. Metà degli statunitensi non voleva abolire la schiavitù, provate a ricordarlo, poco tempo addietro. Geneticamente il tempo trascorso dalla fine della Guerra di Secessione, è un batter di ciglia. Nella già consolidata democrazia americana, quando io ero già nato, i “negri” non potevano bere alle stesse fontanelle dei bianchi.
Quando io ero già nato, il cattolicissimo Baldovino, re del Belgio, era ricchissimo perché i suoi avi avevano estratto dalle viscere del Congo ogni ben di Dio. Ma l’avevano fatto massacrando i congolesi. Così la Regina Elisabetta II è ricca e potente perché i suoi genitori, direttamente o indirettamente, davano ordine di sparare ad alzo zero in India piuttosto che in Afghanistan (anche loro da quelle parti per “quattro pietre”) o lei stessa nelle lontane isole Falkland o nella vicina Belfast.
La Regina d’Olanda è tra le donne più ricche del Mondo perché ha saputo risparmiare quando andava a fare la spesa?
Il re di Spagna come ha messo da parte il gruzzolo?
E così oggi quello “sterco di suino” dei sauditi come hanno fatto a diventare così ricchi? Vendendo spille da balia o rose nei ristoranti trasteverini?
Ma il problema sono sempre e da sempre quegli straccioni dei “lavavetri”, non i lumbard (leghisti?) che si sono arricchiti, in Val Trompia e dintorni, fabbricando e vendendo armi comprese le spietate mine anti uomo. Si starnazza chiassosamente sulle ondate migratorie (chiamiamole così) e i loro “danni collaterali” possibili ma solo timidi balbettii di qualcuno cominciano a porre il problema delle cause di tanto orrore. Senza soldi e senza Stati conniventi (e quindi classi dirigenti avide) tutto quello a cui assistiamo (cioè le guerre) non potrebbe avvenire. Dove regna la sopraffazione e non si sviluppa l’arma strategica della cultura e del benessere equo e diffuso, lì i mestatori e i burattinai hanno gioco facile.
La sicurezza e la convivenza civile passano attraverso l’equità e la fine dei privilegi anacronistici che ancora grondano sangue: l’Europa Unita sarà una chimera fino a quando sarà controllata dalle Monarchie e dalle Ur-Lodge massoniche sanguinarie ed anti democratiche. Gli Stati Uniti d’Europa di cui i pressappochisti vagheggiano se un giorno saranno dovranno essere federalisti e repubblicani. Ma capite quanto sia ancora lontano un mondo che abbia interiorizzato che la democrazia non può convivere con i regni e gli eredi ai regni? Anche se hanno le simpatiche sembianze di Anna, Carlo, Luigi, Baldovino, Elisabetta, Bernardo.
Torniamo ai “terroristi”.
L’ISIS, ad esempio, è il figlio deforme, frutto di antichi insani accoppiamenti perpetuati nel retrobottega, nel back office o high office che dir si voglia, dove si discutono le vere questioni di potere della contemporaneità. Luoghi massonici o paramassonici dove è possibile che, per affiliazione, gli “estremi si tocchino” e agiscano con affinità di intenti in una vera e propria sala comandi, anzi, in diverse sale comandi più o meno alleate, o avversarie, a seconda delle contingenze storiche. Perché la massoneria non è un monolite ma un universo popolato da progressisti e conservatori, libertari e neoaristocratici, oligarchi e democratici, impegnati tutti in eterno confronto-scontro da cui sono nate le grandi sfide della modernità, coi suoi sogni illuministi di libertà, uguaglianza, fraternità, democrazia, ma anche e soprattuttto gli incubi del nazifascismo in Europa e delle dittature in America Latina o in Medio Oriente. ISIS compreso e Assad incluso.
Ma prima dell’ISIS abbiamo Al Qaeda e soprattutto l’oscuro Osama Bin Laden che si dice essere stato affiliato alla “Three eyes”. Farneticazioni complottistiche prive di documentazione riscontrabile? Comunque è certo che Bin Laden, con il suo 11 settembre e i 2974 morti sotto le macerie delle Torri Gemelle, battezza l’inizio della stagione di sangue ed orrore che ancora si esprime con la massima virulenza dopo aver dato vita alla guerra in Iraq contro Saddam Hussein, con la farsesca caccia alle inesistenti armi di distruzione di massa (brutto capitolo mai esplorato come si sarebbe dovuto sia nei servizi inglesi che in quelli italiani), l’invasione dell’Afghanistan, il business delle ricostruzioni miliardarie realizzate in modo da poterne fare altre dopo il prosieguo delle guerre civili abilmente innescate (ditemi se non è così?) per finire – si fa per dire – con la Siria, la Libia, l’Egitto tutti trascinati dentro un effetto domino di cui nessuno conosce la fine. Utile idiota o complice comsapevole Bin Laden ha servito su un piatto d’argento la situazione che oggi il Pentagono, con il massimo candore, sostiene che ci “beccheremo” per almeno venti anni.
Per ora, contiamo solo morti, consumo di beni prodotti dal military-industrial complex e i caos “creativo” da cui nascono migrazioni bibliche con le conseguenti divisioni tra la gente che impediscono la nascita di ogni pensiero libero e sovrano. Siamo in guerra permanente e guai a chi vuole fermare la carneficina che regola i conti (in tutti sensi) tra loggia e loggia.
Così facendo i latomistici perversi sono sicuri che non si sia liberi di pensare alle cose che contano cioè la necessaria attività per migliorare le vite dei più poveri, la salute, la nutrizione, le interazioni pacifiche, i diritti umani, le condizioni ambientali come suggerisce Bill Gates e per combattere l’ignoranza, l’oscurantismo, l’intolleranza, i fanatismi, il bigottismo, il pregiudizio tutte questioni indicate come priorità assoluta dal filosofo Luciano Floridi.
Rimangono orrore e bambini fotografati sul bagnasciuga. Così, attoniti e resi impotenti dalla vista continua di sangue e crudeltà umana, non solo sia impossibile mettere la testa sulle cose importanti e “giuste” ma nel non riuscire a farlo uno si becchi Holland, Cameron, Renzi o, al massimo, Matteo Salvini.
Oreste Grani/Leo Rugens
L’ha ribloggato su Leo Rugens.
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