La signorilità intellettuale del lettore Guida ci spinge a tornare sull’argomento Gioele Magaldi e sua attendibilità

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Ci siamo permessi di leggere tra le righe indirizzateci alcune ore fa bonariamente da un affezionato lettore sia pur critico verso una nostra eccessiva disponibilità a dare credito alle ricerche effettuate dal troppo giovane (così ce lo presenta l’avvocato Francesco Guida) Gioele Magaldi, l’opportunità di vederci offerti spunti di conoscenza e di saggezza intorno all’attendibilità di fonti che possano dare o meno contributo alla comprensione del complesso fenomeno della Massoneria. Abbiamo, con spudoratezza, chiesto lumi e siamo stati accontentati.  Non c’eravamo sbagliati e, puntualmente, con piacevole tempestività (amica telematica non ti potremo mai ringraziare abbastanza!) a notte, ci è pervenuto questo testo a cui decido di dare ulteriore visibilità rispetto al posizionamento che lo schema elettronico prevede per i commenti.


2 THOUGHTS ON “IN RISPOSTA AD UN CORTESE INVITO A LASCIAR PERDERE DI RAGIONARE DI COSE (LA MASSONERIA) DI CUI EVIDENTEMENTE SONO PROFANO”
  1.    Francesco Guida in 20 novembre 2015 alle 00:52 ha detto:

    Oreste/Leo carissimo, troppa grazia, mi hai dedicato addirittura un post, però devo premurarmi a dirti che io non sono in grado di illuminare nessuno, forse nemmeno me stesso.

    Ma vorrei riflettere con te su qualche punto. Tu dici: Magaldi non ha ricevuto alcuna querela per il libro che ha scritto, di conseguenza ciò che ha scritto è vero. Contesto questo automatismo: si rinuncia alla querela non solo perchè la notizia sia vera e si cada poi nella soccombenza della causa, ma anche per altri motivi, come per esempio il divulgatore faccia talmente pena per la sua miseria morale da non meritare nemmeno una querela; oppure il divulgatore sia talmente squattrinato da non cavare un ragno da un buco con una querela risarcitoria.
    Altra riflessione che ti invito a fare è sull’età di Magaldi, classe 1971. Le cronache dicono che 26 anni entra nel Grande Oriente d’Italia, nel 2005 a 34 anni è maestro venerabile, a 39 anni nel 2010 lascia il Grande Oriente, per scrivere la sua trilogia ha affermato di aver impiegato due anni. Ma non ti accorgi che per avere tutte quelle relazioni citate nel libro e giungere a tali livelli di confidenza da accedere a documenti segretissimi avrebbe dovuto vivere almeno due vite ed in ubiquità? Orestino, tu il cervello ce l’hai e sai farlo funzionare. Ma quale coglione affiderebbe segreti mondiali ed accessi documentali ad un giovane di 39 anni, che al suo attivo ha un’infarinatura di alchimia e di magia gnostica e sessuale? Tu lo faresti? E secondo te, i fantomatici detentori di segreti avrebbero aspettato il dott. Gioele Magaldi da Roma per aprire i loro vasi di Pandora?
    Altra riflessione. La garanzia di autenticità attraverso notai in caso di querela. Le persone serie che devono denunciare un malaffare si assumono la responsabilità di ciò che dicono e scrivono indicando le fonti, che devono essere accessibili e verificabili da chiunque, anche da me e te, ma non fanno un giro tortuoso da notai sparsi per il mondo che tirerebbero fuori le carte solo in caso di querela. Tu sei il primo, Oreste, che quando spari una notizia ti dichiari pronto a documentarla anche sfidando la querela. Ma ti pare davvero serio questo comportamento di Magaldi? Quantomeno è uno che non ha le palle che dice di avere.

    Tu ti definisci un orecchiante di massoneria, non credo che tu lo sia, e se lo fossi sai orecchiare bene. Io oltre l’orecchio ci metto altro, studio la massoneria italiana da oltre vent’anni da varie prospettive in tutte le sue forme e manifestazioni storico-politiche. Ho dovuto comprare e leggere il libro di Magaldi per completare il quadro delle mie considerazioni perchè non amo criticare senza sapere, ma non comprerò nè leggerò i successivi volumi se pubblicati. Alla fine ho maturato la convinzione che il suo libro è un prodotto editoriale nè più nè meno come “Cinquanta sfumature di grigio”.
    Del resto, conosco il caso Magaldi da altre angolazioni ed ho seguito il suo Grande Oriente Democratico sin dall’inizio, 2010. Devo riconoscere che visto da lontano non è privo di fascino, presenta istanze reali da parte delle nuove generazioni di massoni,che non vengono soddisfatte in sede istituzionale e che lui ha furbescamente tentato di rappresentare, ma poi visto da vicino ti accorgi che è tutta fiction, come la mainstreet nei film western con le facciate delle case di compensato, e ti ritrai deluso.

    Quanti iscritti ha il Grande Oriente Democratico? e quanti ne ha l’associazione Roosewelt? Nessuno lo sa. Ecco perchè, secondo me, il discorso fa acqua da tutte e parti. Mi va bene la tua critica alla massoneria, non mi va bene per rispetto della tua bella intelligenza che la critica la fondi sulle ur-lodges di Magaldi. Non imitiamo quella poveraccia della senatrice Bottici dei 5stelle che in un intervento al Senato chiese a Giorgio Napolitano, allora presidente, di giustificare la sua appartenenza alla ur-lodge perchè lo aveva trovato scritto sul libro di Magaldi, che agitava per aria come fosse il vangelo. Conserviamo almeno il limite del ridicolo.
    Vogliamoci bene, Orestino.

    P.S: il prossimo anno spero di terminare la mia ricerca sui venti martiri massoni delle Fosse Ardeatine. Ho scritto su zio Umberto, un uomo straordinario che aveva due palle d’acciao. Virtù genetiche?

    •     ilrisvegliodeldragone in 20 novembre 2015 alle 01:01 ha detto:

      Vista l’ora consentimi solo di ringraziarti prendendo atto che, volente o nolente, mi/ci hai illuminato. E questo, nella mia semplicità era un primo obiettivo che considero raggiunto e nel migliore dei modi. A domani il resto di un dialogo che ritengo ormai necessario. Grazie ancora.


       

Faccio questo per più ordini di motivi ma prima di altri perché intravedo, nelle considerazioni dedicate a noi e all’argomento, quei tratti di signorilità intellettuale e di predisposizione al dia-logo che ritengo siano merce sempre più rara e che, quando si presenta, non deve essere sottovalutata ne, tantomeno, rifiutata. Molte delle ragioni addotte per dubitare della assoluta attendibilità di “Massoni Società a responsabilità illimitata” possono essere accolte.

Quelle relative al dato anagrafico del promotore dell’iniziativa, viceversa, non mi convincono: Magaldi viene ritenuto un quasi millantatore se non un mitomane perché si ritiene che non avrebbe mai avuto la possibilità di instaurare rapporti fiduciari di tale statura e credibilità da poter accede agli archivi riservatissimi che cita e che dichiara essere stati consultati e “riprodotti” in quei documenti atti a difendere le sue resi e le impegnative affermazioni in esse contenute. Documenti che sono alla base del volume stesso e che comunque risulta essere stato venduto in migliaia di copie  Certo che, se sfidato, Magaldi, non “cacciasse le carte”, il castello descritto nelle centinaia di pagine, cadrebbe all’istante. A tal proposito mi sono fatto l’idea che silenzi e assenza di chiamate nelle sedi opportune non siano dovute all’irrisorio peso dei personaggi che si sono organizzati intorno alla Massoneria Democratica (io sono stato repubblicano quando la mia parte raggiungeva, a mala pena, qualche “punto e pochi decimali” eppure noi avevamo ragione e gli altri torto marcio) ma al fatto che, viceversa, queste carte non solo esistano ma che verrebbero esibite non appena qualcuno improvvidamente si avventurasse nell’agone giudiziario con gli autori. Andiamo avanti. La citazione dell’ingenuo mostrare, nel Parlamento repubblicano, la copia del volume di cui stiamo ragionando, non fa onore al silente presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e non alla cittadina pentastellata, appena eletta senza sotterfugi o voti di scambio dalla quota parte di 9 milioni di italiani stanchi di partitocrazia e della sua dittatura implicita. Naif la senatrice Bottici ma turacciolo opportunista il massone Giorgio Napolitano come lo considera chi lo conosce dai tempi del PCI. Dico massone a meno che, in questa sede, stia apprendendo che la famiglia Amendola fosse estranea alla Massoneria campana e che anche la mia fonte interna al PCI dell’epoca (mi riferisco ad un massone – poi assunto ad altissimo grado – scelto giovane e cooptato, sia nel partito che nella fratellanza, proprio dai fratelli Amendola) per motivi che mi sfuggono, mi abbia mentito. In quel frangente forse sono stati ingenui (oggi non li ritengo più tali) gli esponenti del M5S ma – certamente – pavido il presidente della Repubblica.

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Oggi Magaldi mi risulta avere quasi 45 anni e non mi sembrano pochi se devo rifarmi all’esempio di personaggi da me incontrati personalmente alcuni anche coinvolti culturalmente nelle vicende massoniche. Uno fra tutti, Franco Cuomo che ho conosciuto, 30enne (era il 1969), quando era “giornalista” e “assiduo collaboratore” dell’inserto di cultura che veniva redatto, la domenica, per l’Avanti, quando il glorioso quotidiano era l’organo del Partito Socialista Italiano e non la copertura delle attività truffaldine di Sergio Lavitola. Cuomo era giovane ma straordinariamente attendibile. Viceversa, in quello stesso periodo, Gustavo Raffi, il ravennate che poi diviene credibile per decine di anni nella nomenclatura massonica, me lo ricordo molto, molto più fragile e militante in Primula Goliardica (Unione Democratica per la Nuova Repubblica) organizzazione universitaria nata per iniziativa di alcuni noti anti-democratici, a vocazione golpista, nemici della cultura ebraica, profondamente ostili nella sostanza ai valori massoni, sostanzialmente all’epoca giovani fascistoidi. Alcuni compagni di avventura politica di Raffi, in quegli stessi anni, furono sospettati (con qualche ragione) di essere autori di non pochi atti di violenza compreso un uso indiscriminato ed eversivo di esplosivi. Basterebbe chiedere all’ex Gran Maestro del GOI, che io ricordo nelle liste di tale organizzazione (Primula Goliardica), se conosceva o meno Enzo Maria Dantini, Vittorio Sbardella ed altri che, in quanto ancora vivi, ritengo opportuno non nominare e con cui l’avvocato è rimasto in strettissimi rapporti fino ad oggi. Magaldi quindi, se proprio lo si deve accusare di qualcosa, è di essere stato, per troppi anni, alla corte ambigua di Gustavo Raffi, prima di accorgersi di quale stoffa, nel segreto, fosse fatto il ravennate al soldo del MPS. Per il resto, mentre è certo che Raffi abbia appeso l’asino dove il padrone (il denaro di Mussari che gli passava pratichette da lavorare) voleva, l’essere Magaldi uno squattrinato, me lo rende ancor più simpatico (per assoluta condizioni di vita similari) e, per questo, paradossalmente, attendibile fino a prova contraria. Essere senza soldi da togliergli in tribunale, non mi sembra un grave indizio di inaffidabilità o dovremmo sostenere che l’indigenza in cui si è ritrovato – fino alla morte – Giuseppe Mazzini, fosse motivo per dubitare di Lui e delle sue visioni strategiche. La prova schiacciante che Magaldi sia un millantatore, ripeto, può essere ottenuta facilmente chiedendo, al furbo di turno, nelle sedi opportune, di mostrare le carte. Fino a quella data, le carte inchiodano gli avversari di Magaldi. Loro e i loro nuovi Gran Maestri quali l’imbarazzante Stefano Bisi. Magaldi inaffidabile? Può essere ma certamente nessuno si può fidare di gente con legami con personaggi condannati per il saccheggio di Siena e, vedremo se mi sbaglio, con mascalzoni che si potrebbero essere macchiati del sangue del fratello David Rossi. Come certamente sai a nessuno a Siena, in quegli anni, si negava un’affiliazione. So poco di massoneria ma so molto di Siena e dei reati che, con la copertura della massoneria locale e toscana, vi si commettevano, all’Ospedale, all’Università, per vincere promozioni in serie A, per distribuire a pioggia contributi che definire voto di scambio è un eufemismo. Attività che fanno impallidire le prepotenze mafiose elettorali nelle Madonie palermitane degli anni ’60/’70. Palermo altra sede dove la Massoneria non dovrebbe essere considerata più affidabile del marginale ed ininfluente, troppo giovane, forse millantatore, Gioele Magaldi. In spirito di amicizia telematica ieri nata, devo dirti che mi tengo caro, più di tanti altri che certamente lavorano sott’acqua per rendere sempre più vulnerabile la Repubblica e con essa la Libertà e l’Equità senza le quali non ci può essere la Fratellanza, oggi in Italia, domani Universale.

Quanto affermo in questo primo post dedicato alla attendibilità di una fonte (massonica o meno che sia) a partire dal dato minore relativo alla militanza e alle frequentazioni eversive del Gran Maestro Gustavo Raffi è solo frutto di conoscenze personali che, a meno di grave situazione in cui la mia mente potrebbe trovarsi, sono difficilmente smentibili. Anzi, potrei rincarare la dose, dal momento che Raffi non ha solo intrattenuto relazioni con gli ambienti eversivi a cui ho fatto cenno in quanto giovane e sprovveduto studentello in legge ad Urbino ma, banalmente, con i sopravvissuti di quegli ambienti, conserva, ancora oggi e assiduamente, rizomi che non sarebbero smentibili se qualcuno mi sfidasse su questo terreno. Così come quando affermo che Bisi non ha avuto rapporti “sani” con la Mens Sana e con tutta l’associazione a delinquere (erano più di tre) ancora sotto giudizio per il crack del MPS ed indirettamente proprio per la gestione della Mens Sana.

Città difficile Siena ma di cui ho ricordi troppo vividi per non ritenere giuste le critiche al GOI da parte del “cazzafrullone” Gioele Magaldi. Se ad ispirare il libro ci sia solo il suo pensiero macchinoso o di altri fratelli che, anni addietro, potrebbero averlo trovato simpatico e straordinariamente veloce nell’apprendere e nel capire le situazioni, questo non saprei dirlo. Nel qual caso i fratelli sarebbero più adulti e forse più affidabili. Ti ringrazio per i consigli, le chiavi interpretative e, sin da ora, ti faccio i migliori auguri per il tuo studio storico sui massoni trucidati alle Fosse Ardeatine. Colgo l’occasione per affidarti un fatto curioso che le trame complesse della via mi hanno fatto accadere: senza conoscerne il cognome (la conoscevo con quello da sposata) mi sono innamorato di una signora che solo successivamente ho saputo essere una Gelsomini. Gelsomini-Grani, come certamente saprai, si susseguono, in questo ordine, in alcuni Templi, iscritti nelle lapidi dedicati ai martiri dei massoni trucidati nelle Fosse Ardeatine. Mi andava di affidarti, in spirito di amicizia e da evidente profano del mondo massonico, questo dato autobiografico che ogni tanto mi spinge a riflettere sulle energie superiori che potrebbero guidare la sorte degli umani e dell’insieme delle cose. Buona giornata e grazie ancora per l’attenzione.

Con stima e simpatia

Oreste Grani