Cosa divide realmente la Russia di Putin dalla Turchia di Erdogan?
E due! Da quando Putin è stato dichiarato, dalla rivista Forbes, l’uomo più potente della Terra, gli hanno abbattuto due aerei, uno con civili a bordo (donne e bambini compresi) e il 23 (!) novembre u.s. un gioiellino (il Sukhoi Su 24) della sua super aviazione, perdendo un pilota (personale preziosissimo!) e salvando l’altro per miracolo. Entrambi si sono fatti beccare fuori posto o maldestri nella eventuale manovra offensiva. Scrivemmo qualche mese addietro (Bombardieri russi cercano “guai” in Cornovaglia. Guai a pensare che i piloti di questi tempi vadano in giro a sprecare carburante) che la Russia cercava rogna e ora, a tal proposito, ha trovato, a grattargli la pelle pruriginosa, quel super democratico (er meglio armato del bigonzo/NATO) di Erdogan. Tra cacciatori appassionati di “tiro al giornalista” (non si sa chi ne ha fatti fuori di più), pensavamo che ci fosse un po’ di rispetto. Invece, prevale, tra machisti cazzuti, un bisogno di competere che non promette nulla di buono. Se c’era ancora in piedi il Patto di Varsavia, queste ore potevano essere la vigilia della Terza Guerra Mondiale, modello Seconda. Per fortuna che c’è in corso di svolgimento solo la Guerra mondiale tra la gente, ubiquo e diffuso ma ancora con caratteristiche “low profile”, per cui l’uso delle bombe atomiche è semplicemente differito nel tempo. Certamente gli avveduti lettori (6 e mezzo?) di questo blog (crescete, crescete e vi moltiplicate sorprendentemente) sanno che la Turchia è nella Nato e, per i patti in essere, l’episodio, non è considerabile una pinzillacchera. Nel prevedibile ping-pong, vediamo cosa l’uomo più potente della terra intenda quando dice “ora ve la facciamo pagare e le conseguenze saranno tragiche”. Dobbiamo immaginare (è certo) che voleranno altre legnate e che l’asimmetricità di questa guerra guerreggiata in Eurasia ci riserverà altri orrori. A breve.
Ora dico una delle mie solite cazzarate intendendo che l’episodio, sia pur grave di per se, potrebbe essere visto come sorta di “salva di apertura”: la minaccia e la presa delle misure del peggio che deve ancora venire. Non a caso Putin fa schierare, dopo l’incidente, batterie di missili che sarebbe stato difficile posizionare, a freddo, senza apparire lui l’aggressore in escalation. Forse, questo del sacrificio del pedone/cacciabombardiere, come suggerisce la “maligna” Dionisia, è la prima vera fase di ben altro scontro. Forse è l’anticipo di scelte atte a fermare una rivendicazione di “spazio” vitale e di ruolo egemone finalizzate a svelare le ambizioni di qualcuno che, ricordando di essere il discendente di terza generazione (un batter di ciglio!) dei bei tempi in cui Istanbul era il centro del califfato ottomano, con un impero che si estendeva da Oriente ad Occidente, dalla Bosnia a Medina, comincia a provarci veramente a fare il prepotente. Parliamo del musulmano para-massonico (disponibile a farsi tutto pur di trovare gli appoggi giusti e al momento opportuno) Recep Tayyip Erdogan, bussante per divenire “figlio della vedova” della famigerata “Hathor Pentalpha” (ur-lodge che potrebbe esistere solo nella mente febbricitante e eccessivamente fantasiosa del massone democratico Giole Magaldi oppure no, ed essere, in questo caso, un luogo di potere dove si ritrovano affiliati (e quindi tra loro “fratelli”), tra gli altri, quel pupazzo di Abu Bakr al-Baghdadi e l’ex Presidente USA George w. Bush che, per anni, si è potuto permettere di fare il puparo soprattutto in quelle regioni oggi azzerate dal consumo di armi.
Altro che quel bacia immagini sacre di Vladimir Putin, fratellino in “Golden Eurasia” (un circolo di educande rispetto alla Hathor!) ma niente di più. A meno che l’amicizia fraterna con Silvietto Berluschino non venga considerata una cosa determinante nella partita del Grande Gioco in corso. Berlusconi (come Putin) è ricco ma punto e basta e, in questo gioco per giganti, conta come il famoso due di coppe quando la briscola è quadri.
Soldi, nella fase preparatoria alla partita delle partite (quella ormai iniziata, duello aereo più, duello aereo meno) questi loschi psicotici, avidi patologicamente di potere e denaro (cosa sono altro se non dei malati gaglioffi quelli che cito?) ne hanno fatti tanti a latere delle spedizioni militari “per la democrazia e la Pace” attuate in Afghanistan (che pappate intorno al binomio armi-droga!) e in Iraq (che orge culinarie intorno all’altro binomio petrolio-armi!) a suon di bombe e di impiccagioni di ex alleati. Questi paesi sono stati negli ultimi vent’anni vere e proprie miniere d’oro a cielo aperto e, per confermare quello che dico, basterebbe avere capacità e pazienza per esaminare gli andamenti del valore azionario delle società che nel ventennio si spartivano, da brave sorelline, commesse (anche nel campo delle infrastrutture da ricostruire dopo ogni bombardamento provvidenzialmente azzerante quelle precedentemente costruite dalle stesse cordate imprenditoriali). Dei Carminati e Buzzi, alla 64° potenza. Solo che i due furbacchioni nostrani si limitavano a vagheggiare il controllo (cosa gravissima comunque) della nostra ex bella Roma, e questi bastardi si sono messi a spremere (sangue, sudore e feci!) mezzo mondo. Mafiosi violenti gli uni, mafiosissimi violentissimi, questi altri.
Oltre al traffico delle armi/droga/petrolio e affini, come prodotto “minore” (e qui è il trucco vero), questi pervertiti onnivori, forti della “paura” che fare ciò che fanno genera (guerre ma anche e soprattutto i terrorismi annessi) hanno cominciato ad abituare i popoli “occidentali” (gli altri coinvolti nella mattanza lo sono da sempre) a una limitazione progressiva delle libertà e dei diritti individuali in nome di una sicurezza interna da ritrovare nelle singole nazioni.
“Pizzettaro carissimo, hai visto che ieri sera dei ragazzacci ti hanno spaccato le vetrine con sassi e bastonate? Che ne dici se, pagando il pizzo, ti togli questa preoccupazione e questa “insicurezza”? Così, tu stai tranquillo e ti puoi dedicare a “sudare” per noi che siamo quelli che ti abbiamo fatto tirare il sasso”.
Possibile che nella terra dove ha scritto Leonardo Sciascia e ancora scrive Andrea Camilleri dobbiamo farci fottere da questi cialtroni? In realtà, le limitazioni che già vi hanno imposto e che, con ferocia progressiva (man mano che i loro complici aumenteranno gli spargimenti di sangue) decreteranno, servono per poter organizzare, con maggior efficacia, non la vostra difesa collettiva dall’evocato e ben organizzato terrorismo islamico, ma la loro possibilità di farvi schiavi. Minchia che sistema ricorsivo autorigenerantesi geniale! Invece che “più pilu per tutti” promesso da Cetto Laqualunque, meno libertà a tutti, in modo da “non avervi intorno a punzecchiarci con le vostre insulse pretese di diritti costituzionali, brutte fastidiose zanzare.” Act, che siano “Patriot” o di altro tipo, pronti per tutti i possibili contestatori della sorte a cui non volessero assoggettarsi. Ora vi stanno per mettere con la testa sull’incudine, mentre il martello è già da tempo nelle loro mani. Vi si dovranno legare mani e piedi e incerottarvi la bocca (altrimenti si sentirebbero le disturbanti grida) prima di aprirvi le viscere sugli altari ormai apparecchiati nella quasi totalità del Mondo. Se non si genera un evento straordinario questo è ciò che è (già) scritto nelle carte e negli atti politici che precedono questo massacro che si avvia ad essere costante e permanente per decenni.
Ora è “orestino granetto” che si permette di dire che chi non vuole vedere ciò che accade (e che non potrà non continuare ad accadere), non solo deve interessarsi d’altro ma deve porsi il problema di cosa possa essere servito studiare tanto se non si è ancora capaci di estrarre dalla realtà ciò che c’è e che, ormai, si vede a prova di ingenuo e di cretino. Questo, rileggendolo, è lo sproloquio di un vecchio, oggi preoccupato della troppa superficialità con cui i suoi compatrioti vanno incontro alla “tirannide”. Ma che volete sono il figlio memore di un’abbraccio compiuto dai suoi genitori nell’immediato dopo guerra, quando, scampati alle bombe che copiose cadevano intorno a Perugia, si erano ritirati, spauriti, con due bambine di 4 e 2 anni al seguito, nella più sicura Benevento dove vivevano prima del massacro quando, ragazzi, qualcuno gli aveva fatto credere che la Guerra era cosa da poco e con gli amici invincibili tedeschi sarebbe stata uno scherzo “vincerla”.
Sono figlio di quella paura e di un abisso mancato e guardando i miei “nipotini adottivi” Valerio, Lorenzo, Gianluigi mi chiedo cosa passi nella mente dei miei compatrioti che nulla si preparano a fare per fermare questo qualcosa che non deve apparire inevitabile. E qui aggiungo la mia panzana dietrologica quotidiana che non sarà gradita (aspetto un affettuoso rimbrotto) dal lettore Alessandro Guida, lui si esperto di cose complesse e anche un po’ massoniche. L’esca che potrebbe accendere formalmente la Terza Guerra Mondiale (non in Cina o in India che si chiamerebbero fuori rappresentando demograficamente esattamente mezzo mondo) sta nella ruggine tra i capi della chiesa ortodossa russa (i veri capi del Cremlino) e la massoneria turca e quelle con essa alleate. Per loro (i preti russi), i massoni di Istanbul (e non solo quelli) sono i rappresentanti di un potere spirituale rivale. In Turchia, in modo simmetrico, agisce quell’odio odio la Russia ex zarista, ex sovietica (comunista!) che muove le potentissime logge massoniche che, fin dai tempi di Mustafa Kemal Ataturk, guidano la Turchia come la conosciamo o, meglio, come non la conosciamo. Ritengo, ad esempio, che dietro alla ferocia che i fanatici combattenti dell’ISIS hanno usato per dare la caccia agli Yezidi, in particolare colpendo donne e bambini, ci sia un aggravante di odio per il valore rappresentato dal credo del popolo adoratore del Pavone (vedi post: L’odio per gli Yezidi qualifica (se ce ne era bisogno) i carnefici dell’Isis, Alcuni (200) Yezidi tornano in libertà in quanto “mezzi morti” e non più utilizzabili in alcun modo dai loro carcerieri, La saggezza e la spiritualità degli Yezidi è venduta in mercati desolati dove nessuno compra, Gli Yezidi chiamano il pavone “senjaq” e lo considerano un angelo protettore “invisibile”, 500 yezidi sono stati sepolti vivi da quei “maiali”, falsi credenti in Dio, dell’ISIS. Gli Yezidi sono in fuga e a rischio di genocidio. Con essi sono in pericolo le radici spirituali della Massoneria stessa) anch’esso riconducibile a logiche di primato dello spirito. A tal proposito bisogna vedere con la massima attenzione quanto in questa caccia agli Yezidi, i calippi/califfi dell’ISIS e i turchi cattivoni di Erdogan, siano stati alleati. La caccia agli adoratori del Pavone potrebbe rivelarsi essere il famoso battito delle ali di una farfalla all’altro capo del Mondo.
Strana guerra quella che si sta combattendo in Eurasia e nel Mediterraneo: in alcuni momenti, sembra una storia di predominio per le risorse petrolifere e quindi una gara che, banalmente, ha in palio il prodotto energetico e poi, improvvisamente, compaiono indizi di qualcosa d’altro che disegna più un duello esoterico per chi si impadronisca di energie superiori che, sapendole opportunamente usare, consentano il dominio del mondo e delle sue popolazioni. Come alcuni iniziati ai grandi segreti che muovono la Storia, continuano a pensare. Mi chiedo, da profano metodologicamente dubbioso, se non spinti da una ricerca di immaterialità magica, perché si violentano le donne yezide, pur uniche nella loro misteriosa e straordinaria bellezza? Solo per uno sfogo belluino di guerrieri adrenalinicamente provati? O perché, come abbiamo in tempi non sospetti suggerito, a loro, popolo adoratore del Pavone e non di Satana, si attribuiscono poteri tanto grandi da suscitare spietate invidie e tali crudeltà senza limiti? Potrebbe anche essere così. Se così fosse solo autorità indiscusse, per autorevolezza spirituale, possono, riunendosi, provare a fermare la corsa verso l’abisso ed esorcizzare i satanassi che si aggirano tra gli innocenti in assoluta libertà.
Lunga vita a Papa Francesco e al suo estremo, saggio, generoso tentativo ecumenico che, in queste ore, cominciato in Kenia e proseguirà dalla Repubblica Centroafricana.
Oreste Grani
Tutto super condivisibile tranne per 2 cosette:
il “gioiellino” Sukhoi Su 24 e’ piu’ vecchio di me (meta’ anni 70),
papa Francesco (gesuita colto ed inelligente), si sta muvendo con troppa disivoltura e credo che gli verra’ presto chiesto conto da terrenissimi nemici.
Ovviamente e come al solito spero di sbagliare.
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