Vince Sanders: la partita, come ci eravamo permessi di anticipare, è riaperta negli USA e quindi nel Mondo così come lo conoscete
L’Ur-lodgista Bill Clinton comincia a contare poco, sia perché ha una certa età (anche sua moglie Hillary!) ma soprattutto perché, e questa sì che è una notizia, la Massoneria democratica che – per intendersi – si ricollega alla tradizione della famiglia Roosevelt, di Martin Luther King, di Karl Popper, di Harold Wilson, di Thomas Kuhn, di John Kenneth Galbraith, di Arthur Schlesinger Jr., di James Hillman si delinea alle spalle del progressista Bernie Sanders provando così a riprendersi il santuario statunitense per troppo tempo (a prescindere dal Presidente Obama che non è organico alla Massoneria) è stato in mano agli antidemocratici, neoaristocratici, guerrafondai che, per intendersi e scusandoci con gli addetti ai lavori per la semplificazione, si rifanno alla tradizione affaristico-oligarchica degli Henry Kissinger, piuttosto che, per il grande pubblico, alla Famiglia Bush, oggi platealmente sconfitta. Rimane Trump che vince in campo repubblicano e come ha suggerito Stefania Limiti, va guardato con la massima attenzione. (STEFANIA LIMITI SEGNALA UN GRAVE PERICOLO IMPLICITO NELLA “RESISTIBILE ASCESA” DI DONALD TRUMP)
Il 30 novembre 2014 abbiamo pubblicato un post di buon augurio “I MASSONI DEMOCRATICI E PROGRESSISTI, DOPO ANNI DI SILENZIO, HANNO SFERRATO L’ATTACCO ALLE LOGGE CONSERVATRICI E NEOARISTOCRATICHE”. Oggi pensiamo che quell’augurio abbia qualche possibilità in più di realizzarsi.
A questo proposito, con quella vanità che ormai ci contraddistingue, vi ricordiamo di aver pubblicato ragionamenti che sono ala base dello scontro in atto nel santuario (gli USA) della Massoneria camuffandoli dietro improbabili dichiarazioni delle porno star Valentina Nappi e dell’americana Tera Patrick. Li ripostiamo entrambi perché, se qualcuno è interessato, possa saperne di più di cosa accade in giro per il Mondo e non solo nell’Italietta di Matteo renzi (rigorosamente scritto con la lettera minuscola).
Oreste Grani
I MASSONI DEMOCRATICI E PROGRESSISTI, DOPO ANNI DI SILENZIO, HANNO SFERRATO L’ATTACCO ALLE LOGGE CONSERVATRICI E NEOARISTOCRATICHE
I massoni democratici e progressisti, eredi di Benjamin Franklin, George Washington, Thomas Jefferson, della scelta storica dell’Uguaglianza, della Libertà, della Fraternità, artefici – tra l’altro – della vittoria contro il nazifascismo, dopo troppi anni di silenzio, hanno sferrato l’attacco alle logge conservatrici e neo-aristocratiche colpevoli, tra l’altro, di aver deciso e realizzato l’eliminazione fisica (negli anni sessanta/settanta) di tutti i leader autorevoli della Fratellanza, democratica e progressista.
Con l’uscita del primo libro della trilogia “Massoni – Società a responsabilità illimitata”, inizia, a mio modestissimo e marginale giudizio, un vero e proprio “sommovimento tellurico” socio/politico/culturale mondiale che metterà in discussione le stesse società civili e le comunità/stato così come le conosciamo o le ritenevamo, fino ad oggi, essere “organizzate” e guidate. In molti pensavamo che sotto, sopra, dietro ci fosse altro da quello che appariva ma, nessuno, prima di Magaldi, aveva sostenuto che Moshé Dayan era complice di Arafat, nel fottere ebrei e palestinesi in lotta sanguinosa permanente da settant’anni. I tre libri (più le appendici) “creati” da Gioele Magalli e da chi sta credendo in lui, quando saranno tutti pubblicati, o verranno smentiti in modo convincente o saranno più incisivi e condizionanti di quanto lo sia stato quel volumetto denominato “Protocolli di Sion“. Il libro ora citato fu, notoriamente, una “misura attiva” inventata di sana pianta da Matvei Golovinski, agente dell’Okhrana zarista, tendente a disinformare l’opinione pubblica mondiale e a creare i presupposti per infiniti stereotipi e luoghi comuni contro gli ebrei. Come tutti sanno, la misura attiva consistente nella grande bufala antisemita, una volta messa in giro, non ci fu verso di “disattivarla” o renderla poco credibile. “I protocolli di Sion”, furono usati, tra l’altro, in modo devastante per dare via e giustificazione all’Olocausto. Questo per dire solo che un libro è un libro e che una volta scritto e immesso in un immaginario ed efficientissimo book-crossing, non si sa dove può andare a finire. E, negli anni venti, non c’era la rete a fare da moltiplicatore esponenziale.
E il volumetto scritto da Golovinski era totalmente destituito di ogni fondamento. Figurarsi cosa può (e dovrebbe) scatenare, il libro di Magaldi. Ed è solo il primo.
Avete idea di cosa stia già succedendo in queste ore, sia nelle librerie che nelle memorie elettroniche dei motori di ricerca? Ogni nome lasciato andare alla deriva della conoscenza e delle legittime curiosità dei cittadini dalle pagine (centinaia oggi e diventeranno migliaia) scritte dall’autore(i), in questo momento, destando la curiosità dei lettori (che già sono moltissimi nei primi giorni di vendita nelle librerie e sotto Natale diventeranno decine di migliaia), sta cambiando la visione delle “cose” così come, fino ad ieri, si pensava che fossero.
Se la sopravvivenza stessa di una società consiste nell’assicurare la trasmissione delle conoscenze e dei valori che essa ritiene essenziali, ci troviamo alla vigilia di una vera e propria rivoluzione. Spesso, inopportunamente, si dice, dopo un avvenimento, che “nulla sarà come prima”. Mai tale affermazione, questa volta, è pertinente. L’educazione, bene o male, è sotto questo profilo, l’insieme degli strumenti che una società adotta per garantire la trasmissione di ciò che ritiene doveroso raccontare ai contemporanei e ai posteri.
Dico che, con questi libri, potremmo trovarci di fronte ad un vero spartiacque destinato a mettere a nudo non solo qualche re ma la Storia stessa dell’Umanità come oggi comunque la studiamo o la riteniamo. Giole Magaldi e i suoi fidati collaboratori affermano che nulla è come appare. L’attacco alla conoscenza così come veniva trasmessa e quindi, implicitamente, alle “logge” conservatrici e neoaristocratiche, è stato sferrato, con grande intelligenza, coraggio e tempismo dai “massoni democratici progressisti” figure che (soppressi brutalmente, negli anni sessanta, i loro maggiori leader di riferimento) sembravano, da decenni, in ritirata o costretti all’angolo dell’oblio. “Angolazione e recupero della memoria”, viceversa, sembrano essere il vero terreno di scontro, abilmente scelto. Noi, certamente, per formazione e simpatia, stiamo dalla parte di Chiarelettere, di Laura Maragnani, del Gruppo editoriale Mauri Spagnol SPA, di Lorenzo Fazio, di Sandro Parenzo, di Guido Roberto Vitale, ed, in particolare, di “tutte le donne libere e di buoni costumi” (le Ipazia alessandrine) che hanno sostenuto la monumentale e lungimirante manovra d’attacco fatta, in sostanza, se abbiamo letto bene, di quella che, da sempre, è la linfa vitale della Storia e cioè l’opportuno armonico equilibrio tra tradizione orale e libri scritti a “chiarelettere”.
Bravo e coraggioso Gioele Magaldi! A prescindere, direbbe Antonio de Curtis in arte Totò.
Oreste Grani/Leo Rugens
L’ELOGIO DELL’APATIA E IL COMPLOTTO MASSONICO NEOARISTOCRATICO E SANGUINARIO
|
VALENTINA NAPPI NON HA SOLO UN GRAN … CERVELLO
Gentile signorina Nappi, abbiamo provveduto, come le sarà facile verificare, a chiarire nella rete, contestualmente scusandoci con i nostri 4 lettori, il gioco provocatorio che avevamo costruito facendo riferimento al suo nome e alla sua intellettualità. Gioco che, come lei perentoriamente ci ha richiesto, abbiamo fatto cessare immediatamente. Rimane la simpatia per lei e per la sua evidente vivacità intellettuale. A prescindere dalla permalosità che non volevamo urtare.
Buon lavoro e buon divertimento a lei che, giovane e bella, se lo può permettere.
Da alcune settimane scriviamo di Valentina Nappi, della sua intelligenza e del suo approccio socio-politico-culturale alla complessità (anche geopolitica) che ci circonda. Inoltre, poiché non siamo ipocriti e indifferenti alle fattezze della giovane donna (in redazione qualcuno – in particolare – se ne deve essere invaghito), abbiamo pubblicato una selezione di immagini che non lascia adito a dubbi sulla capacità di sedurre, provocare, far sognare un ampio pubblico, sia di femmine che di maschi.
Il numero crescente di accessi che si verifica, quotidianamente, ai post dedicati alla visione politica della nostra piacevole “scoperta” (che la Nappi sia quasi sempre “poco coperta” è un dato incontrovertibile), ci obbliga, però, a tornare sull’argomento riassumendo, in un unico post, quanto fino ad oggi abbiamo messo in rete. Lo facciamo corredandolo delle vecchie foto e selezionandone – appositamente – altre alla “bisogna”. A questo proposito, bisogna proprio dire che la ragazza, non ha solo cervello. Oltre tutto, a leggere quanto scrive sul suo profilo face-book, Valentina ha una visione del diritto dell’uomo alla felicità che non può non ricordarci grandi personaggi quali Voltaire, Montesquieu o il libertino Giacomo Casanova (non solo per lo stile di vita “aperto” e “spregiudicato” che li accomuna), passando per l’affascinatore Conte Cagliostro, e non facendosi mancare quella conoscenza profonda dell’animo umano che ritroveremo in Sigmund Freud e nel suo allievo, ancor più sensibile e complesso, Carl Gustav Jung. D’altronde, senza un conoscenza profonda di Freud e Jung, come potrebbe la nostra Valentina, tenere legati migliaia di spasimanti? In ultimo ma non ultimo, ci spingiamo a dire che alcune “boccacce” e non pochi atteggiamenti autoironici o caricaturali delle movenze che può assumere il corpo umano, ci ricordano sia Charlie Chaplin che Antonio de Curtis in arte, Totò.
Dopo questa carrellata di autorevoli personaggi, a buon intenditor… poche parole. Questo per chi si dovesse ancora chiedere cosa ci sia sotto all’aver voluto raccontare, in questo blog, l’episodio del ritrovamento/scoperta della tesi di laurea di Valentina Nappi.
Tesi laurea che in alcuni passaggi ci ricorda altre letture ma, a imitazione dell’arte che nasce dall’arte, la cosa, anche nel caso del lavoro politico/letterario della abile, spregiudicata e bella corvina non ci sorprende ne ci disturba. Anzi, come nel caso del brano che segue, ci fa ben sperare in un futuro migliore dell’opprimente presente, grazie all’azione consapevole e risolutrice della gioventù che la Nappi rappresenta e che, onestamente, vuole vivacizzare, con ogni mezzo: “Non si deve sottovalutare che quanto accade oggi è certamente figlio dell’elaborazione teorico/pratica che nel lontano 1975, fu messa a punto dal trio (diabolico/luciferino, e un po’ Lescano) Huntington (Usa), Croiser (Francia), Watanuki (Giappone), con cui si avvertiva il committente dello studio strategico di cui parliamo che sarebbe stato necessario sperimentare metodi più flessibili capaci di produrre maggiore controllo sociale con minore coercizione. Poche parole che prescrivono al Potere, presente e futuro, uno dei processi di ingegneria sociale più devastanti della Storia, finalizzato al controllo – sottolinea l’attenta e vigile Nappi – di tutti noi: l’Esistenza Commerciale e la Cultura della Visibilità, cioè le masse dei cittadini ridotti a consumatori/spettatori e, contestualmente, del tutto “disattivati”e resi “apatici” per gli altri aspetti della vita ed in particolare le decisioni attinenti la”Polis”. Questi ragionamenti/indicazioni strategiche, avverte la bella e non addormentata Valentina, riassunti in un testo che ebbe il titolo di “The Crisis of Democracy”, furono illustrati, con altre centinaia di “messe a punto”, all’assemblea plenaria della Commissione Trilaterale, il 31 maggio 1975, data in cui la incontenibile Nappi non era ancora negli spermatozoi di suo padre. Eppure si capisce, dalla lettura di tutto quanto dice nella Tesi, che la sboccacciata, linguacciuta, latteo-corvina, bianco e nera, Valentina Lippi non ci sta a far passare altro tempo prima di entrare nel merito di quanto pedissequamente è accaduto, a molti di noi (la maggioranza) e alle nostre esistenze, sulla falsa riga di quel “rapporto” citato (The Crisis of Democracy) espressamente elaborato dai “tre” perché, viceversa, una minoranza (élite autoritaria e antidemocratica) sapesse cosa fare per “dominare il mondo” nei tempi futuri. Cosa che è puntualmente accaduta. La Nappi, con tutto il suo lavoro di studio universitario, sembra voler indicare una linea, un data emblematica, un appuntamento dead-line: il 31 maggio 2015, quarant’anni dopo quel giorno tanto funesto per la Democrazia, per la Libertà, per l’Uguaglianza e la Fraternità, sembra dirci non deve passare invano. Anzi, secondo questa consapevole giovane donna, bandiera, nel web, della Libertà sessuale, della Tolleranza tra i diversi, del Diritto di tutti ad una vita dignitosa e felice, il 31 maggio 2015 si dovrà rialzare la testa, cominciando ad agire/reagire perché la deriva tirannica venga prima “fermata” e poi “ricacciata” da dove è venuta. Così ci sembra di dover interpretare tanta dedizione alla Verità da parte di una persona che potrebbe fregarsene e viversi edonisticamente l’opportunità che la Cultura della Visibilità offre ad una “carrozzata e strutturata mentalmente” come lei. Mi sembra che la ragazza non sia disposta a farsi comprare e, così facendo, farsi convincere che sia giusto lasciare indietro (quasi) tutti gli altri. Mi sembra che tra le parole che ha saputo scrivere e le spudorate immagini che ogni giorno posta, si intraveda altro. E noi che aspiriamo, da veri megalomani, a sapere estrarre dalla realtà ciò che c’è ma non si vede, riteniamo di aver saputo leggere, in filigrana, in ogni pagina del lavoro presentato ai docenti della “Sapienza”, una frase che, se fosse vera, ancora ci emozionerebbe: CHE NESSUNO RIMANGA INDIETRO.
Oreste Grani/Leo Rugens e la Redazione al completo.